Il Pd di Rovereto, tramite il suo segretario cittadino, Fabiano Lorandi, prende posizione contro i senatori del proprio partito che nella commissione per le autorizzazioni a procedere ha votato contro la sanzione al leghista Roberto Calderoli che aveva offeso con un insulto razzista l'ex ministro Cecile Kyenge, definendola «un'orango».
"L'Adige", 8 febbraio 2015
Lorandi ha inoltrato alla stessa Kyenge la lettera che ha inviato al capogruppo Pd al Senato, Luigi Zanda. Peraltro il gruppo del Senato ha già fatto sapere che ribalterà la propria posizione, sostenendo che si è trattato di uno sbaglio.
«Carissima Cecile - scrive Lorandi - nell'esprimerti la solidarietà mia personale, delle donne e degli uomini del Pd di Rovereto per il voto negativo della maggioranza dei senatori (tra i quali anche quelli del nostro partito) all'autorizzazione a procedere nei confronti di Calderoli per le ignobili offese razziste e sessiste nei tuoi confronti, ti inoltro il testo del comunicato inviato a Luigi Zanda. Apprezzando l'impegno e il coraggio della tua attività politica, un abbraccio e un arrivederci».
A Zanda, Lorandi scrive come sia «possibile che i nostri Senatori pensino davvero che dare dell'orango a Cecile Kyenge, da parte di Calderoli, non costituisca diffamazione aggravata da finalità di discriminazione razzista, votando contro l'autorizzazione a procedere?
Evidentemente lo è, possibile, se l'hanno fatto. Ti prego di comunicare ai responsabili di questa ingiustificabile scelta, lo sconcerto, l'indignazione, la rabbia di quanti come me continuano a credere, nonostante tutto, che appartenere al Pd significhi far parte di una comunità di persone che fanno politica per garantire parità di diritti e rispetto dell'integrità e della dignità delle donne».
Sintomatico che la vicenda cada a pochi giorni dalla campagna di mobilitazione internazionale «One Billion Rising», che si terrà sabato 14 febbraio in molte città del mondo e anche a Rovereto. L'anno scorso un miliardo di attivisti e attiviste in 220 paesi del mondo si erano uniti per sollevarsi, scioperare e danzare per porre fine alla violenza contro le donne e a Rovereto erano in 300. Sabato si replica. Evidente che le donne in piazza contesteranno anche questa vicenda.