Alessandro Andreatta non è un amante di proclami e fuochi d'artificio mediatici. Non a caso se gli si chiede quali siano stati i successi della sua amministrazione durante il 2014 cita in particolare tre questioni che non sono proprio il massimo della popolarità e le condisce con una spruzzata di «equilibrio della proposta complessiva» che trasforma la ricetta in un piatto da addetti ai lavori. F. Gottardi, "L'Adige", 29 dicembre 2014
I tre personali gioielli da salvare nell'anno trascorso sono: la riforma dello Statuto comunale, il varo del Piano sociale e il mantenimento di un basso livello di imposte nonostante le ristrettezze economiche, quest'ultimo sì per la verità argomento assai popolare. «La riforma di Statuto e Regolamento - ammette il sindaco - forse non tocca direttamente la comunità ma è importante non tanto per l'oggi ma soprattutto per il domani. È stata fatta dopo anni di tentativi andati a vuoto ed è importante sapere che renderà molto più produttivo il lavoro amministrativo andando a riequilibrare i poteri tra esecutivo e consiglio comunale, necessità che personalmente ho sempre sostenuto. Inoltre permetterà di affrontare i temi con maggiore rapidità, ma anche in maniera più democratica, condivisa e partecipata».Il sindaco va fiero anche dell'ennesimo bilancio «di crisi» chiuso senza aumentare le tasse e con tariffe quasi invariate. «Per me - rivendica - è un risultato mantenere i servizi senza pesare troppo sulla comunità».Il terzo risultato di cui Andreatta va fiero è l'approvazione del Piano sociale, passato un po' in sordina ma che nel suo lungo percorso ha coinvolto e fatto partecipare all'elaborazione centinaia di persone. Il succo del nuovo Piano sta in una lettera: «I problemi del Comune, con la C maiuscola inteso come istituzione, oggi sono problemi in comune. Vuol dire che sempre di più i problemi della comunità troveranno risposta non nell'amministrazione ma nel privato, nella sinergia col volontariato e con le reti della solidarietà. È un grande passaggio culturale che richiama alla responsabilità».Il sindaco cita tra i successi anche la forte accelerazione delle politiche familiari con la nascita del primo Distretto famiglia nelle circoscrizioni di Povo, Villazzano e Mattarello, a cui altri seguiranno. E l'ottenimento del marchio Family. "Anno di decisioni ma città più sicura"Il 2014 non sarà ricordato come un anno di scelte strategiche per la città. E del resto in questi tempi di spending review bisogna accontentarsi della buona amministrazione ordinaria e della permanenza di Trento nei piani altissimi delle classifiche per qualità dei servizi e bassa tassazione. Che non è poco. Per il resto nel corso dell'ultimo anno solare della prima giunta Andreatta hanno fatto più notizia le cose di cui l'amministrazione ha dovuto suo malgrado occuparsi che le iniziative che passeranno alla storia.Sicurezza.È il tema che ha tenuto banco in città per tutto l'anno e che ha registrato una decisa svolta nell'approccio da parte della giunta comunale e del sindaco. Fino all'anno scorso la tendenza era quella di minimizzare l'allarme sociale ricordando come Trento sia in generale una città tranquilla e sicura. Ma il ripetersi di scippi, aggressioni e spaccio, soprattutto nel triangolo maledetto di piazza Portela, piazza Santa Maria Maggiore e piazza Dante, e il pressing del comitato dei residenti, che per tutto l'anno ha documentato il degrado e minacciato il ricorso alle ronde, hanno spinto Andreatta e la giunta a correre ai ripari. Il Comune ha messo a punto un pacchetto di interventi che vanno dal miglioramento del decoro urbano all'aumento della sorveglianza, con un investimento nell'allungamento del servizio notturno da parte delle pattuglie della Polizia municipale, passando per gli accordi con le altre forze dell'ordine e l'aumento di illuminazione e videosorveglianza. Una strategia che inizia a dare frutti se è vero che i commercianti di via Pozzo ma anche gli stessi membri del Comitato di residenti registrano un miglioramento delle condizioni di vivibilità e sicurezza.Piazza Dante.