Adalberto Mosaner sarà il sindaco di Riva del Garda anche per i prossimi cinque anni. Gli elettori rivani gli hanno confermato la fiducia con numeri che non lasciano spazio ad interpretazioni, anche se non si può non sottolineare un significativo calo dell'affluenza, che per la prima volta nella storia della città è scesa sotto il 60% (il 57,7 per la precisione) per il voto alle comunali: cinque anni fa era al 65%. Che Mosaner fosse “condannato” a vincere era pacifico, le proporzioni dell'affermazione non erano facili da stabilire: ha sfiorato il 65%, quasi 10 punti in più rispetto al 2010.G. Marcolini, "Trentino", 11 maggio 2015
Chi esce ridimensionato da queste elezioni è il centrodestra. Stefano Santorum partiva, sulla carta, con in mano l'eredità lasciata da Carlo Modena, che cinque anni fa aveva portato a casa un significativo 28%. Santorum, pur sostenuto da cinque liste (nessuno ne aveva tante come lui), si è fermato intorno al 20%. Guardando i dati di cinque anni fa si può dedurre che una fetta dei voti di Modena siano confluiti verso il centrosinistra autonomista. Evidentemente la candidatura di Santorum è risultata troppo fragile e la stessa modalità con cui si è arrivati alla coalizione ha lasciato qualche perplessità: inizialmente doveva essere un collage di civiche in alternativa ai partiti, poi, all'ultimo momento, si sono aggiunti Forza Italia e Lega Nord, con quest’ultima che si è rivelata locomotiva per Santorum sfiorando il 10%. Buono il risultato di Flavio Prada che si è tenuto sul 10%, portando il Movimento 5 Stelle ad essere la seconda forza di opposizione. Franca Bazzanella, sostenuta da Laboratorio Civico e L'Altra Riva, si è fermata intorno al 7%: forse ci si attendeva qualcosa di più, anche se non era facile erodere voti a sinistra. Sulla carta Mosaner ha davanti cinque anni di governo sereno, visto che i numeri in aula non gli mancano. Resta però da capire, sul piano politico, come saranno i rapporti tra Pd e Patt, rispettivamente primo e secondo partito. Le stelle alpine (che partivano dal 6% di cinque anni fa, ora sono sopra il 20) sono arrivate alle elezioni dopo un percorso travagliato e parecchie fratture interne e dopo aver ingoiato il “rospo” imposto dai democratici, ovvero il “no” alla candidatura di Pietro Matteotti. Mosaner dovrà trovare l’alchimia giusta per non far esplodere il laboratorio.
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Partito Democratico del Trentino