Arrivati sull'orlo di una rischiosissima rottura sul sindaco di Rovereto, che avrebbe potuto minare la tenuta stessa della coalizione provinciale che sostiene il governatore Ugo Rossi, ieri Pd, Upt e Patt, si sono fermati prima di precipitare. Non c'è stato alcun intervento diretto o tentativo di mediazione del presidente della Provincia, che ancora ieri vedeva come unica via d'uscita le primarie, ormai ritenute improponibili sia nel Pd che da mezza Unione per il Trentino.
L. Patruno, "L'Adige", 29 gennaio 2015
A superare l' impasse è stata invece la decisione dell'Upt provinciale di togliersi dal «cul de sac» in cui era finita, che avrebbe portato come unico sbocco alla frantumazione della coalizione, facendo un passo indietro, eliminando il veto sul nome del sindaco uscente Andrea Miorandi (Pd). All'incontro fra i segretari provinciali, convocato per le 18 di ieri da Donatella Conzatti, la segretaria dell'Upt si è presentata già con l'intenzione di evitare la spaccatura. Infatti, mezz'ora prima dell'incontro dichiarava fiduciosa: «Noi confermiamo il valore della coalizione che abbiamo creato. Usciremo con una soluzione».
Per tutto il giorno, del resto, esclusa la posizione più dura dell'assessore provinciale vallagarino, Tiziano Mellarini , che ancora in mattinata diceva di augurarsi che il Pd si presentasse con la proposta di un altro nome alternativo a Miorandi, magari quello della stessa segretaria del partito, Giulia Robol, i consiglieri provinciali guidati dal capogruppo Gianpiero Passamani erano ormai convinti che non ci fosse più spazio per tirare oltre la corda e soprattutto non avevano nessuna intenzione di romperla.
«Quando ci siamo seduti - spiega Passamani, presente all'incontro assieme a Mario Tonina, - sapevamo già che non c'era spazio di manovra. Abbiamo dunque preso una decisione responsabile come Upt provinciale, che potevamo prendere già tre mesi fa. Mi spiace - aggiunge il capogruppo con un accenno polemico verso chi ha condotto la trattativa - che si sia illuso il nostro coordinamento comunale». Infatti ieri il coordinatore di Rovereto, Roberto Maffei, se n'è andato via dall'incontro sbattendo la porta. Lo stesso leader del partito e fondatore del centrosinistra autonomista, Lorenzo Dellai da Roma si era fatto sentire ripetutamente nel corso della giornata con un ammonimento: «Le coalizioni sono difficilissime da costruire ma facilissime da distruggere. La coalizione è un bene comune, che non si può piegare a interessi contingenti». Parole di cui la segretaria Conzatti, messa nell'angolo, non ha potuto non tenere conto.
Ma anche in casa Pd, la trattativa su Rovereto, ha lasciato degli strascichi pesanti nei rapporti interni al partito. E ieri sera, dopo il positivo esito dell'incontro, sia la segretaria Giulia Robol che il vicepresidente della Provincia, Alessandro Olivi non hanno fatto a meno di stigmatizzare le assenze del capogruppo provinciale Alessio Manica e il segretario del circolo locale Fabiano Lorandi. Dice Giulia Robol : «Non è stato semplice per l'Upt e ho apprezzato molto il senso forte di coalizione dell'Unione e della sua segretaria dopo tutto quello che è successo in questi giorni. Mi rammarico invece tanto per l'assenza di Manica e Lorandi per la loro scarsa fiducia e senso di responsabilità e interesse per la coalizione. Questo è il risultato dello sforzo notevole che è stato fatto a livello provinciale per tenere unita la coalizione». «Noi - aggiunge il vicepresidente Alessandro Olivi - abbiamo detto chiaramente che non c'erano le condizioni per ipotesi diverse ribadendo però il valore della coalizione. È stata molto importante la mia presenza e di Vanni Scalfi al fianco della segretaria Robol a quell'incontro che ha permesso di portare a casa il risultato. Ci siamo presi la nostra responsabilità. Hanno sbagliato quelli che non sono venuti». Per Robol l'aver raggiunto l'accordo di coalizione su Rovereto vuol dire anche rafforzare la sua segreteria, almeno fino all'esito delle comunali, che era stata messa così apertamente in discussione negli ultimi giorni.
