«È stato emozionante. E nel gruppo oggi il nuovo capo dello Stato già veniva chiamato, scherzando, San Sergio, perché è riuscito nel miracolo di ricompattare il Pd». Michele Nicoletti, deputato trentino del Partito democratico, con questa battuta dà però già una prima lettura politica di non poca importanza per il Pd del risultato del voto di ieri.
L. Patruno, "L'Adige", 2 febbraio 2015
Onorevole Nicoletti, come spiega questo larghissimo consenso per Mattarella?
Innanzitutto vorrei dire che sono molto contento per la persona che è stata eletta e per il modo. Credo che ciò sia stato possibile perché Mattarella nel suo profilo, come ha detto Renzi quando lo ha presentato ai grandi elettori del Pd, è innanzitutto simbolo della battaglia per la legalità e contro la mafia alla quale è legata la sua storia familiare. I colleghi parlamentari siciliani erano commossi perché lui rappresenta il volto di una Sicilia diversa rispetto a quella a cui spesso si pensa. Poi come giudice della Corte costituzionale è attento al ruolo delle istituzioni che non vanno piegate a logiche di parte. Infine, si è dimesso perché contrario alla legge Mammì che favoriva le tv di Berlusconi e anche questo conta. Insomma, è una persona per bene.
E dal punto di vista politico cosa ha significato questo voto?
Beh, innanzitutto ha smentito le voci secondo cui dietro il patto del Nazareno con Berlusconi per le riforme si nascondesse un accordo sul capo dello Stato o scambi di favori. Il nome di Mattarella è stato proposto dal Pd e poteva essere votato anche da Forza Italia, non aveva le caratteristiche di una rivalsa personale, non era una provocazione, e infatti molti parlamentari di Forza Italia lo hanno votato. Per il Pd è stata una boccata d'aria di buona politica, stile, sobrietà, rigore e convergenza.
Mattarella è il presidente di Renzi?
Mattarella, che è stato ministro per i rapporti con il Parlamento, per sua tradizione politica e storia personale è uomo della «democrazia parlamentare». Per lui è centrale il Parlamento ed è alieno alle forme di personalizzazione, verticalizzazione del potere o di presidenzialismo che sono più nelle corde di Renzi. Questo fa ancora di più onore al presidente del consiglio che ha proposto un capo dello Stato con queste caratteristiche. Certo Mattarella non sarà un presidente alla Pertini, perché è più istituzionale, ma forse in questo periodo storico alla politica serve recuperare questo stile.
Il governo Renzi esce rafforzato o i problemi emersi nel Nuovo centrodestra creeranno difficoltà di tenuta?
Renzi si è rafforzato decisamente. Ha fatto quello che neppure De Gasperi era riuscito a fare: eleggere il nome da lui proposto alla quarta votazione. È vero che c'è stata qualche sofferenza nell'Ncd, ma ritengo che questo passaggio abbia dimostrato che nessuno può avere poteri di veto. Ora mi auguro che Forza Italia non si metta di traverso sulle riforme. Sarebbe grave.