Colpo di scena ieri nella trattativa tra le varie componenti del Pd trentino su come uscire dallo stallo totale, seguito alla crisi tutta interna alla maggioranza che ha governato il partito nell'ultimo anno, sotto la guida di Giulia Robol e Vanni Scalfi.
L. Patruno, "L'Adige", 24 febbraio 2015
La segretaria Robol - a sorpresa - ha infatti proposto ieri di affidare a Elisa Filippi, leader della minoranza del partito, che alle primarie aveva ottenuto la percentuale più alta dei consensi, ma non la maggioranza assoluta dell'assemblea, di assumere le redini del Pd trentino al suo posto, evitando così di portare il partito di nuovo a congresso a solo un anno dalle primarie, come tutti fino a ieri davano per scontato, visto che sembrava non esserci la volontà di trovare diversamente una soluzione unitaria duratura.
Dall'assemblea di lunedì della settimana scorsa, quando all'unanimità sono state chieste le dimissioni di Giulia Robol, dopo la sua autocandidatura a sindaco di Rovereto e il venir meno della maggioranza a seguito dell'addio di Vanni Scalfi e della sua componente, all'assemblea di ieri sera sembrava passato un secolo.
Per tutta la settimana si era discusso infatti della ricerca dei tre nomi dei «triumviri» - un nome per ogni componente - che avrebbero dovuto limitarsi a gestire il partito fino al congresso, da tenersi subito dopo le elezioni comunali, quindi a giugno o al massimo entro ottobre. Alla minoranza di Filippi veniva però concessa la figura più importante del portavoce all'interno dei triumviri. E così era stato messo sul tavolo il nome autorevole del senatore Giorgio Tonini , come figura di garanzia. Nello stesso tempo, però, Filippi aveva detto chiaramente, soprattutto negli incontri a cui ha partecipato personalmente domenica sera, di essere disponibile ad assumersi la responsabilità di guidare il partito, ma solo come segretaria politica, quindi per l'intera durata del mandato (due anni), non per pochi mesi fino al congresso di giugno. Per il ruolo di semplice «traghettatore» sarebbe restata la soluzione Tonini.
Ieri pomeriggio, prima dell'assemblea provinciale convocata per le 20.15, la segretaria Giulia Robol ha convocato una riunione con i due parlamentari Tonini e Michele Nicoletti, i due rappresentanti delle altre due mozioni Vanni Scalfi e Elisa Filippi stessa, poi il capogruppo provinciale Alessio Manica, il vicepresidente della Provincia, Alessandro Olivi, e Luigi Olivieri per la sua mozione, oltre alla presidente Lucia Fronza Crepaz. Nell'incontro ha annunciato di voler accogliere la disponibilità di Elisa Filippi a fare un tentativo per riunificare il partito, come poi ha ripetuto all'assemblea in serata.
«Propongo - ha detto ieri Robol - di chiedere a Elisa Filippi di sostituirmi nel ruolo di segretaria a fronte di un mandato che dovrà essere molto unitario dell'assemblea. Non so dire quale sarà il risultato ma mi auguro sia positivo. È chiaro che lei si riserverà di prendersi il tempo per capire se c'è un largo consenso, perché se non ci fosse un grande consenso non sarebbe il messaggio che né io né lei vorremmo mandare. Sprecare continuamente classe dirigente non sarebbe positivo. Lei ha vinto le primarie, esce meno danneggiata da questa situazione. Io mi metto a disposizione del partito, non per ruoli ma per rilanciare l'idea che ci siamo, andando oltre a questa impasse incomprensibile ai più». Elisa Filippi ha detto all'assemblea di essere disponibile: «Per un progetto politico chiaro e condiviso e per un mandato pieno per rilanciare il Pd». Per questo ha chiesto: «Qualche giorno per elaborare un progetto e fare un confronto con tutti». Vanni Scalfi a sua volta ha detto sì non potendo passare per quello che tirava indietro: «Va incoraggiato questo tentativo di dare una risposta politica a questa situazione. Va a beneficio di tutti. Ci vorrà qualche altro giorno. Se il progetto che Elisa ci presenterà ci convince ci stiamo».
Ieri dunque in assemblea Giulia Robol non si è dimessa, come ci si attendeva, perché attende di passare il testimone a Filippi. Ma la strada appare comunque irta di ostacoli.
I componenti dell'assemblea eletti con Robol, infatti, sono divisi in due: metà pronti a sostenere Filippi, mentre gli altri, tra cui Manica , i roveretani e lo stesso Olivi (che però non siede in assemblea), che aveva fatto capire di essere pronto a mettersi in gioco, più favorevoli alla soluzione congresso subito. A tutto questo si aggiunge la posizione del gruppo provinciale. Ieri assessori (mancava Borgonovo Re) e consiglieri si sono trovati e la loro indicazione (salvo Mattia Civico che ha sostenuto Filippi) è stata quella di dire: sì a Tonini traghettatore fino al congresso con il gruppo provinciale a supporto. Ma la proposta non è piaciuta.