Sei giovani della collina, sei storie di impegno e abnegazione differenti ma legate da un medesimo fil rouge: il lavoro. Questo il tema della conferenza organizzata martedì sera dal circolo Pd Marzola nel centro civico di Povo. Un incontro che ha messo a confronto l’assessore allo sviluppo economico Alessandro Olivi, Franco Ianeselli della segreteria della Cgil, Alessandro Dascola della CooperJob (una delle realtà che si occupa di rendere operativo il Progetto Garanzia Giovani) e i ragazzi (tre in collegamento via Skype, gli altri in sala) con le loro storie personali e le loro esperienze di vita.
"Trentino", 5 febbraio 2015
Uno fa il cuoco a Ibiza, dopo essersi formato in Trentino alla scuola alberghiera, l’altro il responsabile clienti alla Lego di Madrid forte della sua laurea all’Università di Trento in economia; poi c’è il giovane esperto di finanza che sta a Londra e guadagna centinaia di migliaia di euro l’anno, l’ingegnere che s’è trasferito a Stoccarda e lì resta perché qui «le opportunità sono ridotte all’osso» e infine ci sono i ragazzi che hanno scelto di restare, si sono rimboccati le maniche e sono riusciti ad aprire una cartoleria e un negozio di libri usati a Povo «pur nell’assoluta indifferenza delle istituzioni».
Il primo a parlare è stato Andrea Segatta, ingegnere a Stoccarda, che si occupa di prevenzione dei rischi idroegologici. «Grazie all’università di ingegneria di Trento ho potuto completare la mia formazione in Germania - ha raccontato - con una doppia laurea. A Stoccarda ho trovato un mondo dove si premia effettivamente il merito e l’impegno e si riesce a lavorare bene, con continuità e stabilità. Mi piacerebbe tornare a Trento ma tutti i miei amici che sono in Italia mi dicono che la situazione lì è molto difficile anche per noi ingegneri. Rimarrò qui, quindi, in attesa di momenti migliori». Ivan Giacomoni invece a Trento ha provato a tornare. Lui è un economista, lavora a Madrid, alla Lego, ma appena ha saputo che l’Azienda sanitaria di Trento bandiva un concorso pubblico ha preso al volo l’occasione e s’è iscritto per partecipare alla prova. «Ho prenotato l’aereo e svolto tutte le pratiche del caso – ha spiegato via Skype il giovane – poi quando stavo per partire, all’ultimo momento, mi hanno comunicato che il concorso era stato spostato. Mi è saltato tutto. Per me riorganizzarmi era praticamente impossibile e francamente questo tipo di gestione mi ha fatto una pessima impressione. Mi sono venuti molti dubbi e perplessità rispetto al rientrare in Italia. Comunque - ha concluso - ad oggi non consiglio ai giovani italiani di venire in Spagna. Le cose non vanno bene e gli stipendi d’ingresso non superano gli 800 euro mensili». Chi di soldi ne guadagna e tanti, invece, è Federico Oliva, economista, laureato alla Oxford University che si occupa di finanza a Londra. «Guadagno tanto ma lavoro anche tanto, tutti i giorni fino all’1, le 2 di notte - ha detto - e per arrivare dove sono ho dovuto studiare moltissimo. L’impegno secondo me alla fine paga. A mio parere il Trentino è un territorio che ha tutto per essere interessante per le eccellenze internazionali. Però servirebbero maggiori rapporti tra le imprese, le università e i centri di ricerca». Carlo Baldessari ha poi raccontato della sua esperienza da cuoco a Ibiza. Lui, un’eccellenza della cucina “nostrana”, formatosi alla scuola Alberghiera e con una importante esperienza lavorativa alle spalle (anche allo Scrigno del Duomo) oggi si trova nell’isoletta delle Baleari dove, ha spiegato, sente davvero apprezzato e valorizzato il suo lavoro. E poi è toccato a due ragazzi che a Povo sono rimasti e sono riusciti ad aprire due diversi negozi: Ivan della Ab Cartocopisteria e Andrea del negozio di libri usati “Scambio d’Autore”. Entrambi hanno raccontato le difficoltà che hanno avuto ad aprire le loro attività. Su tutte la burocrazia. sia Ivan che Andrea, infatti, non hanno potuto accedere ai contributi della Provincia perché hanno speso meno di 10 mila euro, cifra minima per i finanziamenti, per dare il via ai loro negozi. «Abbiamo vissuto il paradosso che volendo risparmiare siamo stati lasciati soli dalle istituzioni». «Una cosa che non si verificherà più - ha detto Olivi che ha concluso la serata - perché la Provincia sta creando un fondo unico con l’obiettivo di mettere a disposizione dei nuovi imprenditori dei vaucer fino a 50 mila euro, senza soglie minime di accesso e di dargli la possibilità di detassare anche le imposte statali e non solo l’Irap (come funziona oggi)».
