Banda larga vuol dire sviluppo

La discussione sulla cablatura in fibra ottica, riaperta dall'editoriale del Direttore sull'Adige, tocca un tema molto importante per lo sviluppo del Trentino. Già negli anni scorsi eravamo intervenuti più volte quando la Giunta si era avventurata in un progetto che fin dall'inizio era destinato ad essere stoppato dalle autorità europee che tutelano la concorrenza.
Luca Zeni, "L'Adige", 10 aprile 2015

Stop che infatti è puntualmente arrivato. Di conseguenza il Consiglio Provinciale ha approvato nei mesi scorsi un Ordine del Giorno, di cui sono stato primo firmatario, per impegnare la Giunta ad operare efficacemente per sviluppare le reti tramite la società controllata Trentino Network.

Il modello di sviluppo delle reti in fibra ottica è oggi di fondamentale importanza per poter garantire il miglior servizio sia ai cittadini sia alle imprese del nostro territorio. Un buon servizio a un prezzo ragionevole è possibile però solamente a condizione che gli operatori che forniscono questo servizio operino in concorrenza tra di loro. 
Questo avviene quando la rete è controllata da un soggetto terzo, il quale poi cede l'infrastruttura ai fornitori di servizi a condizioni eque, trasparenti e non discriminatorie. 
Questa è esattamente la mission di Trentino Network per come era stata concepita all'inizio, all'interno di quel modello che il mal congegnato accordo con Telecom Italia aveva messo successivamente da parte.
Proprio ieri l'Autorità per la Concorrenza e il Mercato, con un parere reso sul piano nazionale sulla Banda Ultra Larga presentato da Renzi qualche settimana fa, ha ribadito l'importanza della terzietà della società della rete.
In Trentino purtroppo si sono persi cinque anni dietro al progetto Trentino NGN, passando da una posizione di avanguardia in Europa ad una appena in linea con la media nazionale. Come ripartire? Sicuramente non pensando di risolvere i problemi adottando gli stessi metodi che li hanno creati! È necessario quindi cambiare passo, direzione e probabilmente anche menti.
L'obiettivo Europeo per il 2020 è dare la possibilità a metà della popolazione di accedere ai servizi a 100Mb/s, e al resto della popolazione a 30Mb/s. Come raggiungere questi obiettivi?
Innanzitutto ridando mandato della realizzazione della reti di accesso a Trentino Network, società effettivamente terza rispetto a tutti gli operatori.
Poi dobbiamo compiere una scelta: la prima opzione è di considerare tutto il Trentino parte di quella metà della popolazione italiana che avrà i servizi al più a 30Mb/s.
In questo caso la Trentino Network potrebbe estendere la propria rete in fibra ottica fino agli armadi di strada, le postazioni da dove parte la tratta finale della rete di accesso in rame di Telecom Italia. Con la tecnologia denominata VDSL2 è possibile fornire un accesso a 30Mb/s asimmetrici (tra download e upload come nelle ADSL) a chi ne facesse richiesta. L'infrastruttura di Trentino Network e le condizioni di accesso alla rete in rame di Telecom Italia permetterebbero a più operatori di posizionare i propri apparati e fornire il servizio ai clienti finali. Il costo, presentato dai tecnici provinciali in un incontro lo scorso anno, è quantificabile in circa 60 milioni di euro, proprio le risorse che la Giunta ha previsto di investire. Teniamo presente che comunque Trentino Network dall'affitto dell'infrastruttura riceverà dei ricavi, e quindi non sarebbe solo una spesa. Naturalmente adottando una politica commerciale corretta.
A mio avviso il Trentino dovrebbe puntare però più in alto, e cercare di consentire subito al 50% dei trentini l'accesso alla fibra ottica. A questo proposito è utile ricordare che il progetto Trentino NGN aveva determinato come quasi il 60% delle utenze fossero in aree dove è possibile ricavare utili investendo nelle infrastrutture in fibra ottica. Se questo era possibile per Trentino NGN, non si vede perché non sia possibile per Trentino Network. 
Oggi le utenze attive in Trentino sono circa 220.000. Con 60 milioni di euro, ai prezzi stimati dal Comitato NGN Italia istituito nel 2009 dall'Agcom di 600 euro a utente, si hanno circa 100.000 connessioni. Quasi la metà di quelle del Trentino. Restano le altre e proprio qui, nel tempo, si tratta di reinvestire parte degli utili provenienti dalla parte remunerativa nella realizzazione della rete in quelle non remunerative. 
Nel frattempo vanno considerate delle soluzioni intermedie. La rete WiNet in larga parte delle aree periferiche è già in grado di dare da subito 30Mb/s alle poche utenze che lo richiedano effettivamente.

Un certo numero di armadi di strada sono già in posizioni prossime alla rete esistente, e i costi di rilegarli sarebbero ridotti. Inoltre, con accordi con gli operatori mobili, si potrebbe portare la fibra nelle stazioni radio base per estendere la copertura LTE (il 4G che appare sui nostri Smart phone) anche alle aree periferiche. Anche questo servizio è in grado di raggiungere i 30Mb/s dove necessario.
La scelta per riportare il Trentino all'avanguardia è ancora possibile: si tratta solamente, questa volta, di saperla cogliere.