Scheda bianca, come da indicazione del Pd, per i parlamentari trentini del centrosinistra autonomista alla prima votazione per il presidente della Repubblica. Ma il pensiero è già a oggi, o più probabilmente a domani, quando si conta di eleggere il successore di Giorgio Napolitano. Il nome proposto ieri da Matteo Renzi - Sergio Mattarella, cattolico democratico, ex Margherita e poi Ulivo, più volte ministro e oggi giudice della Corte costituzionale - convince deputati e senatori trentini.
C. Bert, "Trentino", 30 gennaio 2015
«Una candidatura eccellente» per Lorenzo Dellai, presidente del gruppo Per l'Italia-Centro Democratico, che conosce bene Mattarella dai tempi della Dc e da quando poi fu candidato in regione nel 2001. «Un sostegno su cui c'è grande convinzione e su cui altre forze politiche possono convergere, senza giochi tattici e secondi fini», ha detto Dellai, che ha ricordato come quello di Mattarella fosse nella rosa di nomi anche del suo partito, oltre a Romano Prodi, di cui ha citato il comunicato in cui «con grande e sofferta dignità ha affermato “posso essere un segno di contraddizione ma non voglio essere uno strumento di divisione”». «Vorrei fare notare - ha detto anche Dellai ai microfoni di RaiNews24 - la scena molto bella dell'applauso affettuoso rivolto a Giorgio Napolitano all'ingresso in aula», un affetto che Dellai ha riferito a uno stesso «stile, profilo morale e certo modo di vedere la politica e le istituzioni» propri anche di Mattarella.
Anche il senatore Upt Vittorio Fravezzi può parlare di Mattarella per conoscenza diretta: «È sempre stato la nostra prima scelta tra i nomi che circolavano, ha le caratteristiche e la statura che avevamo chiesto e compatta tutto il centrosinistra». Previsioni? «Salvo colpi di scena ce la farà... Questa volta Renzi ha giocato con grande abilità questa partita, nulla è stato lasciato al caso. Niente a che vedere con il caos del 2013, ma certo quello era tutt’altro contesto, si veniva da elezioni da cui non era emersa una chiara maggioranza».
Soddisfatto Franco Panizza, senatore Patt, che ricorda come già due giorni fa, incontrando il premier con la delegazione autonomista, avesse capito che il nome su cui Renzi puntava era quello del giudice costituzionale: «L’identikit era chiarissimo».
Nel Pd il deputato Michele Nicoletti insiste sul valore della proposta così come Renzi l’ha presentata, «per la battaglia per la legalità di Mattarella, la sua storia di lotta alla mafia, ma anche la coerenza di chi sa rinunciare a una poltrona». «Con questo nome Renzi ha smentito chi lo voleva sotto ricatto del patto con Berlusconi, scegliendo una figura indipendente. Spiace vedere che Forza Italia mischia questa elezione con le riforme istituzionali, mi auguro che nelle prossime ore possa convergere su questa figura autorevole».
Alla sua prima esperienza romana, catapultata in parlamento come grande elettrice, la presidente del consiglio regionale Chiara Avanzo ieri ha partecipato all’assemblea dei grandi elettori del Pd in cui Renzi ha candidato ufficialmente Mattarella: «Per me non è uno sconosciuto, se non altro per la paternità del Mattarellum. È una figura che valuto positivamente perché fuori dalle dinamiche attuali della politica. Ci siamo confrontati anche tra noi autonomisti, il nome del resto era nell’aria, e il parere è positivo per tante ragioni». Quanto alla liturgia del pre-elezione, Avanzo confessa: «Non sapevo cosa aspettarmi, ma ho trovato un clima concreto e costruttivo».
Fuori dal coro resta il senatore della Lega Sergio Divina, che ha votato il nome scelto dal suo partito e da Fratelli d’Italia, il giornalista Vittorio Feltri: «Noi terremo Feltri fino alla fine, per marcare che non ci stiamo a giochi e giochetti». Su Mattarella il giudizio non è tenero: «Abbiamo personaggi, come lui, che galleggiano da più di vent’anni, di una neutralità tale che nessuno aveva nemmeno pensato al suo nome. Ma è umiliante ripiegare su una persona che dovrebbe essere il vanto di un Paese perché sui candidati veri non si trovano le convergenze. Mai come in questo momento serviva un presidente picconatore in grado di dire anche dei “no” al presidente del consiglio». E sull’ex alleato di Forza Italia commenta: «Qui nessuno capisce più dove sia l’accordo con Renzi. Berlusconi ha ceduto su tutta la linea, dalle riforme fino al presidente della Repubblica».
Il deputato 5 Stelle Riccardo Fraccaro spiega invece di aver votato «con orgoglio ed emozione» Ferdinando Imposimato, vincitore delle quirinarie promosse dal Movimento di Grillo: «Un baluardo della legalità e delle istituzioni, che ha lottato contro la criminalità e il terrorismo svelando gli intrecci tra politica e malaffare». Oggi si ricomincia: secondo scrutinio alle 9.30.
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