Per un po’ è stato alla finestra, osservando il fuoco incrociato tra i suoi stessi alleati. Ora il sindaco Andrea Miorandi rompe gli indugi e si dice pronto ad accettare la proposta delle segreterie locali di Adc, Patt e Pd. E ripropone alle forze della coalizione il programma “10 x 10”, attorno alla quale il centrosinistra di era ricomposto nel 2010. G. Lott, "Trentino", 17 dicembre 2014
«Eravamo precipitati nel caos e nella confusione con Roberto Maffei» dice Miorandi, «e poi abbiamo vissuto cinque anni con “un uomo solo alo comando”, Guglielmo Valduga. Il centrosinistra autonomista l’abbiamo ricompattato noi, attorno a un progetto, un patto siglato con i cittadini, e Rovereto si è concretizzata come laboratorio politico importante, di valenza provinciale». Il sindaco insiste: «Abbiamo fatto un patto generazionale, senza rottamazioni, affiancando persone poco conosciute come me ad altre più note. E abbiamo vinto». Quel modello, spiega Miorandi, è ancora valido, ma deve essere più ambizioso. «Voglio creare un laboratorio per la costruzione del programma del 2015, e alle forze politiche della coalizione chiedo di essere luoghi di partecipazione. I partiti del centrosinistra autonomista si assumano la responsabilità di scrivere insieme un nuovo programma, e una chiave di volta per rompere i vecchi paradigmi è il rapporto pubblico-privato. É una proposta in cui dobbiamo coinvolgere i privati, gli imprenditori, e che deve essere modello anche per il Trentino». Certo sindaco, intanto però dovete difendervi dal “fuoco amico” di parte dell’Upt e parte del Pd, che chiedono un segno di discontinuità. «Se queste critiche le muovesse la Lega, sarebbe più comprensibile. Che lo dica chi è sempre stato nella coalizione e ha condiviso le scelte di questa amministrazione, fa un po’ sorridere. Le critiche sono ben accette, se costruttive. Se diventano sentenze da inquisizione, il discorso cambia. Ma credo che l’Upt sia ben altro che questo». Le fibrillazioni nelle segreterie trentine non lo appassionano: «A me interessa la coalizione costruita a Rovereto. Che le segreterie provinciali abbiano uno scacchiere da tutelare, può starci. ma c’è un evidente scollamento tra vertici roveretani e provinciali. e lìinteresse dei conttadini non sta certo nella logica delle spartizioni di potere, di equilibri e bandierine. Io mi appello ai roveretani, ai cittadini. Voglio parlare con chi vuole costruire, non demolire».
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Partito Democratico del Trentino