«Renzi mi ha chiamato, si è complimentato ed era molto soddisfatto. Ha detto che in questo momento così difficile anche per l’astensionismo in tanta parte del Paese aver vinto al primo turno è un grande successo». A riferirlo è il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta (Pd), a cui il voto delle comunali di ieri ha consegnato il secondo mandato, sostenuto dalla coalizione di centrosinistra autonomista. Ha portato a casa il 53,7% a fronte del 64,42% del 2009, quando in qualità di vicesindaco era arrivato già reggente dall’ottobre del 2008, perchè il suo predecessore, Alberto Pacher, era stato eletto in Provincia, dov’era diventato vicepresidente."L'Adige" online, 11 maggio 2015
«Il Pd a Trento è andato bene - ha commentato sui voti di lista -. Ha raggiunto il 29,6% rispetto al 29,8% del 2009, quindi ha tenuto, pur avendo fatto parte, naturalmente, della mia Giunta, dunque avendo assunto anche ruoli di responsabilità non facili in sei anni caratterizzati da una forte crisi. Con il Pd cittadino ho lavorato bene: non è litigioso, ma costruttivo.Tensioni e personalismi esterni all’ambito cittadino comunque hanno portato anche in questi giorni la gente a chiedermene ragione, pur sapendomi estraneo. Non so se sia stato un danno. Certo non un aiuto».
«L’astensionismo - ha proseguito il sindaco - si è visto qui a Trento e anche in altri comuni. È un dato mi pare nazionale, regionale e provinciale. Mi dispiace: è una sconfitta della politica, dei partiti, un pò di tutti. Dobbiamo rimboccarci le maniche, capire le ragioni di questo disagio profondo, anche se vedo grande lontananza di alcuni e grande vicinanza di altri, cioè anche cittadini che vogliono essere protagonisti attivi.Punteremo su questi per riconquistare gli altri».
«La Lega Nord al 13% - ha poi detto - è una notizia molto negativa, mi rattrista. È un voto nazionale: negli ultimi mesi ha vinto il vento ‘salvinianò, non ‘salvificò, forse più radicale del primo Umberto Bossi. Sono certo che dentro a questi voti ci sia la partita dei profughi. Il governo nazionale deve fare capire all’Europa che il Mediterraneo è un mare europeo e d’interesse europeo, se no non se ne viene fuori».
Sull’ingresso in consiglio dei Cinquestelle, «non li conosco - ha commentato, non so che facce abbiano, a parte il candidato sindaco e il deputato, che professioni svolgano a Trento. Nei dibattiti in campagna elettorale sceglievano semplicemente ogni volta un tema su ogni argomento e puntavano su quello, ma non conosco le loro priorità assolute».
Quanto poi a scelte e tempi per la formazione della nuova giunta comunale, «mi fermerò qualche giorno per pensare e per riflettere, come amo fare. Credo però cercherò di essere molto rapido: è giusto che la città sappia da chi è formata la Giunta, per potersi presto rapportare con i referenti di ambiti di cui si vogliono avere informazioni, con cui di vuole e collaborare.Sarà una cosa penso rapida».
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