#TRENTO - Andreatta tiene botta grazie al Pd

Il Partito Democratico si dimostra più forte delle polemiche e delle beghe interne e conferma la fiducia di quasi un elettore su tre perdendo solo ottocento voti rispetto al 2009 ma confermando sostanzialmente le sue percentuali. Il centrosinistra autonomista mantiene ancora saldamente le redini della città nonstante i 7.00 voti persi.
F. Gottardi, "L'Adige", 12 maggio 2015

Il responso delle urne è incontestabile. Ma la vittoria di Alessandro Andreatta è meno netta di quello che lui stesso si sarebbe aspettato alla vigilia. Al di là della soddisfazione per essere passato al primo turno il primo cittadino, e con lui la coalizione che lo ha sostenuto, si aspettava di veleggiare ancora attorno al sessanta per cento; invece per qualche ora, domenica sera, si è materializzato lo spettro del ballottaggio quando le prime sezioni scrutinate davano il sindaco uscente sotto la soglia del 50%. Poi, con l'arrivo delle sezioni più grosse, il risultato è stato messo al sicuro.

Ma a conti fatti rispetto al 2009 mancano all'appello al vincitore, complice la diserzione di massa delle urne, ben 7.048 voti e un 10,7% di consensi. Tra le ragioni di questa emorragia di consensi per il centrosinistra autonomista ci potrebbe essere anche il fatto che la coalizione si è presentata alla gara elettorale con 160 candidati nelle quattro liste presenti; sei anni fa le liste erano otto e ognuna aveva dieci candidati in più, quindi erano 400, più del doppio. «Sono persone che comunque fanno campagna elettorale e portano voti al sindaco e alla coalizione, alla fine la differenza si sente» rileva Renato Pegoretti, presidente del consiglio comunale uscente.


Dall'altra parte, nel centrodestra, Claudio Cia ha tenuto botta superando il trenta per cento dei voti, un dieci per cento e circa 5.000 voti in più di quanto aveva raccolto sei anni fa Pino Morandini. Non è poco per uno che in politica si è fatto da solo e sul cui nome il centrodestra ha deciso di convergere solo alla fine, come soluzione di compromesso. A suo favore ha giocato il boom della Lega Nord, risultata il secondo partito della città, ma la crisi profonda degli altri partiti del centrodestra ha finito per tarpargli le ali. Significativo il fatto che ben 1.427 elettori (80 più di Andreatta) hanno barrato solo il suo nome, evitando di appoggiare uno dei cinque partiti che lo hanno sostenuto.


La tornata elettorale porta in consiglio anche il Movimento 5 Stelle che sarà rappresentato, oltre che dal candidato sindaco Paolo Negroni anche da due consiglieri. L'8,4% dei voti non è un risultato strabiliante per un movimento che a livello nazionale è oggi la seconda forza politica, ma viste le performance deludenti che in Trentino i grillini avevano registrato fino ad ora non è neanche da buttare. Anche la sinistra radicale mostra, quando si presenta unita, di essere ancora viva e conferma la presenza di un consigliere, nella persona della candidata sindaca Antonia Romano a palazzo Thun nonostante il taglio dell'assemblea civica, passata da 50 a 40 membri.
Nulla da fare invece per Paolo Primon che con la sua nuova lista, Popoli Liberi Trentino Südtirol supera la soglia del folklore ma non quella necessaria per ottenere un seggio e dunque conclude qui la sua avventura.


Il Partito Democratico si dimostra più forte delle polemiche e delle beghe interne e conferma la fiducia di quasi un elettore su tre perdfendo solo ottocento voti rispetto al 2009 ma confermando sostanzialmente le sue percentuali. Ma se il Pd era una sicurezza nelle urne cittadine si giocava domenica una sfida importante per il futuro della coalizione di centrosinistra autonomista tra il Patt e il Cantiere Civico Democratico .

Le Stelle alpine puntavano con decisione a diventare il secondo partito per cercare di esprimere il vice sindaco e consolidare il ruolo di partito di raccolta trentino difensore dell'autonomia che il segretario Franco Panizza e il governatore del Trentino Ugo Rossi vogliono dargli. Il Cantiere invece era l'ennesima scommessa politica di Lorenzo Dellai che, vista la nuova legge elettorale con premio di maggioranza al partito maggiore vuole ricollocarsi e ricollocare la sua creatura politica, l'Upt con una marcia di avvicinamento al Pd. La sfida l'ha vinta alla fine il Cantiere, che azzardando un cambio di nome e di simbolo a poche settimane dal voto ha comunque tenuto botta portando cinque consiglieri a palazzo Thun, due dei quali probabilmente entreranno a far parte della nuova giunta Andreatta. Gli autonomisti invece si sono fermati sotto la soglia del dieci per cento, che in città avevano già raggiunto alle provinciali. Non ha pagato evidentemente neanche la spregiudicata campagna acquisti effettuata alla vigilia e l'imbarco di esponenti politici provenienti da esperienze e aree politiche diverse. Ed ora le Stelle Alpine si ritrovano rappresentate in consiglio da quattro ex: un ex repubblicano, un ex Pd, un ex Upt passato fugacemente anche dalle parti di Forza Italia e un ex Leali.


I Verdi infine confermano la loro presenza ma anche la loro crisi profonda rispetto ai tempi in cui in città viaggiavano in doppia cifra.
Il vero grande exploit di queste elezioni comunali lo ha fatto la Lega Nord che ha raddoppiato voti e percentuali diventando il secondo partito della città. I cinque consiglieri sono destinati a diventare sei quando Claudio Cia, come annunciato, si dimetterà mantenendo il proprio seggio di consigliere provinciale. Una vittoria, quella del Carroccio, figlia degli estremismi del leader nazionale, Matteo Salvini, che ha riportato il partito ai fasti di un tempo dopo la crisi. Delude la performance della Civica Trentina , il partito di Cia, che imbottito di ex forzisti e consiglieri uscenti non è andato oltre il 7,1% e tre consiglieri, peggio che alle provinciali. Malissimo anche Forza Italia e Progetto Trentino , ma in questi casi il calo era prevedibile; il partito di Berlusconi si è perso, squarciato e dissolto dai personalismi, mentre Progetto Trentino orfano di Grisenti è un partito senza una strategia chiara e una prospettiva. Non ci sarà nel prossimo consiglio Fratelli d'Italia , partito che a Trento non ha storia e radicamento.