Via Chiara Avanzo, del Patt, e dentro Bruno Dorigatti, del Pd. È questo l'orientamento del Partito democratico per i grandi elettori da inviare a Roma per l'elezione del presidente della Repubblica. Quando i giochi sembravano ormai fatti, il vicepresidente della Provincia Alessandro Olivi ha giocato il jolly, «candidando» Dorigatti, presidente del consiglio provinciale, al posto della Avanzo (presidente del consiglio regionale).
"Trentino", 15 gennaio 2015
Motivo? Politico. «Siamo il partito più rappresentativo dell'intera regione - spiega Olivi - e siamo pure gli unici che hanno un collegamento diretto con il Parlamento. Abbiamo deciso di presentare una persona di alto profilo, che sia uomo di istituzione e che sia del Pd e Bruno Dorigatti ci sembra il nome giusto. È chiaro che da un punto di vista politico ci sembra giusto mandare a Roma un democratico, proprio perché siamo il partito che conta di più non solo in Trentino ma a livello regionale».
L'ex sindacalista, dunque, sarà il candidato «grande elettore» che il Pd sottoporrà al voto del consiglio regionale il prossimo 21 gennaio quando si dovrà incaricare il gruppo che scenderà nella capitale per eleggere il nuovo capo dello Stato. Prima di questo passaggio, però, ci sarà da convincere l'intera assemblea del centrosinistra autonomista, non solo Pd, quindi, ma anche Patt e Upt. La riunione è fissata per domani quando il vertice della maggioranza dovrà mettere nero su bianco i tre candidati assegnati al Trentino Alto Adige.
Il diretto interessato, Bruno Dorigatti, per ora, rimane alla finestra in attesa della decisione dell'assemblea regionale. Ieri in aula ha però voluto ricordare il presidente uscente Giorgio Napolitano.
«È con animo riconoscente che il consiglio della Provincia autonoma di Trento porge al signor presidente della Repubblica, senatore Giorgio Napolitano, nel momento delle sue dimissioni dalla più alta magistratura civile, un caloroso sentimento di stima e gratitudine per la sua costante attenzione ai valori ed all'esperienza delle autonomie speciali, viste sempre da lui quali risorse positive per l'intero evolversi del quadro istituzionale ed amministrativo del nostro Paese. All'interprete attento e rigoroso delle istituzioni democratiche e all'uomo politico che ha attraversato la seconda metà del Novecento traendone insegnamenti e indicazioni importanti per lo sviluppo della democrazia italiana va un pensiero di rispettosa riconoscenza e anche di deferente partecipazione per una sua scelta che testimonia ancor più la consapevolezza del delicato ruolo fin qui rivestito. È con quest'animo che auspichiamo pari sensibilità verso le autonomie speciali anche dal prossimo presidente, che il Parlamento vorrà chiamare al vertice dello Stato ed al quale formuliamo i migliori auguri per il gravoso compito che l'attende».
La reazione del Patt, alla proposta del Pd, non si fa attendere. Il senatore del Patt, Franco Panizza, chiarisce infatti come il metodo proposto da «Rossi resti quello più valido. Quella dei grandi elettori è una nomina di tipo istituzionale e non partitico. Per questo, ritengo che la proposta di Chiara Avanzo rappresenti la cosa migliore, anche perché, altrimenti, seguendo il metodo che il Pd aveva proposto quando si decise di mandare Alberto Pacher a Roma in qualità di presidente della Regione, ci dovrebbe andare Ugo Rossi».
Panizza ricorda che nella seduta del Consiglio regionale l'allora capogruppo Pd Luca Zeni aveva proposto Pacher in una logica istituzionale. Zeni in quella occasione aveva detto che «come maggioranza, abbiamo cercato di attenerci a dei criteri più imparziali possibili e di valore istituzionale. L'indicazione che diamo come componente trentina, parlo quindi a nome di tutta la maggioranza trentina, è quella di indicare il presidente della Regione Alberto Pacher, che può rappresentare quindi tutti noi, al di là anche dei colori politici, ma a livello proprio istituzionale». Panizza dice: «Non posso che sottoscrivere quanto ha detto Zeni in quell'occasione: per questo ritengo che, come Pacher allora, in questo caso Chiara Avanzo, come presidente del Consiglio regionale rappresenti tutta la maggioranza». Non solo: per Panizza, che ricorda le battaglie di Sara Ferrari sulle quote rosa, la presenza di una donna (Avanzo) e un uomo (Widmann) sarebbe un segnale importante in questo senso. «Il Pd regionale - conclude Panizza - a Roma c'è: ha 4 parlamentari contro i due di Upt e i due del Patt».