«Nella nostra cultura non ci sono predellini». Dalla convention di Sanbapolis Lorenzo Dellai non lancia nuovi partiti. Quantomeno non lo fa come fece nel 2011 Berlusconi, quando annunciò da un’autonomibile che Forza Italia e An sarebbero diventati il Pdl.
C. Bert, "Trentino", 7 dicembre 2014
Eppure l’ex governatore con l’iniziativa di ieri è come se avesse preso per mano un centrosinistra un po’ smarrito e lo avesse scosso: «Non ho altre ambizioni se non quella di dare una mano a far funzionare il cantiere che oggi abbiamo riaperto - dice - il resto verrà, non da congetture, alchimie o ambizioni personali. Vedo un po’ di scoramento e disillusione. Ci vuole animo, coraggio, perché abbiamo scritto pagine importanti e abbiamo ancora grandi capacità di leadership». Lecito però che se a parlare è uno che di partiti ne ha fatti nascere tanti nel corso della sua vita politica, le dietrologie fioriscano.
Lui in apertura le allontana con decisione: «Non sono qui per lanciare Opa verso nessuno, né per ridicole ipotesi di ritorni né per rottamare partiti. Sono però preoccupato per la coalizione, e non per le beghe che sono fisiologiche in un’alleanza, ma per lo spirito che non è sempre all’altezza delle responsabilità che abbiamo. Serve un centrosinistra innovativo che non appalti ad altri, benché alleati (la Svp, ndr) la difesa della nostra autonomia». Nella sala che guarda la palestra di roccia di Sanbapolis sono arrivati in 400 per dire cosa si aspettano per il Trentino e per la sua sempre più fragile autonomia: un po’ meno dei sostenitori chiamati a raccolta giovedì scorso all’Interporto dal presidente della Provincia Ugo Rossi. Assente il Patt (quello che ha affollato la convention del governatore), qui ci sono molta Upt e un bel po’ di Pd, tanti ex politici e classe dirigente dei tempi di Dellai presidente, categorie economiche, rappresentanti dell’associazionismo e della cultura. «Molti vecchi», commenta qualcuno.
Il Patt non c’è appunto, se si escludono Walter Pruner e Genetin. «Avranno evidentemente ritenuto esaustivo l’incontro di giovedì», commenta caustico l’ex presidente. «Noi siamo qui per rilanciare un progetto di centrosinistra». Che oggi è, nei fatti, alternativo al progetto di un grande partito territoriale autonomista, quella Svp in salsa trentina auspicata solo pochi giorni fa da Rossi. Ma cosa può nascere oggi tra il Pd e l’Upt? Dellai dice e non dice, e getta il sasso. «Ogni scenario richiede prudenza ma anche coraggio e curiosità. I partiti - dice rivolto alla segretaria del suo partito, Donatella Conzatti, che pare soffrire l’attivismo dell’ex governatore - sono parte e non controparte di questa riflessione». Per il momento l’ex presidente si limita a dire che «non possiamo disperdere la disponibilità e le idee» emerse nei 76 interventi che si sono succeduti ieri pomeriggio. Esorta, come fanno i padri nobili, a scrivere «una carta della nuova autonomia aperta e solidale», e a farlo «come se non esistessero i vincoli delle appartenenze ai partiti». A proseguire la discussione con tutti i soggetti e le realtà del campo democratico, «un campo unito ma plurale, che non si esaurisca nelle leadership, non nostalgico delle ideologie del ’900 ma non per questo pragmatista e post-valoriale».
Sul piano dei contenuti, qualche idea Dellai la mette sul tavolo: «Il Trentino deve tornare ad essere luogo in cui si sperimenta, a partire dal lavoro e delle relazioni tra mondo del lavoro e impresa». Poi una risposta a distanza a Rossi, che giovedì aveva parlato di «più scuola e meno ricerca». Mi auguro che nessuno metta in contrapposizione scuola e ricerca, perché sono due facce della stessa medaglia, la medaglia della conoscenza, della cultura e del futuro», scandisce. Poi si aprono i microfoni: 180 secondi a testa per parlare. «Una partecipazione andata al di là delle aspettative», commenta l’ex presidente a conclusione del lungo pomeriggio. Le «Leopolde» alla Renzi non sono nel suo stile, ma la giornata è servita a dire che lui c’è. E se Pd e Upt vorranno costruire insieme qualcosa di nuovo, lui sarà della partita.
