TRENTO «Bisogna vivere questo passaggio in maniera leale e coraggiosa. Nella coalizione ci sono sensibilità molto diverse però dobbiamo decidere un metodo di convivenza leale. Per il resto mi sembra che la dialettica sia normale». La segretaria del Pd Giulia Robol tende a stemperare le polemiche con il Patt e cerca di non rispondere per le rime al governatore Rossi. "Trentino", 26 gennaio 2015
Il momento di crisi in maggioranza secondo la segretaria del Pd fa parte di una normale dialettica tra forze politiche che hanno un’impostazione diversa. Un passaggio quasi normale nella vita di una coalizione. Però Giulia Robol si scalda quando si parla dell’accusa più pesante mossa da Rossi al Pd e cioè quella di criticarlo perché ancora non ha digerito la sconfitta alle primarie per la scelta del candidato presidente. Su questo punto la segretaria del Pd è inflessibile, così come il vicepresidente Alessandro Olivi del resto: «Quella di Rossi mi sembra una lettura superficiale di quanto accaduto. Non è così e lo sa anche lui». La Robol spiega che il suo partito ha la responsabilità di rappresentare le istanze di una grossa fetta di elettorato: «I numeri del Pd rimangono e resta la sua forza. Di questo tutti devono tenere conto. Non si può ricondurre tutto alla sindrome di Calimero che noi avremmo dopo la sconfitta alle primarie. Noi siamo il maggior partito della coalizione e abbiamo le nostre istanze politiche. Se ne deve tenere conto. Non è che facciamo una lotta di retroguardia e nemmeno ci muoviamo per vendicare la sconfitta alle primarie. Facciamo la nostra politica. Mi sembra normale. Non è che ogni volta si deve reagire male». Insomma una sana dialettica in coalizione. Dall’esterno, però, la convivenza sembra più difficile anche se nessuno parla di rottura. Per quanto riguarda la disponibilità di Rossi a sottoporsi alle primarie nel 2018 la Robol non si scompone: «Vedremo. Intanto l’importante è lavorare bene adesso in questi anni che ci dividono dal 2018».
Seguici su YouTube
Partito Democratico del Trentino