Il Partito democratico lombardo ha organizzato per oggi una consultazione fra gli elettori nei propri circoli nella quale si chiede: «Sei favorevole all'abolizione delle Regioni a statuto speciale, così da procedere alla definizione di una "nuova autonomia" valida per tutte le Regioni italiane?». Si chiede inoltre agli elettori se sono favorevole all'accorpamento e dunque alla riduzione del numero delle Regioni e alla fusione dei Comuni con meno di 5 mila abitanti.
L. Patruno, "L'Adige", 2 marzo 2015
Il senatore trentino del Pd, Giorgio Tonini, che fa parte anche della segreteria nazionale del partito, commenta: «Questa consultazione ha un peso pari a zero, ma purtroppo rientra in quelle iniziative insensate promosse da chi nelle Regioni ordinarie invece di puntare ad avere più autonomia punta a ridurre quella degli altri».
«È stata la risposta sbagliata - spiega Tonini - a un referendum promosso dal governatore Maroni con cui si chiede ai lombardi se sono favorevoli all'attivazione del terzo comma dell'art.116 della Costituzione che consente alle Regioni ordinarie di chiedere più competenze, ad esempio, sulla scuola. Non serviva un referendum perché la Regione poteva chiedere più spazi di autonomia già dalla riforma del 2001 e il Pd lombardo invece di sottolineare questa inerzia di Maroni che si sveglia solo ora ha risposto con una sua consultazione insensata, ma che rivela che questo sentimento di gelosia contro le autonomie speciali continua a serpeggiare».
Il deputato del Pd, Michele Nicoletti, aggiunge: «Quella del Pd lombardo è una consultazione impropria per recuperare un po' di orgoglio lombardo, che abbiamo già criticato sia con i colleghi parlamentari a Roma che con una mozione dell'assemblea del Pd trentino. Non è condivisa dal partito nazionale né dal governo come dimostra il fatto che nella ridefinizione del Titolo V della Costituzione le Regioni a statuto speciale non vengono toccate e nel corso della discussione della riforma sono stati respinti tutti gli emendamenti, alcuni presentati anche da deputati del Pd come Morassut, che puntavano ad accorpare le Regioni o a superare le autonomie speciali. Io capisco lo stato d'animo di lombardi e veneti e certo questa consultazione ha un valore simbolico negativo».
L'ex governatore trentino Lorenzo Dellai proprio ieri era a Milano per un dibattito pubblico sul futuro del centrosinistra organizzato dal Centro democratico di Bruno Tabacci con la presenza del vicesegretario del Pd nazionale, Lorenzo Guerini, e sulla consultazione contro le «speciali» dice: «Tutto parte dalla discussione che sta prendendo piede sulle Macroregioni. Si sta diffondendo la convinzione, senza alcun fondamento istituzionale, che sia meglio ridisegnare lo Stato, come fecero le potenze coloniali in Nord Africa, tirando delle righe nel deserto, per individuare poche grandi Regioni. È un'idea molto verticistica». L.P.