19 dicembre 2014 - La relazione del Segretario è stata approvata con 39 voti favorevoli ed un astenuto.
"Carissimi,
inizio con alcuni pensieri che ritengo utile condividervi in questo particolare momento, prima di arrivare a noi e alle nostre questioni locali, che sono mossi dalle sensazioni che ho provato ripensando a questo lungo e tormentato anno che mi impressiona soprattutto per la difficoltà di leggere negli eventi vissuti una seppur minima traccia del futuro che ci attende.
Amo questo Presidente perché, pur di rimanere fedele alle sue promesse e ai suoi principi non ha esitato ad andare incontro da una sconfitta elettorale. Ha saputo essere di parte fino in fondo. Ha saputo stare dalla parte giusta, quella dei valori che da sempre fanno parte della storia del suo Partito e per difendere i quali figure come Martin Luter King e i fratelli Kennedy sono stati assassinati.
Oggi l’Europa prova solo a difendersi, ma un tempo qui si produceva più del 60% della ricchezza mondiale; oggi meno del 20%.
Non è ormai solo un problema economico ma principalmente finanziario, dove i grandi capitali sono concentrati in pochi fondi sovrani che concentrano in essi più risorse di quelle possedute dai singoli Stati nazionali. È la Finanza che detta le regole e la Politica soccombe. Alle volte magari ne è complice!
In Italia la Politica ha respirato una ventata nuova, uno slancio imprevisto e che ha dato i suoi frutti sotto un profilo comunicativo che ha accomunato i più nel segno della speranza. Con Renzi abbiamo vissuto una fase nuova grazie alla sua forza, al suo coraggio e al suo entusiasmo. È indubbio questo suo sforzo per cambiare le cose. Per aprire questa fase non sono mancati grandi travagli iniziali nel nostro Partito e oggi sono molti i rischi di divisioni profonde.
Non è un contesto facile dove poter ottenere buoni risultati e anche questo certo non aiuta. E’ del 28 novembre il dato sulla disoccupazione in Italia al 13,2%, mai così alta da 1977 ad oggi; quella giovanile ancora ferma al 43.3%.
Venendo a noi, è passato poco meno di un anno e due mesi dal 27 ottobre 2013, data delle Elezioni provinciali in Trentino, dove il Pd ha vinto, ma è il Patt che governa.
Una legislatura che è partita senza grande slancio propositivo, dove il Presidente ci ha dato l’impressione di essere più concentrato sulla gestione delle cose che sugli slanci ideali, in un quadro economico provinciale in netto calo dall’accordo di Milano a quello recente di Roma. E molte questioni amministrative hanno messo in risalto una visione distante fra noi e il governatore. Partendo dai vitalizi, passando per le nomine negli Enti e Fondazioni, dalla ricerca, all’istruzione, per finire con la sanità.
Per la verità laddove il Pd ha trovato spazi è riuscito a mettere a frutto politiche importanti come il reddito di attivazione e gli sgravi Irap alle imprese.
Ma i continui battibecchi fra il Presidente e l’ex Presidente ora parlamentare di certo non aiutano a farci percepire come un territorio capace di fare fronte comune nel contrastare questo particolare momento storico.
Mi pongo un interrogativo e mi domando se è questo il modo migliore per promuovere la nostra Autonomia e mi chiedo quale sia il ruolo del nostro Partito che invece è solito disperdere le sue grandi energie nelle vicende interne che non interessano a nessuno e che invece da tutti ci vengono imputate come sterili contrapposizioni, inutili per l’oggi.
Questo PD, che sempre più vuole essere a "vocazione" maggioritaria, dovrà fare chiarezza dentro di se e dentro l'attuale coalizione se non vorrà essere "l'utile idiota" a favore di chi, dentro la coalizione non ha oggi un radicamento profondo, e sta continuamente facendo "campagna acquisti" per prepararsi magari ad essere molto presto l’interprete di una nuova stagione politica che potrà seriamente impensierire in quanto potrà occupare "ampie praterie" ora abbandonate al proprio destino dall'attuale centrodestra trentino.
La paura che intravvedo è che dietro al disegno di costruire un partito di raccolta vi sia il malcelato proposito di “autarchia” politica al fine di sostituirsi alla coalizione con un esperimento già visto ai tempi della Democrazia cristiana quando, alla fine del suo lungo periodo, quello che importava non era più il valore di un appartenenza ma solo la dimensione di un fenomeno che ormai privo di senso politico era però utile a conservare il potere (la fase della balena bianca).
E a ben pensarci i lineamenti di questa compagine politica in salsa trentina ben si equivalgono a quel triste fenomeno che snaturò l’essenza di quel grande partito, con la grande differenza che allora eravamo all’involuzione di un progetto politico, oggi invece quel fenomeno negativo sembra essere l’obbiettivo da raggiungere.
