«Non capisco la convenienza né per il Pd né per l'Upt di fondersi. A me pare che non sarebbe automatico che accogliendo l'Upt, il Pd possa intercettare tutti i voti di quelle civiche territoriali che oggi l'Unione per il Trentino intercetta». Michele Nicoletti, già segretario del Pd trentino e dal febbraio 2013 deputato dei Democratici, chiarisce con queste parole la sua posizione sulla proposta Upt di unire le forze tra i due partiti.
"L'Adige", 10 febbraio 2015
Onorevole Nicoletti, che ne pensa del dibattito in corso su un nuovo modello di partito in Trentino?
Prima voglio fare una premessa. Sono molto preoccupato per una discussione che è tutto su scatole e scatolette dei partiti in una fase in cui serve un grandissimo impegno sui problemi. Nell'ultimo rapporto Irvapp con la firma di Ugo Rossi si definisce il periodo 1999-2013 come il quindicennio perduto con una crescita del Pil annua media del 0,3%, la metà di quella italiana. Il tutto in una fase in cui la Provincia incassava fino al 107% delle tasse prodotte in loco. I politici trentini si dedichino a questi problemi qui.
Detto questo, sulla proposta di un dialogo del Pd con l'Upt che ne pensa?
Io, anche come segretario ho sempre detto che il Pd è un partito aperto, plurale e aperto alle culture riformiste, tra cui quella del cattolicesimo democratico e che tutti gli apporti sono positivi. Però...
Però?
Francamente non possiamo pensare che il primo partito italiano, il Pd, debba trasformarsi perché il piccolo partitino a livello nazionale (Scelta civica, ndr) non ha funzionato come dice Bressa.
C'è chi rifiuta il confronto per un'idiosincrasia con Dellai.
Qui non si tratta di un problema di Dellai o non Dellai: il fatto è che il quadro politico ha bisogno di una stabilizzazione e la sintesi del Pd con le elezioni europee, la leadership di Renzi, il gioco di squadra su Mattarella, sta andando in questa direzione. Mettere in discussione questo non ha senso, quando in tutta Italia avviene il contrario: sono i piccoli partitini che cercano di entrare in un'area più ampia.
Quindi chiude del tutto all'Upt?
No, io dico: sì al massimo di dialogo e apertura, ma non si può mettere in discussione il progetto del Pd. Diverso è il discorso sulle alleanze: in alcune occasioni dove c'è la possibilità di farlo lo si faccia, ma si tratta di un tema amministrativo, non della riflessione politica sull'identità del partito.
All'interno del Pd provinciale c'è chi chiede però di fare un Pd trentino, più autonomo dal livello nazionale. Che ne pensa?
Anche da segretario del Pd, non ho mai capito il senso di questa discussione.
Perché?
Anche se si andasse verso un modello confederale, ciò vuol dire comunque che dobbiamo avere un altro simbolo rispetto al Pd nazionale, ma mi pare una vera follia fare un altro soggetto per poi confederarsi con il Pd. Inoltre, è vero che il partito confederale prevede autonomia sul piano locale e regionale, ma si deve coordinare con il Pd romano sul piano nazionale e europeo.
E sulla scelta dei candidati per le politiche non ci sarebbe più autonomia?
Se vogliamo usare il simbolo nazionale del Pd le candidature sono confermate a livello nazionale. Ricordo poi che nessuno ha sindacato sulle nostre candidature alle ultime politiche e che abbiamo avuto un capolista deciso a Roma. Capolista che avremmo anche con l'Italicum. Il problema è quello di fare bene il Pd. Poi ricordo una cosa a proposito della proposta di Dellai.
E cioè?
All'epoca della nascita del Partito democratico in Trentino, la scelta di fare Pd e Upt venne allora fatta perché si riteneva che c'era spazio per le civiche territoriali a livello elettorale, spazio di voti che il Pd da solo non poteva conquistare. Quindi mi viene un dubbio.
Quale?
Mi domando: ma noi siamo sicuri che convenga da parte della coalizione la riduzione a due soggetti, Pd più Upt da un lato e Patt dall'altro? A me pare che lo spazio per le civiche territoriali ci sarà sempre in Trentino, lo spazio per l'Upt c'è. Non capisco la convenienza né per il Pd né per l'Upt di fondersi. La presenza dell'Upt, come partito territoriale è utile a tutti. E poi c'è anche la necessità di chiarirsi.
In che senso?
Occorre uscire da alcune ambiguità: non è che può accadere che si fa l'alleanza con gli autonomisti come centrosinistra nazionale per le nazionali e poi alle europee l'Upt si schiera con l'Svp che aderisce al Ppe mentre il Pd è nel Pse.