Il Pd acclama Miorandi: è lui il candidato

Il Pd roveretano investe all'unanimità Andrea Miorandi. L'assemblea del partito cittadino, tenutasi ieri pomeriggio, ha alla fine votato all'unanimità il documento del direttivo, in cui si chiede a Miorandi di portare avanti il percorso avviato. Hanno votato gli iscritti al partito e gli elettori delle primarie.
M. Stinghen, "Trentino", 11 gennaio 2015


Che però l'attuale sindaco sia il candidato di tutta la coalizione a maggio è ancora tutto da vedere, visti gli interventi dei rappresentanti delle altre coalizioni, a partire da Donatella Conzatti dell'Upt - di cui riferiamo a parte - e di quello di Marco Graziola del Patt. Quest'ultimo ha fatto un discorso attendista: «Il Patt è la cerniera della coalizione, non stiamo nè da una parte nè dall'altra. La coalizione in questi cinque anni ha dato risultati positivi, e dobbiamo tenere questa linea». C'era molta attesa per l'intervento, nel dibattito, di Giovanni Laezza, il quale ha riconfermato la sua disponibilità a candidare e a presentarsi alle primarie. «Confermo la mia disponibilità per il centrosinistra. A dire il vero, le mie uscite sono state subito censurate dai vertici del partito, e questo non me l'aspettavo: sinceramente non pensavo di essere così pericoloso, il Pd dovrebbe essere un partito che include, non che esclude». Il perché vuole sostituirsi a Miorandi, lo ha chiarito subito. «Sposai il programma del sindaco. Ma il programma 10x10, nato cinque anni fa, deve essere riformato. In questi cinque anni sono cambiate molte cose, lo ha detto anche Olivi. Ripresentarsi con lo stesso programma è un pericoloso, si rischia di non trovare il consenso degli elettori, io mi candido a riformularlo. Nella continuità, che parte dai programmi e non dai nomi».

Ci ha pensato Roberto Pinter a rispondere; nella lista degli interventi veniva prima di Laezza, con una mossa da politico navigato, ha lasciato il turno a quest'ultimo, per poi passare al contrattacco. «Una coalizione nata con candidato Miorandi e che si ripresenta, senza che la città l'abbia delegittimata, ha il dovere di riproporsi così. L'elettorato non capirebbe le primarie, perché sarebbero la certificazione del fallimento della coalizione e del sindaco. É ora di chiudere questa discussione e a pensare al governo della città». A quel punto Laezza ha lasciato l'assemblea, lasciando così che l'assemblea votasse all'unanimità la riconferma di Miorandi.

Se per il Pd roveretano la discussione è chiusa, tutt'altro sembra per l'Upt di Rovereto, che però è diviso, con diversi suoi rappresentanti in giunta e in consiglio schierati con Miorandi. Dal canto suo, Andrea Miorandi ha già lanciato il suo programma elettorale, scandendone ieri i primi punti. «Il Mart: va restituito alla città, dobbiamo contare di più nel Cda. Dolomiti Energia: auspico che nel 2015 si ottenga finalmente con Trento il suo riassetto, tramutandola in "Dolomiti Ambiente"». 

Olivi: «La città è bene amministrata»
ROVERETO La città può fare di più, ma è stata amministrata bene. Il vicepresidente della Provincia Alessandro Olivi ha lanciato diversi messaggi, ma non è entrato a gamba tesa, come forse alcuni avrebbero voluto, sull'investitura di Andrea Miorandi. A inizio assemblea, ha scandito chiaramante, «la buona amministrazione è l'ingrediente fondamentale. E, da cittadino, posso dire che Rovereto è stata bene amministrata». Il suo invito è però a fare un passo ulteriore. «Amministrare bene oggi non basta più, non basta il pragmatismo della politica che si appiattisce sulla sola amministrazione, altrimenti non innoveremo mai la città, l'autonomia del Trentino. Bisogna metterci più politica, avere un'idea del futuro». Oltre non è andato, segnando la sua posizione sì, ma lasciando al circolo cittadino, autonomamente, la decisione sul proprio candidato. Olivi ha ricordato che la città non deve pensare solo a sè stessa ma sentirsi di un sistema integrato, e su questa consapevolezza basare la sua rinascita economica. Ha elencato gli interventi provinciali - «la Provincia sta investendo come non mai su Rovereto, un po' meno sulle arterie stradali, molto sulle innovazioni produttive». La politica che Olivi chiede all'amministrazione, ed al circolo Pd di Rovereto, è sullo sviluppo e su un'idea di futuro: «Un partito deve essere cantiere di idee, ricucire il rapporto con i cittadini. Perché alle assemblee del Pd non viene mai così tanta gente come oggi?». E sprona il Pd: «In Trentino non si governa senza il Pd, dobbiamo scrollarci di dosso questa "cultura dei secondi". Il Pd a Rovereto deve stare attendo alla cultura dell'autosufficienza, deve essere una forza che aggrega». 