Lavoro, le ricette dei giovani, P. Giacomoni, "L'Adige", 5 febbraio 2015
Serata molto particolare e interessante quella organizzata martedì dal circolo Marzola del Pd sul tema del lavoro e dell'imprenditoria giovanile con le testimonianze in sala di giovani imprenditori locali e, soprattutto, con l'inedita diretta streaming da Stoccarda, Madrid e Londra di altrettanti giovani laureati «poèri» che hanno scelto di lavorare all'estero. Giovani assoluti protagonisti che, per una volta, hanno quasi «oscurato» gli interventi dei relatori presenti: l'assessore e vice presidente della giunta provinciale Alessandro Olivi, il sindacalista Franco Ianeselli e Alessandro Dascola di Cooperjob, che, dopo l'introduzione di Michele Brugnara referente del circolo dem, hanno illustrato progetti e dati statistici sul preoccupante fenomeno della disoccupazione giovanile in Trentino. Da parte loro Andrea Segatta, ingegnere a Stoccarda, Ivan Giacomoni «senior advisor» alla Lego di Madrid, Federico Oliva broker finanziario alla Morgan Stanley di Londra e, in sala, Carlo Baldessari «chef» a Ibiza, hanno avuto il merito di catturare l'attenzione del numeroso pubblico in sala con spontanee e significative testimonianze della scelta difficile, qualche volta obbligata ma anche stimolante, di abbandonare il proprio paese e gli affetti per lavorare e vivere all'estero.
Altrettanto efficaci gli interventi in sala di Ivan Andreolli di «AB Cartocopisteria» e Andrea Luppino di «Scambio d'autore», che insieme ai rispettivi soci Ermann Bisesti e Andrea Tomasi, sfidando burocrazia e pesanti difficoltà finanziarie e senza alcun sostegno da parte dell'ente pubblico, hanno invece avuto il coraggio di restare, creando dal nulla due interessanti realtà commerciali nel sobborgo.
Da un lato quindi una «fuga di cervelli» e di preziose professionalità non valorizzate, quasi snobbate, dal «ricco e progredito» Trentino e dall'altra due rischiose scommesse che devono quotidianamente fare i conti solo sulle proprie forze, «assediati» dalla burocrazia e da un fisco ai limiti del sostenibile. Difficile quindi da parte dei relatori dare risposte rassicuranti ai molti quesiti posti da questi giovani se non attraverso le consuete buone intenzioni e l'illustrazione di quei progetti, alcuni ancora in embrione, altri di incerta efficacia e realizzazione a causa di una crisi economica di cui è difficile intuire la fine.
È certo fondamentale adeguarsi agli standard nord europei in materia di gestione del mercato del lavoro, importante valorizzare le professionalità e perfezionare l'incontro tra la domanda e l'offerta, ma probabilmente era altrettanto importante una seria riflessione sulle scelte legislative a livello nazionale (legge Fornero, Jobs Act), che ad ora sembrano andare in direzione opposta rispetto all'auspicata limitazione delle precarietà e al necessario ricambio generazionale.
«Normative conseguenti anche a livello locale - è stato sottolineato - per eliminare assurdi paletti, trappole burocratiche e tassazioni indiscriminate che impediscono il svilupparsi dell'imprenditoria giovanile».