Robol: rivendichiamo un grande elettore. Il governatore è irremovibile su Avanzo.
Si fa sempre più aperto lo scontro tra il Partito democratico e il presidente della Provincia, Ugo Rossi, e il Patt sulla scelta dei due grandi elettori (il terzo spetta alle minoranze) da inviare a Roma per l'elezione del capo dello Stato in rappresentanza della maggioranza di centrosinistra autonomista e Svp.
L. Patruno, "L?Adige", 20 gennaio 2015
Sul nome indicato dalla Volkspartei, Thomas Widmann, presidente del consiglio provinciale di Bolzano e vicepresidente del consiglio regionale, nessuno discute. Il braccio di ferro è in atto invece sulla proposta di inviare l'autonomista Chiara Avanzo, presidente del consiglio regionale. Al Pd non sta bene perché in quanto primo partito della coalizione ritiene equo e rappresentativo che venga scelto un esponente del Partito democratico accanto a un rappresentante della Svp e non del Patt.
Ieri, il presidente del consiglio provinciale, Bruno Dorigatti, che era il nome indicato ufficialmente dalla segretaria del Pd trentino, Giulia Robol, si è chiamato fuori, per non essere stritolato in questo scontro, con una lettera dai toni però molto duri nei confronti del governatore Ugo Rossi, che secondo Dorigatti non tiene conto del «principio di rappresentanza» e non sta svolgendo il ruolo di garante della coalizione con queste sue «sprezzanti decisioni unilaterali e dal vago sapore impositivo».
Ma il passo indietro di Dorigatti non vuol dire che il Pd rinunci a chiedere che in Parlamento ad eleggere il nuovo capo dello Stato ci sia un suo esponente.
«Abbiamo condiviso la scelta di Dorigatti - spiega la segretaria Giulia Robol - perché è comprensibile che non volesse essere trascinato in una questione che sta andando avanti da fin troppo tempo. Ma per noi il punto politico rimane, è lo stesso di prima e lo porteremo avanti con forza ancora maggiore. Per ragioni di rappresentanza e legittimità politica - aggiunge Robol - riteniamo infatti che fra i grandi elettori espressi dal consiglio regionale ce ne debba essere uno del Pd. È una questione di equilibrio visto che diversamente, contati i parlamentari, gli autonomisti Svp-Patt sarebbero 8 contro 5 elettori regionali riconducibili al Pd».
«Al garante della coalizione - continua Robol - che sarebbe Rossi chiediamo che si faccia carico di questo e non svilisca o sottovaluti la questione. L'elezione del capo dello Stato ha un contenuto molto politico ed è fondamentale per il Pd».
Il capogruppo provinciale del Pd, Alessio Manica, rincara la dose: «Noi non condividiamo la proposta di Rossi e chiediamo che si faccia una sintesi tra il dato politico e istituzionale. Il Pd deve esserci e ribadiamo la richiesta di un incontro di maggioranza che abbiamo presentato venerdì scorso».
Ma il governatore Ugo Rossi per ora si mostra irremovibile: «La proposta mia e di Kompatscher è già stata discussa in maggioranza e solo il Pd non era d'accordo. Prima di mercoledì (domani si vota in consiglio regionale, Ndr.) ci troveremo e sono certo che questa proposta oggettiva e piana sarà condivisa da tutti».
«Sul piano politico - sottolinea Rossi - è chiaro che tutta la delegazione si collegherà nel voto alle scelte della maggioranza nazionale perché siamo alleati del Pd. Ma è importante che ci sia chi riaffermi, anche nell'elezione del presidente della Repubblica, che le autonomie speciali hanno bisogno di tutela». Rossi dunque tiene fermo il nome di Chiara Avanzo.
La segretaria provinciale dell'Upt, Donatella Conzatti, propone invece che al posto di Avanzo si invii la figura più rappresentativa del territorio che è il presidente della Provincia e della Regione, Ugo Rossi.