È arrivata quasi a compimento con l'inaugurazione di poche settimane fa una delle grandi scommesse della consiliatura: la riqualificazione urbanistica e sociale di piazza Dante. Con il nuovo laghetto, la trasparenza, i giochi d'acqua, la futura riapertura dell'Apt che ospiterà anche bagni pubblici e presidio della polizia municipale, la biblioteca e il bar affacciato sul parco alla palazzina Liberty, l'opera sarà compiuta. Mantenere la piazza «pulita», a fruibilità familiare, compito non facile per un luogo pubblico così grande, è la scommessa che parte ora e su cui la giunta Andreatta si giocherà un po' della sua credibilità.Urbanistica. Da assessore Andreatta ha vissuto gli anni memorabili per la città della pianificazione di grandi comparti strategici che hanno portato alla nascita del quartiere delle Albere con il Muse. Da sindaco più che pianificare ulteriormente ha subito le scelte della Provincia. Dopo la decisione di spostare la biblioteca universitaria alle Albere l'anno scorso, il 2014 si ricorderà per la rinuncia della Provincia a polo scolastico e della ricerca tecnologica all'ex Italcementi, progetto peraltro mai amato in Comune. E il rinvio sine die della metropolitana di superficie. Per le grandi idee e la pianificazione della Bolghera dopo l'addio dell'ospedale tutto rinviato alla prossima consiliatura.Acqua pubblica. Sull'annosa questione della pubblicizzazione dell'acquedotto comunale e della gestione del ciclo dell'acqua il 2014 è corso via tra convegni di studio e consulenze tecniche senza arrivare a una soluzione condivisa con Rovereto, con cui si vorrebbe fare una newco completamente pubblica. Alla fine le castagne dal fuoco potrebbe toglierle la Provincia, che nella finanziaria appena approvata ha inserito una norma che consente l'affitto della rete idrica a Dolomiti Energia, cosa che permetterà al Comune di Trento di entrare nella gestione senza dover sborsare i 30 milioni necessari per ricomprarsi l'acquedotto.L'invasione dei conigli. La spina nel fianco di Andreatta in quest'ultimo scorcio di consiliatura è stata la vicenda dell'invasione dei conigli al cimitero. Problema inizialmente sottovalutato ma in realtà di rilevante impatto sociale. Mesi di inerzia da parte dell'amministrazione pubblica hanno finito per dare un'immagine di incapacità della giunta ad affrontare un problema apparentemente risolvibile. Poi l'affidamento delle catture agli animalisti della Lav, non certo i più indicati a interventi decisi e rapidi, ha completato l'opera. E l'incauta promessa di Andreatta di liberare le tombe dagli animali entro il giorno dedicato ai defunti si è rivelata un boomerang.Impianti sportivi.Curiosamente la vicenda Casa dello Sport e tutto quanto legato al faraonico progetto ha segnato l'inizio e anche la fine del 2014 per l'amministrazione comunale di Trento. Ai primi di gennaio era infatti maturata tra piazza Dante e palazzo Thun l'idea di rinunciare alla realizzazione dell'edificio di Coni e Federazioni sportive alle spalle del PalaTrento, spostandolo invece all'interno del palazzo di Sanbapolis, e investire diversamente, per il miglioramento degli impianti cittadini, gli 11,7 milioni di euro stanziati e iniziati a versare dalla Provincia. Dopo l'annuncio ufficiale nel corso dell'anno sono stati messi a punto i progetti che prevedono di usare i milioni risparmiati in gran parte, oltre 8, per la riqualificazione del Lido Manazzon con copertura delle vasche per i tuffi e olimpionica, e il resto per una struttura coperta per l'atletica leggera all'interno del campo Coni di via Maccani. Ma il protocollo d'intesa tra Comune e Provincia non è passato nell'ultima seduta dell'anno al vaglio del consiglio comunale di Trento, congelato dall'ostruzionismo delle opposizioni e dallo scarso entusiasmo di parte della stessa maggioranza. Riproporre la spesa sarà una delle sfide dell'ultimo scorcio di consiliatura per la giunta Andreatta.
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