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Sala gremita e quattro ore di massimi sistemi ieri sera al Brione per l'assemblea del Pd. Di fronte alla platea (presenti pure i vertici provinciali e locali di Upt - Donatella Conzatti - e Patt - Marco Graziola) si è parlato della necessità di superare la crisi economica e sociale, di redistribuire le risorse, di rilanciare il ruolo di Rovereto nel panorama provinciale, di proseguire il processo di reinvenzione del ruolo della città, verso il turismo, la meccatronica e la green economy; e ancora di solidarietà, del jobs act, della riforma del terzo settore. Della libertà di parola, di università, del valore della continuità e della continuità dei valori.
Si è parlato anche di politica locale. Delle elezioni alle porte. Del valore fondamentale della coalizione, del bisogno di essere laboratorio politico, punto di riferimento per tutta la provincia. Alla fine l'assemblea ha votato all'unanimità (presenti anche Giulia Robol, Roberto Pinter, Michele Nicoletti, Alessio Manica, Elisa Filippi - assente Alessandro Olivi, che ha lasciato l'assemblea dopo il suo intervento) un documento che mette nero su bianco che «Miorandi è il nostro candidato».
Così a fine serata, tra gli organizzatori, l'umore era alto. Serviva una prova di forza interna, uno show per placare una base del partito scombussolata dal teatrino di annunci e smentite che ha tenuto banco in questi ultimi mesi.
Ma che ieri non si è esaurito. Perché se a livello interno il messaggio è passato (grazie soprattutto al disinnesco di possibili «bombe», con gli interventi di Olivi e Filippi tutto sommato positivi per Miorandi), all'esterno non è arrivato granché. Almeno, il fronte anti Miorandi si professa ancor più convinto della debolezza dell'eventuale candidatura dell'attuale sindaco. Tanto che all'uscita dalla sala, Donatella Conzatti leggeva negli interventi di Robol ed Olivi una chiara bocciatura dell'amministrazione (vedi altro articolo in pagina). E per Giovanni Laezza, unica altra candidatura sul tavolo (ribadita anche ieri sera), la convergenza su Miorandi semplicemente non c'è. «Anche il vertice tra le segreterie provinciali di ieri (venerdì, ndr ) ha chiarito che l'Upt su Miorandi non darà mai l'ok, e che il Patt non intende andare senza l'Upt. Anche i richiami appena ascoltati al valore fondamentale della coalizione da parte di Robol sono indicativi». In effetti, un po' di lessico più terra terra, ieri sera, non avrebbe guastato alla causa di Miorandi. Una considerazione condivisa dalla platea, visto che l'applausometro ha premiato maggiormente chi ha preferito parlare di cose da fare reali e vicine. E quindi la massima approvazione l'ha avuta l'intervento di Pinter, che ha semplicemente chiesto all'assemblea se «dopo Piazza Dante vogliamo perdere anche Rovereto?
Fare le primarie vorrebbe dire sconfessare tutta la giunta Miorandi. Già dobbiamo preoccuparci dell'assenza del Pd nei centri decisionali di spesa della Provincia... Ora mettiamo una parola definitiva sul candidato sindaco, è Miorandi». L'altro intervento gradito alla sala è stato proprio quello di Miorandi, che ha sottolineato come si sia di fronte alla possibilità, la prima nella storia di Rovereto, di confermare un sindaco. Un sindaco che si troverà dall'anno prossimo, sottolinea Miorandi, a lavorare su tre fronti di azione: Mart, riassetto di Dolomiti Energia, Turismo. «Operazione ascolto? - il commento finale - io i roveretani li ascolto tutti i giorni da 5 anni».