Il segretario del Patt, Franco Panizza , da parte sua rivendica di essere stato l'artefice della soluzione: «Coalizione ricomposta grazie al Patt». Gli autonomisti avevano detto sia al Pd che all'Upt che in caso di rottura «il Patt si sarebbe presentato da solo al primo turno con un suo candidato».
L'Upt si rimangia tutto: sì a Miorandi. Cadono i veti sul sindaco uscente. E inizia la resa dei conti, "L'Adige", 29 gennaio 2015
«È un atto di coraggio, quindi pretendiamo rispetto». Con queste parole, ieri al termine del vertice di maggioranza, il segretario Upt Donatella Conzatti ha annunciato il passo indietro. Inatteso e dirompente. Niente più veti su Andrea Miorandi. Nessuna spaccatura, nessuna ricerca di candidati alternativi. Perché «la coalizione è più importante». Un giro su se stessa a 360 gradi, che risolve i problemi in coalizione e apre quelli all'interno del partito, dove già ieri l'aria era quella da resa dei conti.
Ma andando con ordine, le fibrillazioni delle ultime 48 ore hanno lasciato il segno. Convocato l'altro giorno dalla stessa segretaria Upt, il vertice di maggioranza è stato preceduto ieri da una riunione tutta interna all'Unione per il trentino. Ed è qui che sarebbe maturata la svolta, spinta dall'ala dellaiana. Risultato: poco dopo, davanti alla posizione del Pd, che ha ribadito con il segretario Giulia Robol e l'assessore Alessandro Olivi il nome di Miorandi, su cui il circolo roveretano si era espresso ormai mesi fa, l'Upt si è piegata. A spiegarne le ragioni, la stessa Conzatti: «La coalizione è il valore più importante, viene prima di tutto. Per questo l'Upt ha fatto l'enorme sforzo di fare un passo indietro. Chiediamo però la riapertura del percorso sul programma, che dovrà avere al centro lo sviluppo economico, la viabilità e l'attenzione all'assetto istituzionale tra Comune, Comunità di valle e circoscrizioni». Miorandi sì, insomma, ma con garanzie precise sul programma. E con garanzie precise soprattutto di rappresentatività nella futura giunta: «Rimangono le nostre perplessità sulla leaderschip - spiega Conzatti - per questo sui temi importanti come meccatronica e Mart chiediamo nella squadra ci siano persone espresse dall'Upt».
La partita, dal punto di vista della coalizione, è insomma chiusa. Resta qualche schermaglia, con la Conzatti che punge Lorandi, colpevole di «mancanza di educazione politica» per l'assenza all'incontro di ieri sera, ma di fatto lo psicodramma di questi mesi all'interno del centrosinistra con ieri si può dire chiuso. Quella che resta apertissima è, appunto, la situazione all'interno dell'Upt roveretana. «Ovviamente sarà un percorso faticoso, mi aspetto che qualcuno non condividerà questa scelta - osservava ieri Conzatti - In chiave locale posso comprenderlo ma io dovevo avere una visione provinciale, troveremo un modo di far capire la forza di questo tipo di scelta. Spero che il gruppo continuerà a lavorare compatto, forse ci sarà qualche avvicendamento, ma mi auguro si continuerà a lavorare».
Ma che qualche testa cadrà è evidente. Roberto Maffei ha lasciato l'incontro a Trento sbattendo la porta, e la parola commissariamento già circolava in tarda serata. Ma Daicampi, Manfredi e Frisinghelli già lo annunciavano ieri sera: «Non possiamo stare nello stesso partito che sta portando avanti da mesi questa campagna contro il sindaco Andrea Miorandi. Quindi o noi, o loro». La resa dei conti va ben la di là del coordinatore cittadino.
