Smart Lab, adesso è bufera politica. Miorandi: «Nella coalizione Valduga regna il caos politico»

MIORANDI: «La vicenda testimonia la grave confusione politica del candidato Francesco Valduga e della coalizione che lo sostiene, in un crescendo di falsità, di terrificanti incidenti di percorso, di marce indietro. Se si voleva la riprova che quella coalizione è segnata da contraddizioni interne e incapacità di "fare bene" nelle questioni più importanti, la vicenda del centro giovani è esemplare».
"L'Adige", 17 aprile 2015

I gestori dello Smart Lab affilano le armi. Ieri hanno dato mandato all'avvocato roveretano Andrea Azzolini, per essere tutelati in vista di quello che si preannuncia già come il procedimento civile più mediatico che il tribunale roveretano ricordi. Si sono mossi in fretta perché tempo ce n'è poco: entro il 22 dovranno depositare la loro memoria difensiva, basata soprattutto su due differenti consulenze - una all'interno l'altra all'esterno - che avrebbero evidenziato risultati rassicuranti. Di tutto il resto non si occupano, nonostante la politica ora cerchi di strattonare Smart Lab da una parte all'altra. Ieri, la stoccata del sindaco Andrea Miorandi. Che più che il fioretto, usa la sciabola. Nei confronti di Francesco Valduga, dell'avvocato Alesandro Soini e del presidente della Nord Enzo Da Costa, candidati a sostegno dell'oncologo roveretano, la cui presenza dimostra, secondo il sindaco, «la firma di Valduga»: «La vicenda testimonia la grave confusione politica del candidato Francesco Valduga e della coalizione che lo sostiene, in un crescendo di falsità, di terrificanti incidenti di percorso, di marce indietro. Se si voleva la riprova che quella coalizione è segnata da contraddizioni interne e incapacità di "fare bene" nelle questioni più importanti, la vicenda del centro giovani è esemplare».

Quanto alle falsità, Miorandi fa riferimento alle accuse di non aver agevolato il dialogo. Ricorda l'incontro del 10 novembre scorso, a cui Da Costa «si è presentato alla riunione un'ora e mezza dopo, a dibattito praticamente concluso». Ma Da Costa è nel mirino anche per altro: «Sia detto per inciso, giusto per dare il senso della cifra morale delle persone: il presidente Enzo Da Costa, candidato per la coalizione di Valduga, aveva tanto insistito per convocare l'assemblea un mese prima, nei giorni in cui l'assessora Filippi avrebbe dato alla luce la sua bimba, evento peraltro di cui Da Costa era informato». E ancora: «È questo il modo con cui la coalizione di Francesco Valduga intende fare politica? Con i sotterfugi, i trabocchetti meschini, le falsità? Questo significa "fare bene"?».

Poi Miorandi attacca Andrea Maranelli, candidato nella coalizione di Valduga e quella frase «se chiude lo Smart Lab bruceremo la casa di fronte»:«Oggi Maranelli chiede scusa, tirato per le orecchie dal suo stesso candidato sindaco. No, caro Maranelli, le scuse non bastano. Quelle dichiarazioni feriscono la civile e pacifica comunità di Rovereto. E valgono, più di mille altre parole, come prova inconfutabile della confusione che regna da quella parte politica».

In questo contesto, prende la parola anche Mirella Stoffella, l'ex assessore nella giunta di Guglielmo Valduga. Stoffella ricorda il progetto sull'oratorio (abbandonato negli anni successivi), gli sforzi per ottenere il finanziamento per il centro, la filosofia del progetto. Si voleva «offrire opportunità non solo ludiche e di intrattenimento ma di coinvolgere e di responsabilizzare gli utenti, di renderli protagonisti. La particolare ubicazione del centro che si apre sul parco era il presupposto per una condivisione con il quartiere. Apprendo con dispiacere che questo non si è realizzato anzi leggo di divisioni e disagi tra la popolazione». Invoca il dialogo, l'ex assessore. E conclude: «Il centro giovani è stata per i giovani, per noi che l'abbiamo voluto e realizzato, per la città una conquista; mi rammarico che stia diventando motivo di scontro generazionale».

 

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ROVERETO Interviene il sindaco Andrea Miorandi sulla polemica legata alla gestione dello Smart Lab, e lo fa con un uppercut alla coalizione avversaria - quella del candidato sindaco Francesco Valduga -, accusando esponenti delle sue liste di aver diffuso falsità. A partire dal mancato dialogo con i residenti. «É ora di finirla di sbandierare questa menzogna, facilmente smentibile perchè ci sono verbali e documenti ufficiali che attestano il contrario» sbotta Miorandi, che cita un incontro avvenuto il 10 novembre nella Sala civica del Centro Brione.

C’erano l'assessora Luisa Filippi e i dirigenti Cristian Roverato e Ada Maria Bianchi, i rappresentanti di Smart Lab, i consiglieri di Circoscrizione e una rappresentanza di residenti. «E il presidente Enzo Da Costa, il “paladino” della battaglia anti-Smart Lab? Si è presentato un'ora e mezza dopo, a dibattito praticamente concluso. Tant'è vero che l'assemblea è stata presieduta dal consigliere Zuccati». Tutto verificabile da verbali. Da Costa, candidato per la coalizione di Valduga, «aveva tanto insistito per convocare l'assemblea un mese prima, proprio nei giorni in cui l'assessora Filippi avrebbe dato alla luce la sua bimba, evento peraltro di cui Da Costa era perfettamente informato».

Dietro a questa ostinazione Miorandi legge la volontà di poter accusare la giunta di mancanza disponibilità al dialogo. C’è poi un autogol, aggiounge il sindaco, riferendosi «alle farneticanti dichiarazioni su Facebook di Andrea Maranelli (“se chiude lo Smart Lab bruceremo la casa di fronte”), candidato con la lista Rovereto al Centro nella coalizione di Francesco Valduga». Maranelli ora chiede scusa, «tirato per le orecchie dal suo stesso candidato sindaco. No, caro Maranelli, le scuse non bastano. Quelle dichiarazioni sono estremamente pesanti e feriscono la civile e pacifica comunità di Rovereto».

Ma ciò testimonia anche come anche nella coalizione di Valduga ci siano candidati favorevoli allo Smart Lab. Da qui «le marce indietro dello stesso Valduga, che tenta fra mille imbarazzi di minimizzare, di difendere lo Smart Lab, di giustificare di fronte alla città una posizione che sta diventando sempre più ingiustificabile. Ma la denuncia contro il Centro giovani porta inequivocabilmente la sua firma, attraverso le persone di Da Costa e dell'avvocato Alessandro Soini. Come fa a difendere la struttura e al tempo stesso appoggiare l'esposto che ne chiede la chiusura? Vuole o non vuole far chiudere lo Smart Lab? Ha già tentato di smentire se stesso sul no alla Strongmanrun, ora la storia si ripete».