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«Non ho promosso questo incontro per fare Opa verso qualcuno, né per costruire ridicole ipotesi di ritorno o per rottamare partiti, ma semplicemente perché sono preoccupato per la coalizione di centrosinistra autonomista, non per le beghe che sono fisiologiche, ma per il senso e lo spirito che non vedo sempre all'altezza delle responsabilità». L'ex governatore Lorenzo Dellai spiega subito così, nel suo intervento iniziale a Sanbapolis, dove ieri ha organizzato la convention affollatissima - circa 350 persone 500 secondo gli organizzatori - in cui esprimere in «180 secondi» un'idea per il Trentino, il significato di una iniziativa che ha allarmato molti, soprattutto l'attuale presidente della Provincia, Ugo Rossi, che ha tenuto due giorni prima la sua assemblea a marchio autonomista, ma ha agitato anche quella parte dell'Upt già pronta a cedere all'abbraccio del Patt. Dellai è stato ancora più esplicito nel riaffermare il ruolo e quasi la supremazia del centrosinistra che ha governato il Trentino negli ultimi 15 anni, ma che ora non si vede, esprimendo la necessità di ritornare protagonisti: «Serve dunque per questo un centrosinistra trentino unito, plurale, nuovo, glocale e innovativo nelle sue forme e nei suoi rapporti nazionali, che non appalti ad altri, benché ora alleati, il valore della territorialità e dell'autonomia, lasciandosi confinare nel ruolo dei partiti "romani" che sono presenti anche qui. Per questo si deve partire dal pensiero e la definizione delle visioni non dei contenitori. Per me le visioni - aggiunge il deputato rispondendo alle frecciate del pragmatico Rossi - non sono il contrario ma semmai il sale del realismo se vogliamo evitare che il realismo degeneri nella prosaicità». Insomma, dalle parole del fondatore non solo della Margherita ma soprattutto del centrosinistra trentino, viene il tentativo di scuotere la «sua» parte di una coalizione, ora guidata dall'autonomista Ugo Rossi, un presidente che sembra essere soprattutto preoccupato non di rafforzare l'alleanza ma il suo Patt, che da terzo partito che era, aggregato ma mai veramente organico al centrosinistra, ora cerca di mangiarsi l'Upt e di competere con il Pd. Per questo ieri a Sanbapolis a discutere di politica e di idee con Lorenzo Dellai non c'era nessun esponente di primo piano del Patt, salvo il solo Walter Pruner , ala sinistra delle Stelle alpine, ma c'erano molti dirigenti del Pd trentino, quelli più «territoriali», a cominciare dal vicepresidente della Provincia, Alessandro Olivi , il sindaco di Rovereto, Andrea Miorandi , il consigliere provinciale Luca Zeni , l'assessore di Comunità, Luigi Olivieri , e poi Vera Rossi , segretaria del Pd della val di Cembra e componente della direzione provinciale, che hanno preso la parola. E poi si è rivisto l'ex vicepresidente di Dellai, Alberto Pacher , anche lui intervenuto e il capogruppo provinciale del Pd, Alessio Manica , l'assessora provinciale Sara Ferrari , il presidente del Consiglio, Bruno Dorigatti e molti altri. Con loro lo stato maggiore dell'Upt - escluso l'assessore Tiziano Mellarini - dall'assessore Mauro Gilmozzi a tutti i consiglieri provinciali.
Ma ora, dopo questo incontro, che succede? Dellai ha concluso dicendo: «La discussione da fare è come si può pensare di organizzare un campo democratico plurale anche se unito; nazionale ed europeo anche se non centralista; rispettoso e anche convinto del ruolo delle leadership; ma ancora ostinatamente democratico; non nostalgico delle ideologie del novecento ma non per questo pragmatista e post-valoriale».
Dellai rafforza l'asse con il PD, Tanti gli esponenti del partito di Renzi all'evento organizzato da Dellai, T. Scarpetta, "Corriere del Trentino", 7 dicembre 2014