La competenza sugli enti locali migrerà dalla Regione alle due Province autonome. In compenso i trentini sono riusciti a spuntare sugli altoatesini l'introduzione, in Statuto, di un riferimento alla Regione come il luogo del coordinamento delle politiche di comune interesse delle due Province autonome. Per metà febbraio Renzi e Boschi hanno promesso una visita istituzionale in Trentino Alto Adige."Corriere del Trentino", 20 gennaio 2015Leggi l'articolo in pdf!LEGGI ANCHE:Nuovo statuto: alla Regione un ruolo di raccordo, "Trentino", 20 gennaio 2015
È tornato a riunirsi ieri il gruppo di esperti (5 trentini e 5 bolzanini) nominati dai presidenti delle Province di Trento e Bolzano, Ugo Rossi e Arno Kompatscher, per arrivare ad una revisione dello Statuto di autonomia. Al centro della riunione di ieri il ruolo della Regione, tema posto con forza dalla delegazione trentina, anche alla luce della discussione al vertice di maggioranza di venerdì scorso del centrosinistra autonomista trentino. Ieri i 5 saggi trentini hanno proposto una clausola di chiusura della bozza che assegna alla Regione «un potere di raccordo su tutte le materie di interesse comune alle due Province autonome». «C’è stata discussione - ammette il consigliere provinciale Pd Luca Zeni - ma mi sembra che si sia riscontrata una condivisione di massima. Siamo d’accordo che la competenza sugli enti locali passi alle Province, ma non possiamo rafforzare la contraddizione per cui abbiamo un ente pesante, la Regione, con competenze sempre più ridotte. Occorre indicare una direzione, e questa clausola stabilisce per la Regione un ruolo di coordinamento. Spetterà poi alla politica assumere le decisioni». E la politica sembra voler accelerare. Il gruppo di lavoro si è riaggiornato a lunedì, quando la bozza dovrebbe essere chiusa. I tempi si stringono: a febbraio potrebbe essere messo in agenda un incontro con il governo. L’obiettivo è discutere il testo a febbraio quando il premier Matteo Renzi sarà in Alto Adige. La competenza sui Comuni passerà dalla Regione alle Province: i sindaci altoatesini, è l’ipotesi che circola, potranno così guadagnare più dei trentini. I delegati trentini insistono per non svuotare la Regione. La proposta del nuovo Statuto di autonomia dovrà essere poi sottoposta al Parlamento.«C'è paura di forzare con la Svp», "L'Adige", 20 gennaio 2015Uno dei «nodi» più delicati ma centrali della proposta di riforma dello Statuto di autonomia riguarda la nuova identità che si vuole dare a una Regione che sarà ulteriormente svuotata di competenze.La proposta, elaborata ieri dal gruppo di lavoro di esperti - politici e tecnici - nominato dalla maggioranza riguarda il nuovo potere di coordinamento della Regione, rispetto ad alcune materie gestite dalle due Province, ad esempio su ambiente, rifiuti, infrastrutture, trasporti, che hanno un interesse comune. La questione è molto spinosa e soprattutto indigesta in Alto Adige e infatti la clausola di coordinamento è stata condivisa dal gruppo di lavoro ma è tutt'altro che scontato che passi liscia al vaglio politico in particolare in casa Svp. La questione politica era stata, per altro, sollevata già venerdì scorso da Luca Zeni ( nella foto ) del Pd nella riunione del centrosinistra trentino in cui si è discusso di riforma dello Statuto. «Ho chiesto a Rossi - dice Zeni, che è tra i componenti del gruppo di lavoro, - che da parte trentina vi fosse appunto una richiesta compatta alla Svp di condivisione di un testo che non si limiti alla ridefinizione delle competenze e basta, ma appunto preveda almeno che si inserisca il ruolo di coordinamento da affidare alla Regione. Il presidente Rossi - spiega Zeni - nella riunione della maggioranza trentina si è detto personalmente favorevole all'introduzione di questo potere di coordinamento, mettendo però in guardia dal fatto che, secondo lui, non si può forzare troppo con la Svp perché altrimenti ci mollano e a Roma la Svp conta più del Trentino». Il consigliere provinciale del Pd è però perplesso per questo atteggiamento che definisce subalterno da parte di Rossi nei confronti della Svp. «Chiedere la clausola di coordinamento - sottolinea Zeni - è il minimo, non dobbiamo essere così appiattiti sulla Volkspartei da non poterci permettere di discutere nulla. Penso che l'interesse a presentarci uniti a Roma, soprattutto in questo clima generale, sia nostro ma anche dell'Alto Adige».Per altro, come ha dichiarato il sottosegretario agli Affari regionali, Gianclaudio Bressa, le speranze che il Parlamento possa considerare l'approvazione di una modifica pur minima dello Statuto sono alquanto remote.
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