Se le opposizioni parlano di un «bilancio elettoralistico e senza strategia» e del «fallimento del modello dellaiano», qualche riflessione critica all’indirizzo di Rossi e del governo provinciale è arrivato ieri dai banchi del Pd, nella prima giornata di dibattito in aula sulla Finanziaria. "Trentino", 17 dicembre 2014
Lucia Maestri ha puntato il dito sulle politiche per la cultura e la ricerca: «Le spese della ricerca non sono un in più, si deve mantenere la barra dritta perché la ricerca produce effetti sul lungo periodo. Ed è necessario un progetto intersettoriale tra ricerca, economia e conoscenza. Conoscenza di cui fa parte la cultura, a cui il bilancio taglia il 7% delle risorse giustificandolo con il processo di centralizzazione dei musei. Un processo che va fatto con l’ascolto delle competenze presenti nei musei e dopo aver fissato la mission dei musei. Le dimissioni di Collu e Feltrinelli dal Mart sono una perdita e una denuncia di un’involuzione che il Trentino non si può permettere. I musei sembrano giocare partite solitarie quando ci sarebbe bisogno di sinergia». Maestri ha detto anche che «la giunta sembra una sommatoria di posizioni di partito e non una squadra coesa». Per Luca Zeni «servono nuovi schemi»: «Si rischia una retorica dell’autonomia che ci chiude in difesa. Il Trentino rischia di essere una somma d’ interessi che si rapportano con l’amministrazione. Il programma di sviluppo è di buon senso ma si devono individuare settori sui quali puntare. Non c’è una sufficiente attenzione al turismo, cercando nuove frontiere per generare indotto a partire dalla green economy. Bisogna rimotivare le persone, vincolare anche le assunzioni nell’Università alla qualità, al merito che è anche un elemento di giustizia sociale». Dure le opposizioni, che hanno pronti 2 mila emendamenti. Maurizio Fugatti (Lega) ha preannunciato battaglia contro i ticket sulla sanità e le Rsa e la tassa di soggiorno, «scelta sbagliatissima in un momento di crisi». Per Rodolfo Borga (Civica Trentina) «il Trentino paga un debito devastante e una politica immobiliare scellerata, il fallimento delle comunità di valle, uno sperpero di risorse in consulenze», «ma pur riconoscendo le difficoltà del momento pare che la giunta gestisca il tavolo delle risorse con tagli a casaccio, in attesa di un rilancio che purtroppo non verrà». Per Nerio Giovanazzi la manovra «manca di coraggio» mentre per Filippo Degasperi (M5S) «è finito il mito del Trentino migliore d’Italia». Per Walter Viola (Pt) «questo bilancio segna la fine di un’epoca ed è strano il tentativo di smarcarsi dalla giunta precedente, come se Rossi e Dellai fossero antagonisti»: «La strategia della giunta è stata improntata più alla preoccupazione di accontentare categorie che a creare vero sviluppo». Ha invece difeso la manovra il capogruppo Upt Gianpiero Passamani passando in rassegna le varie scelte, dalla tassa di soggiorno ai fondi per l’agricoltura, gli sgravi fiscali, misure per rendere il Trentino accattivante per le imprese a livello industriale e turistico: «Misure che contribuiranno ad una ripartenza in termini di occupazione e sviluppo. La variabile tempo è ora fondamentale per valutarne l’efficacia. In questo senso occorre siglare un patto con tutti i trentini e con Bolzano con cui costruire insieme l’Europa delle regioni, vero perno dello sviluppo delle politiche economiche del nostro territorio». Il dibattito prosegue oggi, intanto sono già stati depositati 40 ordini del giorno.
LEGGI ANCHE: "Masere, corsia referenziale bocciata", T. Scarpetta, "Corriere del Trentino", 17 dicembre 2014
Seguici su YouTube
Partito Democratico del Trentino