E’ facile intuire che un partito minoritario all’interno di una coalizione non è logico possa esprimere un Presidente della Provincia, Senatori nei collegi più significativi usufruendo dell’accordo nazionale con il Pd e 5 Deputati grazie alla lista unica con la Svp.
Questa tattica utilizzata nel passato, col senno di poi, probabilmente non sarebbe più accettata dalla coalizione e quindi, invece di essere riconoscenti alla coalizione che ha concesso di fatto questi risultati oltre ogni logica aspettativa, si punta a rimanere ai posti di comando sfruttando l’effetto mediatico del consenso ottenuto, mettendo in campagna elettorale permanente anche le maggiori cariche istituzionali, nel tentativo di costruire magari anche ai danni degli alleati un contenitore variegato e disomogeneo che trova come collante quello del voler diventare ad ogni costo il partito di maggioranza relativa con una gestione fatta di promesse contingenti ed effimere che spesso sanno di populismo a buon mercato.
Quando si smarriscono i valori di fondo è facile lasciarsi inebriare dal profumo effimero del potere.
Tutto questo mi ricorda una piccola storia, quella del pallone aerostatico, che con più si alza da terra e più aumenta di volume, più sembra essere in salute. Ma da terra lo vedono sempre più piccolo e il destino di quel pallone aerostatico, che diventa sempre più grosso e crede di essere sempre in salute, è quello di esplodere e quando esploderà, da terra, non se ne accorgerà più nessuno.
Il nostro destino, cari amici e pensiamoci bene, io credo che sia quello di stare sulla terra per portare avanti con impegno e originalità le specificità che la nostra Terra da sempre possiede. Paradossalmente la nostra Autonomia non è mai stata così debole come in questo periodo dove si nota una drammatica assenza di visione d’insieme e strategia.
Oggi si difende la specificità territoriale quando non ci si arrocca ma si gioca a tutto campo con una marcia in più, che non ci è data dall’alto ma che dobbiamo reinventare prendendo ad esempio chi a suo tempo in questa terra è stato in grado di elaborare concetti alti nei quali un popolo si è riconosciuto.
Oggi dobbiamo farci carico di questa carenza di valori, di idealità e di sana Politica recuperando quello slancio solidale e di parte, di quella parte che è nostra da sempre e che è l’essenza di quello spirito popolare e socialista che ci ha spinto ad unire le nostre forze in questo contenitore magico che è il Partito democratico.
Venendo a noi, alla nostra Riva del Garda e al nostro impegno per questa Città, non posso non ricordare gli sforzi fatti in questi 15 anni di buon governo che sono sotto gli occhi di tutti e che spetta a noi difendere e valorizzare. Da questi dobbiamo ripartire e da questi mi sento di dire che come Pd siamo ripartiti.
In un anno di attività abbiamo rimesso in pista il nostro Partito, abbiamo fatto azione politica seria e costruttiva a supporto del Sindaco e dell’Amministrazione, abbiamo deciso di esserci sulla Città e stiamo investendo sul futuro nel ricercare soggetti nuovi e nel formarci assieme per prepararci al meglio a governare il prossimo quinquennio.
Nell’Assemblea di giugno abbiamo condiviso assieme le linee programmatiche che ci condurranno alle elezioni amministrative di maggio 2015.
Abbiamo condiviso che:
su valori condivisi (no cartello elettorale);
(no stanza di compensazione);
candidato Sindaco;
Abbiamo anche condiviso assieme l’importanza di porre in essere un percorso di “formazione e informazione” da proporre a tutte le persone di buona volontà che intendono contribuire a rafforzare e consolidare la nostra esperienza politica.
Successivamente, sulla scorta di tali indicazioni, il Direttivo nella seduta del 26 settembre 2014, ha deliberato il nome del nostro candidato Sindaco - Adalberto Mosaner, Sindaco uscente al primo mandato - da proporre alla coalizione, la composizione della Commissione elettorale e il percorso di formazione che è partito ad ottobre e che si chiuderà a marzo 2015.
Fa parte della nostra sensibilità politica difendere e promuovere la coalizione di centro sinistra che ci ha condotto fino qui. Fa parte del nostro pensiero che in politica vadano esaltate le virtù e tralasciate invece le tattiche di corto respiro utili solo a recuperare nel breve qualche consenso ma che, nel tempo rendono arido il nostro terreno.
Stiamo lavorando anche nel formare le idee giuste da proporre nella costruzione del programma amministrativo, ma dobbiamo fare un ulteriore e grande sforzo a mio avviso.
