Di fronte a una mano tesa, non mettete mano al portafoglio: versate invece i vostri soldi nel “Fondo di solidarietà Città di Trento”, che distribuirà le somme a chi ne ha realmente bisogno. L’appello viene dal Comune, che sta per rilanciare la “Campagna per una solidarietà responsabile”, sostenuta da un team di associazioni ed enti attivi nel campo del sociale con il doppio obiettivo di sensibilizzare sul tema della povertà e di aprire un nuovo conto corrente per la raccolta degli “oboli”.
"Trentino", 26 febbraio 2015
«In questa situazione di crisi - spiega l’assessore alle Politiche sociali Mariachiara Franzoia - si assiste a un aumento di segnalazioni di persone che hanno perso tutto. Non sempre però l'elemosina è un gesto responsabile, perché non sappiamo cosa ci sia dietro a queste persone: talvolta vengono gestite da clan organizzati e comunque spesso c'è uno sfruttamento di qualche genere. Per questo il consiglio è di non dare loro in mano dei soldi, anche se questo gesto viene fatto con buon cuore, ma di destinare anche piccole cifre a questo fondo di garanzia e di trasparenza. I soldi verranno usati per necessità vere».
Nel 2013 sono stati 127 gli interventi resi possibili dal fondo, per un totale di 22.300 euro, ma nel 2012 erano stati raccolti 23.070 euro e nel 2011, anno in cui fu lanciata la campagna, ben 35.600. «Anche il Comune ha fatto la sua parte, come altre associazioni e privati cittadini», continua Franzoia. «La maggior parte delle spese è stata usata per il rinnovo dei documenti, come passaporti, carte di identità e permessi di soggiorno; segue la voce relativa a spese sanitarie e farmaci non coperti dal servizio sanitario; poi ci sono i rimpatri.
In misura minore le somme sono andate in piccoli viaggi, in biglietti di treno e autobus e nell’acquisto di vestiti e scarpe. I destinatari sono persone in stato di emarginazione sociale, che vivono in strada o in abitazioni di fortuna e non hanno altri riferimenti e reti familiari». La “Campagna per una solidarietà responsabile” - come viene spiegato in un opuscolo che sarà presto ristampato - “si propone di far riflettere i cittadini sul concetto di elemosina e di invitarli a chiedersi quanto il gesto di dare qualche spicciolo favorisca una reale emancipazione della persona in difficoltà.
Allo stesso tempo segnala che nella nostra città vi sono numerose realtà sociali e una attiva rete di volontariato che con i servizi sociali del Comune interagiscono per conoscere la storia di vita di ciascuna persona e andare incontro ai suoi reali bisogni”.
Queste realtà sociali sono Provincia e Comune di Trento, Banco alimentare del Trentino Alto Adige, Caritas, Casa tridentina della giovane, Croce Rossa, Fondazione comunità solidale, Frati cappuccini, Punto d'incontro e Villa S.Ignazio, che nel 2007 avevano dato vita a un tavolo sulla povertà. Due anni dopo gli stessi soggetti avevano sottoscritto un protocollo d'intesa e costituito il “Fondo di solidarietà città di Trento”, gestito dalla Croce Rossa Italiana della sede di Trento. «Ora ci sarà una turnazione e il titolare del conto diverrà Villa S.Ignazio», informa l’assessora. Quello dei senza dimora di cui il “Trentino” si sta occupando in questi giorni - continua Franzoia - «è un tema che sfugge e di cui non abbiamo una percezione reale.
Quando ci vengono segnalate persone che vivono all'aperto mandiamo sempre l'unità di strada e la polizia municipale per capire chi sono e che esigenze hanno. Spesso però quando arriviamo non c'è nessuno: qualcuno fugge per traffici illeciti, altri per scelta. Abbiamo creato lo sportello di via Endrici per facilitare la distribuzione dei posti nei dormitori e quest'anno non abbiamo avuto grosse liste di attesa anche grazie all'apporto del volontariato puro, come nel caso dell'alloggio di via Santa Croce, Casa Papa Francesco, che offre 25 posti».