Upt, dietrofront: sì a Miorandi, N. Filippi, "Trentino", 29 gennaio 2015
Lo strappo è stato ricucito: l’Upt ha deciso - «responsabilmente», sottolinea la segretaria provinciale Conzatti - di fare un passo indietro. Il progetto politico del centro sinistra autonomista, al governo sia provinciale, sia roveretano, è molto più importante. Al di sopra delle persone che lo interpretano. E allora, ieri sera, al termine di un vertice di maggioranza difficile, a tratti teso e complesso, Donatella Conzatti è riuscita a trovare il sorriso. Il candidato sindaco alle prossime elezioni di maggio sarà ancora Andrea Miorandi, ma questa decisione comporta l’assunzione di tre priorità nel prossimo programma elettorale. Soddisfatta anche la segretaria provinciale del Partito democratico, Giulia Robol: «Apprezziamo il passaggio coraggioso della segretaria dell’Upt Conzatti, un gesto molto responsabile per il bene della coalizione». Vanno così in soffitta tutti i rumors che davano come imminenti le fughe verso il Pd degli assessori Manfredi e Daicampi dell’Upt e una spaccatura, con riflessi provinciali, della compagine del centro-sinistra-autonimista che aveva governato la città di Rovereto.
Il vertice di ieri sera era stato convocato dalla segretaria provinciale dell’Upt, Donatella Conzatti. Un tentativo estremo per salvare il salvabile. Ma che si arrivasse ad una felice soluzione della (quasi) frattura lo si era capito già al mattino. Giovanni Laezza, il possibile candidato sindaco dell’Upt, nella corsa a palazzo Podestà, era stato contattato per annunciargli che anche stavolta (per la terza) non avrebbe partecipato alla corsa elettorale. E così è stato. Dopo due ore di vertice, verso le 21, l’annuncio: «Abbiamo trovato la soluzione - spiega Conzatti - che privilegia il valore del progetto politico della nostra coalizione e quindi l’Upt ha responsabilmente scelto di fare un passo indietro. Abbiamo deciso di continuare il percorso di coalizione, chiedendo però la priorità nell’inserimento di tre elementi fondamentali elementi programmatici». «Tre pilastri assolutamente condivisibili e da accettare senza condizioni», conferma la segretaria provinciale del Pd Giulia Robol. Eccoli, sempre dalle parole della segretaria Conzatti: «Lo sviluppo economico, che deve precedere anche ogni tipo di scelta urbanistica, la soluzione della viabilità roveretana e una maggiore attenzione al valore della Comunità di valle e al valore delle Circoscrizioni, che devono mantenere un valore politico». Come dicevamo, vertice teso e complesso. «Confermiamo che tutte le nostre perplessità hanno riguardato la leadership politica - riprende la segretaria Conzatti - e non tanto sulla gestione dell’amministrazione. Abbiamo concordato che la leadership politica, e quindi la capacità di relazione sia con il livello provinciale sia con il livello di Comunità di valle verrà espressa anche dalle persone che l’Upt integrerà nel prossimo esecutivo».
Qualche sedia vuota ieri sera ha pesato sul buon esito del vertice. «L’assenza di Fabiano Lorandi è stata una mancanza di delicatezza, la vogliamo stigmatizzare. Peccato, perché noi abbiamo fatto un grosso sforzo per mettere davanti la coalizione. Speriamo di essere ripagati di tanto sforzo», conclude la Conzatti.
A fine serata, sorride anche Giulia Robol, segretaria del Pd. «Una serata difficile, ma mi fa piacere che ci sia stata la chiusura del cerchio. Non volevamo lo strappo. Dal punto di vista politico è un risultato importante. Ma stigmatizzo l’assenza del capogruppo provinciale e del segretario locale Lorandi che non hanno voluto sottoporsi al confronto. E mi fa piacere che, nonostante tutto, siamo riusciti a portare a casa il risultato pieno. Importante per il Pd del Trentino e per la coalizione di Rovereto».