Come circolo del PD della Valle di Cembra abbiamo inteso le Comunità di Valle, fin dalla loro costituzione, come lo strumento per - partendo da una progressiva comune gestione di servizi - favorire la coesione del nostro territorio. La seppur breve esperienza della Comunità non ha però portato ai risultati da noi auspicati.
Mentre, in una prima fase, la Comunità è stata protagonista di scelte non sempre facili, ma inderogabili, come l'abbandono del progettato “centro servizi” e l'apertura della casa di riposo a Lisignago, progressivamente il suo ruolo è andato ridimensionandosi. Tutto ciò, a nostro avviso, per alcune motivazioni. In primo luogo per la mancata attuazione della riforma istituzionale per cui non si è promosso il decentramento dalla Provincia ai territori, secondariamente per i conflitti tra i Comuni e Comunità e per la sovrapposizione di ruoli tra Assemblea e Conferenza dei Sindaci. Infine per un governo della Comunità che in alcuni casi non è stato in grado di promuovere una visione innovativa del territorio e di favorire le spinte coesive auspicate all'inizio del percorso.
Ora la nuova riforma istituzionale – i cui contenuti sono stati ribaditi con determinazione dall'assessore Daldoss in una serie di serate pubbliche in Valle, la prima delle quali organizzata proprio dal circolo PD - impone di fatto una forte accelerazione verso la dimensione sovracomunale ponendo le attuali amministrazioni di fronte ad un bivio: o si fa finta di niente ora e dalla prossima legislatura si dovranno gestire tutti i servizi in maniera associata entro ambiti piuttosto ampi (5.000 abitanti) decisi in sede provinciale, oppure si procede con dei progetti di fusione di due o più comuni. Il tutto da decidere entro il 10 marzo.
Siamo di fronte ad una sfida troppo importante per il futuro della nostra valle, per non prospettare una strada che possa essere fruttuosa e risolutiva.
Alla luce di queste considerazioni il Circolo PD auspica una Valle di Cembra Unita attorno a valori di identità geografica, culturale, ambientale, economica che identificano la nostra valle non come una mera “espressione geografica”, per non rimanere sempre più marginali rispetto alle scelte politiche provinciali.
Per questo crediamo che la scelta coerente con questa “visione “ di Valle unita, passi inesorabilmente attraverso percorsi che favoriscano la fusione dei comuni della Valle.
In queste ultime settimane pare emergere la volontà, soprattutto sul versante destro della valle, di procedere verso ipotesi di fusioni. Riteniamo che tale prospettiva vada affrontata e condivisa con i cittadini, i quali, attraverso lo strumento del referendum, avranno il compito di decidere. Crediamo sia fondamentale, per il futuro della nostra Valle, provare a superare le storiche conflittualità tra “campanili” che in molti casi sono già superate da una pratica collaborativa che sul piano del volontariato sociale e culturale è già patrimonio comune. L'obiettivo dovrà essere quello di coniugare semplificazione amministrativa e valorizzazione delle identità e della vitalità storica dei molti nostri paesi e centri abitati.
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