Aula ingessata sull'omofobia

Mattia Civico, primo firmatario del disegno di legge: «Non dobbiamo avere paura di riconoscere legami affettivi, e l'identità di ognuno non è un capriccio, ma una profonda verità. E non possiamo impedire a nessuno di cercare la propria intima coerenza». Ecco tutti i buoni motivi per approvare la norma anti omofobia.
D. Battistel, "L'Adige", 30 gennaio 2015

 
Dignità della persona 
Nel presentare la sua proposta spiega chiaramente che «i diritti non sono una minaccia, ma una occasione per rafforzare legami di appartenenza alla Comunità». In questo senso, dunque, riconoscere la dignità delle persone e «affermare che non esistono le persone sbagliate» è «una possibilità che possiamo cogliere». Promuovere quindi una cultura della non discriminazione e del rispetto vuol dire tutelare tutti».
No alla paura 
«Non dobbiamo avere paura di riconoscere legami affettivi, e l'identità di ognuno non è un capriccio, ma una profonda verità. E non possiamo impedire a nessuno di cercare la propria intima coerenza» sottolinea con forza mattia Civico. 
«Dietro ogni definizione - continua il consigliere del Pd - ci sono persone con percorsi spesso di travaglio e di sofferenza. E spesso è un dolore strettamente legato al nascondimento, all'incomprensione e all'insulto altrui. Nessuno deve essere messo in un angolo per l'amore che sente».
Questione di modernità 
Civico, infine, sostiene la necessità di votare questa legge «perché è una norma che non ha effetto sulle competenze nazionali, come stato civile e adozione, ma agisce nell'ambito delle competenze provinciali. Una comunità che si dota di strumenti per abbassare il livello di discriminazione e violenza ed innalzare il livello di comprensione e appartenenza é una comunità che ha il coraggio di guardare avanti e di non chiudersi nella paura».


Che la nomina della Giunta per le elezioni portasse via un giorno e mezzo di lavori in aula, o che in Consiglio provinciale si discutesse per ore e ore circa la sostituzione di un componente del Dreier Landtag (alzi la mano chi, fuori da Piazza Dante, conosce bene funzioni e obiettivi dell'ente) in tempi normali non lo crederebbe nessuno.
Eppure da due giorni il Consiglio provinciale è bloccato su «minutaglia» e rischia di rimanervi ancora per parecchio. La paralisi è stata voluta dal centrodestra nel tentativo di bloccare nuovamente l'approvazione della legge sull'omofobia, sulla falsa riga del «blitz» compiuto alla fine dello scorso anno.
Quella di bloccare il Consiglio non sulla norma contestata bensì sui punti precedenti dell'ordine del giorno è una tecnica ostruzionistica mai utilizzata prima dalle forze della minoranza che, evidentemente, ha spiazzato la maggioranza. La quale ieri ha dimostrato tutta la sua insofferenza di fronte alle «furberie» dell'opposizione, accusandola più o meno apertamente di violare le regole del gioco.
Accuse che dal centrodestra sono però subito state ricacciate dall'altra parte del campo. «Dicono furbetti a noi ma poi sono loro ad aver architettato la strategia di votare il primo articolo della legge sull'omofobia e cancellare tutti gli altri per evitare la discussione e portare a casa il risultato» attaccano dall'opposizione. «Ci sono strumenti ostruzionistici e antiostruzionistici» la replica del presidente Ugo Rossi.
Risultato: Consiglio paralizzato e addirittura sospeso per un'ora a metà mattina per la mancanza del numero legale provocata dai consiglieri di maggioranza che, stufi dei lunghi interventi dei colleghi oppositori, si erano concessi chi un caffè, chi una sigaretta, chi una telefonata.
Nel merito, come spieghiamo nei due articoli qui sotto, sul tema dell'omofobia in aula si scontrano due opposte concezioni.
Il disegno di legge che a questo punto andrà in discussione forse solo la prossima settimana, è il frutto della sintesi tra il lavoro dei consiglieri di maggioranza (primo firmatario Mattia Civico) e la proposta di legge di iniziativa popolare risalente ancora nel 2012.
Nell'articolo 1 - quello che più pare interessare alla maggioranza - viene stabilito che la Provincia promuova la realizzazione dell'uguaglianza sostanziale tra gli individui, anche all'interno della loro dimensione affettiva, e garantisca la parità di diritti di ogni persona, considerando ogni discriminazione legata all'orientamento sessuale, all'identità di genere o alla condizione di intersessualità come una violazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali.
La legge individua misure per il superamento (anche sul posto di lavoro) delle condizioni di discriminazione e per la sensibilizzazione sui fenomeni dell'omofobia, della transfobia e del bullismo, valorizzando il ruolo e l'apporto dei soggetti del terzo settore, costituendo anche l'Osservatorio sulle discriminazioni.
Gli articoli successivi sono delle specificazioni delle finalità del primo e per questo il centrosinistra autonomista sarebbe disposto a cancellarli, pur di evitare le mosse ostruzionistiche della minoranza.
Si determina che la Provincia possa aderire a enti o a organismi nazionali e sovranazionali che contrastano le discriminazioni determinate dall'orientamento sessuale, dall'identità di genere o dall'intersessualità.
Tra i punti più contrastati c'è l'articolo 5 sulle azioni di sensibilizzazione culturale, nel quale si stabilisce che «la Provincia sostiene azioni di sensibilizzazione riguardanti il pluralismo dell'orientamento sessuale e dell'identità di genere, con particolare riguardo all'affettività e alla sessualità». È soprattutto il secondo comma a creare dibattito quando si propone che nelle scuole si possano promuovere «specifici progetti e attività sui temi dell'educazione alla sessualità e all'affettività, della promozione della salute e della prevenzione e del contrasto al bullismo omofobico».