Per essere vincenti non è sufficiente vincere le elezioni ed essere il primo partito della coalizione; per essere vincenti bisogna vincere l’apatia al voto. Bisogna far innamorare nuovamente la gente alla Politica. Bisogna appassionare la gente alla socialità e alla condivisione delle idee. Bisogna ricercare negli altri lo spirito giusto del vivere insieme. Lo spirito positivo che valorizza il meglio di ognuno e che è l’esatto contrario di ciò che invece accomuna e unisce le persone nelle discussioni sui social network, dove invece spesso passano i concetti più rozzi e disumani che l’essere umano sa esprimere oggi. Questo succede perché, rinchiusi nei propri spazi, ognuno ragiona singolarmente e così facendo comunica agli altri solo il proprio individualismo che diventa sempre più feroce essendo a sua volta alimentato dall’individualismo degli atri, con i quali non si “confronta” ma ci si “racconta”.
Per fare questo dovremo saper ascoltare e cogliere le giuste esigenze dei nostri concittadini.
Abbiamo visto che alle Elezioni in Emilia Romagna l’affluenza ha subito un brusco calo pur avendo vinto il PD. Questo perché a mio avvio non è passato un messaggio chiaro e condiviso.
In Puglia invece le Primarie hanno sortito un esito del tutto diverso, Emiliano ha saputo motivare le persone dando risposta ad un tema molto sentito: quello della legalità. Questo ci dimostra che se si agisce sulle corde giuste la gente risponde positivamente.
Per noi le corde giuste sono quelle cha già abbiamo iniziato a toccare: serietà, operosità e continuità di buon governo sotto il profilo amministrativo e politico; abbiamo un disegno per la nostra Città, inserita nell’Alto Garda.
Serietà che ci deve contraddistinguere nel nostro operare politico ma che dobbiamo pretendere anche dai compagni di viaggio che decidono di stare in alleanza con noi. Non possiamo tollerare che ci siano dei contenitori dove tutto ci può entrare pur che sia utile alla causa dei numeri. La nostra causa è altra e ben più grande; non dobbiamo solo vincere ma dobbiamo convincere nuovamente le persone che la politica è una cosa seria.
La politica è l’essenza della nostra convivenza civile e democratica che si basa su una storia che ci appartiene e che trova le sue origini nella lotta di liberazione, nella nascita della Repubblica e nei valori della nostra Carta costituzionale. Qui non posso non ricordare che proprio in questi giorni è venuto a mancare uno dei protagonisti locali di questa nostra storia: Giorgio Tosi al quale va tutta la nostra riconoscenza e l’affetto verso tutti quelli che con lui hanno vissuto quegli eventi.
In sintesi oggi vorrei esprimervi l’entusiasmo che sempre dobbiamo ricercare nel nostro agire quotidiano, un entusiasmo che non è difficile da trovare neppure oggi perché, pur essendo gravi le circostanze che ci affliggono, abbiamo alle spalle una storia densa di significati e di esempi positivi che ci illuminano e ci rendono forti.
In conclusione desidero ringraziare le persone con le quali sempre mi trovo a confrontarmi: gli Amministratori cittadini del nostro Partito, la Commissione elettorale, i giovani del Corso di formazione e in modo particolare i componenti del nostro Direttivo. Lo faccio leggendo la prima parte di una mail che inizia così:
Riva: “Sono stato vicino al PD locale fin dalla sua nascita. Mi pare di poter dire che il direttivo del PD in carica possa vantare una attività svolta con modalità democratiche e trasparenza che non hanno avuto precedenti nella, pur breve, storia locale di questo partito. Eletto a fine dicembre del 2013, questo direttivo a gennaio aveva già avviato la risoluzione di molte delle questioni che avevano tormentato l'attività negli anni precedenti e poi, nei mesi successivi, come rilevato anche personalmente nel corso della scorsa assemblea, i nodi principali venivano sciolti. Ogni decisione è stata presa dopo riunioni durante le quali qualsiasi posizione ha avuto occasione e tempo di essere espressa”.
Queste non sono parole mie ma di Paolo Malvinni. Con lui ci siamo confrontati a Congresso per accorgerci poi che in fin dei conti stavamo cercando entrambi le stesse cose.
Grazie a tutti voi,
e per concludere riparto dall’inizio perché ho tralasciato una notizia che è di questi giorni e che rappresenta una svolta storica nelle relazioni tra Usa e Cuba, una vicenda che ha in se qualcosa di straordinario e magico. Quelle 90 miglia di mare che separano i due paesi sono tornate ad essere solo acqua e non più barriera.
Questa notizia che arriva a fine anno porta con se speranza e voglia di futuro che lascio a voi come augurio per il nuovo anno che ci attende."