Quella dei profughi non è solo una questione politica. È morale! Non lasciamo a nessun partito o politicante appropriarsi di questa questione e facciamola entrare nel dibattito comune, perché la questione c'è e ci sarà, si tratta di decidere se «abitarla» o far finta che sia tutto ok. Fino alla prossima protesta, fino al prossimo sbarco, fino al prossimo presunto stupro e voci urlanti al seguito.
Egon Angeli, "L'Adige", 18 dicembre 2014
Roma, Tor Sapienza un mese fa: «Non sono io razzista, sono loro che sono negri», servizio di Piazzapulita. Sono senza parole e mi chiedo se, dato questo livello della discussione e punto di partenza, sia possibile un dialogo, se posso confrontarmi con queste persone. Non ho ancora trovato risposta (lasciando perdere quanto poi emerso in relazione all'inchiesta «mondo di mezzo» e su chi fosse collegato ai centri e alle proteste). Poi arriva la notizia dello spostamento a Sacco dei richiedenti protezione internazionale al momento ospitati a Marco e la piazza si riempie di commenti: sia quella virtuale di facebook sia quella fisica intorno alla fontana.
Ho condiviso assieme ad alcuni amici di non partecipare alla serata perché vedendo i commenti della piazza virtuale (alcuni prontamente cancellati quando «l'amico» di turno evidenziava le contraddizioni) ci siamo convinti che l'opinione di chi ha promosso e di parte di chi aderiva all'incontro fosse già costruita e formata e che quindi quella piazza non fosse sicuramente un luogo di confronto ma solo un luogo per qualcuno di dare voce ai propri istinti.
Un centro richiedenti protezione internazionale comporta sicuramente delle difficoltà che vanno governate e gestite. Ma non possibile nascondersi dietro queste, o tanto meno dietro al metodo di non condivisione, per negare ad altre persone un trattamento degno. Si può sempre gestire meglio qualsiasi cosa e sicuramente anche qui vi saranno state lacune, ma come possiamo affermare che le nostre paure sono prioritarie al fatto che vi siano ragazzi che dormono in container (a dicembre e in Trentino) perché non abbiamo una soluzione migliore? Hanno freddo!
Ora alcune soluzioni si sono aggiunte alla proposta dell'ex Cral, ma lo sdegno resta. Davvero anche da noi è sempre più presente la sindrome Nimby, non nel mio cortile, per cui va tutto bene basta che non tocchi me e il mio metro quadro? Davvero una buona comunità come quella dei saccardi è intaccata da una parte che propone la sola visione individualista?
Lasciamo perdere le falsità e le bugie dette, sicuramente alcune in buona fede ma molte abilmente camuffate. Lasciamo perdere che la maggior parte degli interventi riportati riguardano dati non verificati o proprio sbagliati. Lasciamo perdere che molti di questi ragazzi scappano da guerre e lasciamo perdere anche il diritto internazionale. Partiamo da un concetto semplice: abbiamo dei giovani che dormono in container e hanno freddo. Qualunque proposta migliori la loro situazione è già di per se una parziale soluzione. Poi va costruito tutto il resto: confronto con la popolazione (bisognerà definire prima numeri, struttura, eccetera, o parliamo di aria fritta?), servizi e percorsi di integrazione.
Lo si poteva fare prima? Ovvio, ma non è ipocrita chiedere di avere tutto «il contorno» sostanzialmente per far mettere questi giovani da un'altra parte? Chiedo a chi ha una tradizione culturale intrinsecamente legata al cristianesimo come ci si senta a protestare usando gli stessi argomenti del Fronte veneto Skinheads?
Chiudo citando un caro amico: era facile per noi, negli anni Settanta, sentirsi meno razzisti degli americani!