Le tragedie umane nel Mediterraneo

Alla luce delle tragedie umane occorse negli ultimi mesi nel Mediterraneo, non ultima quella del barcone naufragato sabato scorso con quasi mille persone a bordo e dopo la catena ininterrotta di morti in mare, assieme al gruppo dei Socialisti abbiamo chiesto un dibattito d'urgenza presso l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa che si è svolto giovedì mattina.
Michele Nicoletti, 24 aprile 2015

Abbiamo chiesto che non ci sia solo una discussione, ma atti concreti: riprendere Mare Nostrum con finanziamenti europei, lotta congiunta al traffico di esseri umani, gestione delle domande di asilo nei Paesi di transito con il sostegno di UNHCR e delle ambasciate, un grande piano di cooperazione politica, culturale ed economica tra l'Europa e l'Africa.
L'Europa uscì dalle dittature e dalle macerie con un grande piano di sviluppo economico e sociale (il Piano Marshall). Io credo che se vogliamo stabilizzare il continente africano e favorirne la crescita serva qualcosa di simile.
In occasione del dibattito d'urgenza in Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa sono intervenuto ribadendo proprio questo e sottolineando come le drammatiche morti in mare di questi giorni ci abbiano messo davanti agli occhi ciò che già sapevamo ma che facevamo finta di non vedere. E cioè che ci troviamo di fronte alla più grave tragedia umanitaria dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.

"Un domani ci chiederanno che cosa facevamo noi mentre questo evento si consumava. Noi che sediamo nei Parlamenti nazionali e in questa Assemblea. In quei luoghi che agli occhi dei cittadini sono i luoghi in cui si assumono le decisioni. O almeno quella parte di decisioni che ancora è nelle mani dei rappresentanti dei popoli.
Dobbiamo mettere in atto immediatamente una risposta molto più forte di quella di cui siamo stati capaci fino a questo momento e sarebbe davvero grave se in questo giorno da Strasburgo e da Bruxelles uscissero solo parole. Serve invece una reazione su tutti i livelli.
Sul piano morale innanzitutto. Non possiamo permettere che dopo il demone dell’odio totalitario del  ’900 prevalga in questo secolo il demone dell’indifferenza. La società umana si fonda – anche biologicamente – sul prendersi cura e non sull’indifferenza. L’indifferenza ci dice che vivere o morire è indifferente. Ma noi sappiamo e ancora vogliamo che ci sia una differenza tra vivere o morire. E non solo per noi ma per tutti gli esseri umani.
Tutte le nostre più antiche tradizioni morali si fondano  su un principio di non indifferenza nei confronti del vicino. Dall’amore del prossimo al reato di omissione di soccorso che troviamo nel nostro codice della strada, tutti ci dicono che quando siamo vicini a una persona in pericolo di morte non possiamo lasciarla morire.  Possiamo chiudere gli occhi o volgere le spalle ma non possiamo lasciarla morire. Se lo facciamo perdiamo la nostra umanità.
Ma serve anche una reazione sul  piano giuridico. La civiltà europea si basa sul diritto di asilo che è importante quanto il diritto di cittadinanza. Anche questo fa parte delle nostre tradizioni più antiche secolari e religiose e ha trovato nel diritto internazionale cosmopolitico dell’Illuminismo la sua più bella formulazione: con il diritto di ogni essere umano a circolare sulla terra e non essere considerato un nemico. Lo abbiamo scritto nelle nostre convenzioni e nelle nostre costituzioni. Ma ancora non abbiamo un efficiente sistema di asilo europeo".


Alla luce di queste tragedie sconvolgenti è stato anche convocato, su richiesta del nostro Governo, un Consiglio Europeo straordinario per affrontare in maniera condivisa questo drammatico problema che sta producendo ferite laceranti alla nostra civiltà e umanità. L'Italia sta compiendo da tempo grandi sforzi affinché l'Unione Europea non continui ad assistere immobile all'ecatombe che si sta consumando nel Mediterraneo.
Dal vertice europeo è finalmente emersa con chiarezza la consapevolezza che l'emergenza sbarchi non è più soltanto un problema dell'Italia o di Malta, ma è una questione di diritto umanitario, di sicurezza e di giustizia. La solidarietà dei leader per l'emergenza immigrazione affrontata dall'Italia c'è stata, così come la disponibilità ad interventi importanti. Tra le decisioni vi è infatti il rafforzamento di Triton sia dal punto di vista economico che dei mezzi a disposizione (le risorse europee destinate sono pari a quelle impiegate dall'Italia nella passata operazione Mare Nostrum). Vi è inoltre la volontà di istituire una missione ad hoc per la distruzione dei barconi degli scafisti.
Certamente si tratta di misure importanti, soprattutto perché rappresentano l'inizio di un percorso europeo in materia di immigrazione, che alla luce delle dinamiche politico-istituzionali comunitarie non è cosa di poco conto.
Questo, però, non è affatto sufficiente. Per affrontare efficacemente il problema e per tutelare i diritti umani dei migranti, bisogna adottare misure e politiche più strutturali e di medio-lungo periodo: rivedere il sistema di asilo, prevedendo una distribuzione dei rifugiati per quote tra i vari Stati (il vertice ha dato avvio solamente ad una sperimentazione su base volontaria). E' dovere di un'Europa democratica e solidale affrontare queste tragedie in maniera condivisa; creare dei canali legali per i richiedenti asilo (il traffico dei migranti è il sintomo e non la causa di queste tragedie umane); istituire in loco dei meccanismi di verifica delle domande di asilo, tenendo sempre presente che la tutela di tale diritto è prioritaria e rappresenta prima che un dovere giuridico un atto di civiltà; stabilizzare il continente africano (in primis la Libia) con piani di sviluppo economico e sociale e adottando un approccio politico e diplomatico attento al dialogo.
Qualche passo è stato fatto, ma la strada è ancora lunga. E l'Europa nel suo insieme non può sottrarsi a questa responsabilità. Ne va del nostro futuro e del nostro progetto politico, ma soprattutto della nostra umanità.

Prima della riunione del Consiglio Europeo, come solitamente accade, si è tenuta alla Camera una discussione con votazioni sulla posizione che l'Italia dovrà proporre, adottare e sostenere a Bruxelles.

Qui trovate il discorso del Presidente Renzi (da pagina 1 a pagina 6).
Qui trovate la mozione di maggioranza approvata.
Qui trovate una mia intervista pubblicata mercoledì sul Corriere del Trentino.