La presenza del Patt nel listone Pd? «Può esserci, ma non secondo una logica spartitoria». Due collegi su quattro agli autonomisti? «Non mi pare che il Patt abbia i numeri in questo senso». Il Pd, con Alessandro Olivi, bacchetta il Patt e in particolare il presidente della giunta Ugo Rossi per la corsa in avanti sulle alleanze e i ruoli alle prossime elezioni.
A. Conte,"L'Adige", 8 maggio 2015
Nel Pd a richiamare alla calma e alla coerenza il Patt c'è anche la segretaria provinciale Giulia Robol che dice: «Penso anch'io come Rossi che con l'Italicum ci sarà una semplificazione legata alla legge elettorale e il Trentino non può chiamarsene fuori. Ma un allargamento generale» come lo ipotizza Rossi del Pd al Patt «mi sembra prematuro».
A ricordare che il Patt è comunque legato a filo doppio con la Svp, intanto, è il segretario del Patt, Franco Panizza. «Prima di fare qualsiasi ragionamento sulle prossime elezioni dobbiamo parlare con la Svp. Poi che si possa essere nel listone del Pd e senza il simbolo per aiutare il Partito democratico a vincere, questo non lo escludo».
L'uscita di Rossi sulle novità che l'Italicum imporrà sul piano delle alleanze anche in Trentino ha scatenato una serie di reazioni. Il governatore, parlando del futuro posizionamento del Patt, ha detto di essere pronto a rompere con la Svp e a entrare nella lista del Pd per la parte proporzionale, mentre si dice pronto a ragionare su due seggi su quattro all'uninominale.
La reazione del Pd è chiara e parte dalla richiesta al Patt di concentrarsi sulle elezioni comunali alle porte, piuttosto che puntare su futuribili scenari della coalizione. «Negli ultimi 20 giorni ho partecipato a più di 50 incontri per sostenere la coalizione alle comunali - esordisce Olivi - E la concentrazione di tutti dovrebbe essere spesa lì».
Poi per quanto riguarda la presenza del Patt nel listone Pd Olivi spiega che la presenza del Patt può anche starci «ma non in una logica spartitoria e solo se si riconosce che la spina dorsale del progetto è il Pd». E se Giulia Robol parla di «assalto alla diligenza», Olivi sottolinea che «Il Pd non è un bus per entrare in parlamento e Renzi è vero che ha esaltato la coalizione trentina, ma è il segretario del Pd e io dico no al fatto che Renzi sia usato per offrire casa a tutti. Anche perché c'è ancora una forte linea di demarcazione tra il Patt e il Pd in termini di valori e cultura politica». Rossi, dice Olivi, «ha dimostrato di credere nel centrosinistra, ma la sua base è in maniera preponderante conservatrice e il competitor più pericoloso per il Patt è costituito dalla narrazione di Salvini».
All'idea di Rossi di semplificare la composizione dell'alleanza di centrosinistra tra chi «è interprete dell'autonomia in maniera più genuina e il Pd come partito nazionale» dando per «in saldo l'elettorato dell'Upt» Olivi si oppone. «L'area che fa riferimento all'Upt non scomparirà e semmai guarda con maggior forza al Pd che al Patt» afferma il vicepresidente della giunta provinciale. Che ribadisce come il valore dell'autonomismo sia non solo del Patt ma anche del «Pd che deve però essere autorevole e tornare a ridare le carte dopo le comunali rispetto alle alleanze con i partner della coalizione». Robol è ancora più chiara: «Il legame con Bolzano è importantissimo, strano che per calcolo elettorale il Patt dica basta al rapporto con Svp».
A spiegare che il legame con l'Edelweiss rimane è Panizza: «Noi partiamo dall'alleanza con la Svp, ma dobbiamo anche pensare che con l'Italicum sul proporzionale tutto si complica e non essere presenti con il proprio simbolo nella lista del Pd aiuta il partito cui ci si allea a vincere.
La nostra presenza nel listone? Non ne abbiamo ancora parlato, ma non escludo nulla. Prima parleremo con la Svp».
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