La democrazia non è qualcosa di dato una volta per tutte. È un patto da ristabilire ad ogni generazione

Dopo la bella elezione di Sergio Mattarella sabato scorso, martedì il nuovo Presidente della Repubblica è venuto alla Camera per il Giuramento. Dopo i primi gesti (il primo pensiero rivolto a quanti sono in difficoltà, poi la visita alle Fosse Ardeatine) c’era una grande attesa nei confronti del discorso di apertura 
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Michele Nicoletti, "Trentino", 6 febbraio 2015


Mi è piaciuta l’apertura dedicata alle tante situazioni di sofferenza legate alla crisi economica e sociale con la chiara indicazione del fatto che i diritti sociali (cibo, alloggio, lavoro, accesso alle cure e all’istruzione) sono diritti fondamentali. E poi la menzione dei nostri organi di garanzia (Corte e Magistratura) e all’importanza della loro indipendenza. E poi via via l’enumerazione delle grandi questioni in cui ogni pezzetto sembrava trovare il suo posto. Come se dopo anni di confusione, di sovrapposizioni, di sconfinamenti, di intrecci impropri tra i poteri ora tutto venisse rimesso al suo posto. Equilibrio, sobrietà di linguaggio, senso delle istituzioni. Ha ricordato uno per uno i principi della Costituzione e il Parlamento ogni volta si è riconosciuto con un applauso.
Lo dico senza retorica: a distanza di tanti  anni è bello che un Paese si riconosca in modo forte nei propri valori fondanti.  Nonostante le tante criticità e debolezze in certi momenti della storia tocchi con mano che le istituzioni democratiche si sono radicate nel tessuto della  società e nel cuore delle persone. Mai in maniera scontata. Mattarella lo ha detto: la democrazia non è qualcosa di dato una volta per tutte. È una scelta da  rifare ogni giorno. Un patto da ristabilire ad ogni generazione. Ho visto tanti giovani deputati ritrovarsi a casa in questo stile antico. Non da Prima  Repubblica o da democristiani come è stato detto, ma da chi mette le istituzioni al primo posto rispetto ai personalismi e agli interessi di parte. Ha sottolineato poi l’importanza dell’art. 3 della Costituzione, ossia il dovere di rimuovere gli ostacoli che limitano la libertà e l'uguaglianza e l’importanza di  ridare al Paese un orizzonte di speranza.
E ancora declinare i principi costituzionali sulla base delle nuove tecnologie e superare il divario digitale, portare a compimento il percorso delle riforme per rendere più adeguata la nostra democrazia e valorizzare maggiormente il senso della rappresentanza parlamentare, sostenere la famiglia quale risorsa della Comunità e rafforzare la lotta alla mafia e alla corruzione. Molto significativo e importante è stato anche il richiamo all'emergenza umanitaria rappresentata dai tanti profughi e richiedenti asilo e alla necessità di rispondere a questa emergenza con generosità e solidarietà da parte di tutti i Paesi europei. Di buon auspicio e assolutamente condivisibile è inoltre la prospettiva delineata per il futuro assetto dell'Unione Europea, che dovrà essere orientato al rafforzamento del processo integrativo rilanciando senza indugi l'obiettivo di un'Unione politica.