Pd a Dellai: "Niente ritorni al passato"

Replica dei quattro candidati alla segreteria: "Lo spazio se lo deve conquistare lui".
"L'Adige", 6 settembre 2009

«Lo spazio politico che ha in mente Dellai se lo deve conquistare lui, non è che il Pd debba consegnarglielo, questo secondo me è il non senso». Roberto Pinter , ex vice presidente della giunta provinciale, ex segretario dei Ds trentini e candidato alla corsa per la segreteria del Pd Trentino è categorico: «Non basta la decisione di qualcuno perché ci si collochi da una parte piuttosto che dall'altra: l'elettorato ha una sua maturità quindi, anche se il Pd domani decidesse di ritagliare uno spazio ad un altro partito, non sarebbe una cosa da poter fare a tavolino». Dello stesso parere gli altri tre candidati, che giudicano le affermazioni del presidente fuori luogo e «quantomeno indelicato» l'intervento con cui, sull'Adige di ieri, Dellai ha dichiarato il fallimento del Pd invitandolo a spostarsi a sinistra. «Quale spazio occuperà il Pd lo decideranno gli elettori. Ogni tanto il presidente si fa anche prendere un pochino dall'onnipotenza: ricordo che già nel passato aveva tentato di ridisegnare le prospettive di altri soggetti politici, penso al Patt, che però è ancora qui. Voglio dire che ci sono delle esigenze e delle istanze di rappresentanza che neanche il presidente, pur col suo notevole potere, può ridistribuire», conclude Pinter. Il sindaco di Arco Renato Veronesi non ha gradito l'intromissione di Dellai nelle vicende del Pd poco prima della fase congressuale: «So che il presidente, per sua stessa ammissione, si dichiara sostenitore della mozione Bersani: se questo da un lato non può che farmi piacere, dall'altro trovo quantomeno indelicato che Dellai entri in questo modo nelle vicende congressuali di un partito che è diverso dal suo. In Trentino il Pd ha vinto e questo è sotto gli occhi di tutti, ed è anche grazie a questa vittoria che Lorenzo Dellai è stato riconfermato presidente. Io credo quindi che chiedere al Partito democratico di farsi da parte, di stare a sinistra in qualche modo liberando spazi per un centro riformista, non porti a nulla. Il ragionamento di Dellai avrebbe bisogno di un Partito democratico mai nato e di una Margherita ancora viva, ma uno c'è e l'altra no. Invece che dirci di creare spazio, chi non si riconosce nel Pd dovrebbe adoperarsi per la costituzione di un centro riformista capace di attrarre il voto moderato ora ad appannaggio del centrodestra e che il Pd non è in grado di attirare completamente». Michele Nicoletti è al solito pacato ma fermo: «Da un lato mi fa piacere che il presidente Dellai si occupi delle sorti di un partito diverso dal suo dimostrando attenzione verso i partner della coalizione che noi siamo impegnati a sostenere con ogni energia per renderla sempre più forte - afferma prima si sganciare un "siluro" -. Dopodichè devo dire che quella del presidente mi sembra da un lato una strategia militare geografica in cui c'è un generale che pensa di poter posizionare le truppe da una parte e dall'altra senza rendersi conto che l'elettorato è libero e sceglie con la propria testa e lo ha dimostrato anche alle ultime elezioni europee quando il presidente Dellai aveva invitato a votare altrimenti (al Pd, ndr) e ci sono state molte persone dell'Upt che hanno scelto di votare per il Partito democratico. Io credo che il Pd debba fare due passi avanti, altro che uno indietro, posizionandosi non a destra o a sinistra ma nel cuore della gente». Giorgio Tonini ieri era a Genova, per la festa nazionale del Pd: «Le dichiarazioni di Dellai non mi hanno sorpreso perché non sono una novità: del resto aveva già deciso di prendere parte, seppur dall'esterno, al congresso del Pd sostenendo pubblicamente la mozione Bersani che si propone esattamente lo stesso obiettivo: spostare il Pd a sinistra per aprire spazi al centro. Io la penso all'opposto: per tornare a vincere non dobbiamo ricostruire un centrosinistra su due gambe, com'era con Ds e Margherita: siamo partiti da lì e con quello schema, non dobbiamo dimenticarlo, abbiamo fallito la prova del governo nel 2006/2008. Questa posizione di Dellai dimostra che non possiamo fare del congresso del Pd trentino una vicenda localistica e introversa, come se le grandi questioni nazionali non ci riguardassero: il nostro congresso è fortemente connesso con quello nazionale, ci vuole un grande partito anche in Trentino che sappia rispondere alla sfida che Dellai ci ha lanciato».