«Sui punti nascita la direzione è chiara: si tratta di definire tempi e modi. Entro febbraio presenterò alla giunta una proposta articolata». Donata Borgonovo Re, assessora provinciale alla salute, è determinata a non lasciare in sospeso ancora per troppo tempo la questione spinosa che si sta trascinando da mesi per non dire anni, visto che chi c'era prima di lei non l'ha affrontata.
L. Patruno, "L'Adige", 18 gennaio 2015
Ieri sul Dolomiten, l'assessora altoatesina Martha Stocker ha commentato i contenuti di una lettera di risposta di una dirigente del ministero della salute, Angela De Feo, al deputato Svp, Albrecht Plangger, in cui si dice chiaramente che in un punto nascita «è essenziale» che siano presenti 24 ore su 24 e non solo reperibili «un ginecologo, un anestesista, un pediatra, un'ostetrica», oltre alla conferma del numero minimo di 500 parti. Per Stocker questa lettera non lascia alcuna speranza ai punti nascita dei piccoli ospedali sudtirolesi, anche lì condannati a morte dalla riforma presentata dall'assessora ma difesi strenuamente dagli amministratori locali.
Assessora Borgonovo, quella lettera del ministero della salute sui requisiti dei punti nascita vale anche per noi?
Non ho visto la lettera, ma quello che si dice sono i contenuti dell'accordo Stato-Regioni del 2010, sugli standard qualitativi e quantitativi. Non mi sorprende. La collega Stocker ed io avevamo scritto nel novembre scorso al ministro Lorenzin per capire se c'erano degli spazi di manovra. Dai confronti informali che abbiamo avuto, comunque, ci è sembrata molto tranchant .
Quindi non è pensabile una deroga.
No. E d'altronde proprio venerdì a Trento Marina Davoli ci ha presentato i risultati dell'edizione 2014 del Programma nazionale Esiti dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionale, che mette a confronto gli esiti delle prestazioni ospedaliere e sanitarie delle diverse regioni. Ne è emerso che il Trentino è nelle prime posizioni per qualità della sanità assieme a Toscana e Valle d'Aosta, grazie in particolare a 24 misure positive. Abbiamo dunque una qualità molto elevata, ma ci sono ancora 9 voci negative. Tra queste 9 una riguarda proprio i punti nascita che non corrispondono agli standard dell'accordo del 2010.
Quindi i punti nascita troppo piccoli vanno chiusi?
La relazione della funzionaria è stata molto chiara e onesta. La direzione è segnata. Ora dobbiamo definire tempi e modalità. L'accordo del 2010 pone come termine per completare questo percorso, che è delicato non solo per noi ma anche per altre regioni, il 2016. Usiamo saggiamente il tempo che abbiamo a disposizione.
Un anno di tempo?
No, no. Entro febbraio presenterò una proposta articolata. Il tema è indilazionabile, non possiamo rinviarlo ulteriormente, va affrontato con serietà e serenità.
Ma si potrebbe pensare di dotare i punti nascita periferici dei 4 professionisti richiesti dal ministero?
Non è solo questione della presenza dei professionisti ma anche di volumi di attività.
Sul bando per il Not avete deciso come procedere?
Ho avuto un lungo e approfondito confronto con il direttore dell'Azienda, Luciano Flor, sulle possibili opzioni. Si sta ragionando sull'idea di partire ex novo, ben sapendo che qualsiasi opzione non è esente da rischi di ricorso. Ma servono altri approfondimenti perché l'obiettivo che abbiamo è essere il più veloci possibili. Entro fine mese comunque la giunta prenderà la sua decisione.