Ultimatum della Provincia alle Comunità di Valle non ancora in regola con la pianificazione delle grandi aree commerciali: entro trenta giorni dovranno approvare i loro piani in prima adozione, altrimenti verrà nominato un commissario ad acta. I tempi sono strettissimi ma l'assessore Olivi, che ha proposto la delibera, ha voluto dare un preciso segnale ai territori: avete avuto tutto il tutto il tempo per decidere, ora prendetevi le vostre responsabilità altrimenti decideremo noi per voi. "L'Adige", 13 gennaio 2015
Le Comunità che non hanno ancora pianificato le aree destinate alle grandi superfici commerciali, quelle comprese tra i 1.500 e i 10.000 metri quadrati, sono la Val di Fiemme, Primiero, Valsugana e Tesino, Valle di Cembra, Val di Non, Valle di Sole, Alto Garda e Ledro, Comun General de Fascia, Rotaliana-Konigsberg e Valle dei Laghi . Entro il termine del 31 dicembre scorso hanno invece provveduto le Comunità Alta Valsugana e Bernstol, Giudicarie, Vallagarina, Paganella e la Magnifica Comunità degli Altipiani Cimbri , che ora dovranno procedere con l'adozione definitiva entro il 30 aprile. Un discorso a parte va fatto per Trento e Rovereto, che su questo tema godono di uno status autonomo. Anche loro riceveranno a giorni la stessa diffida, ma come previsto dall'ultima Legge finanziaria provinciale vista la complessità dei due territori potranno, su richiesta motivata, ottenere una proroga fino alla fine dell'anno.L'affidamento alle Comunità del compito di pianificare le presenze commerciali sul territorio è stato introdotto dalla legge Olivi nel 2011. Inizialmente avrebbero dovuto presentare le loro proposte entro il giugno dell'anno scorso, termine poi spostato di sei mesi dalla giunta. Alla scadenza però meno della metà dei territori hanno varato i loro piani. Gli altri sono ancora in fase di elaborazione oppure sono imbrigliati dalle conflittualità locali. Una situazione commentata con delusione dall'assessore Olivi: «Mi viene il dubbio - afferma - che i territori siano determinati quando si tratta di rivendicare ma quando poi è il momento di esercitare il potere ottenuto, di decidere e prendersi delle responsabilità, siano meno efficienti».La legge aveva attribuito alle Comunità il compito di pianificare le aree commerciali perchè ci si era resi conto che lasciando questo potere ai singoli Comuni si finiva per legittimare scelte spesso casuali e scoordinate anche a distanza di pochi chilometri, favorendo lo spreco di territorio e la speculazione. Nel contempo si cercava di favorire l'attrattività dei centri storici per il commercio. «Siamo in controtendenza rispetto a qualche anno fa ed oggi assistiamo al tentativo di riportare dentro la città le funzioni commerciali. Il modello delle città del Nord Europa punta alla qualità più che alla grandezza degli insediamenti» fa notare Olivi.«Le Comunità - sottolinea ancora - hanno avuto un periodo di tempo adeguato per dotarsi di questi nuovi strumenti e la Provincia ha messo loro a disposizione le analisi territoriali del Politecnico di Torino.» Vero è che gli approfondimenti sono arrivati solo negli ultimi mesi. «Ma c'era tutto il tempo per avviare un lavoro e un confronto preparatorio» afferma l'assessore.Ma se e dove si arriverà alla nomina di commissari ad acta quale linea adotteranno? «Quella - dice Olivi - di valorizzare dove c'è il lavoro fatto rimanendo fedeli e coerenti ai principi ispiratori della legge, all'epoca approvata a grande maggioranza».
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