Ieri mattina al Muse ho aperto la giornata dedicata al 29° Rapporto sull’occupazione in provincia di Trento con un intervento che guarda al futuro del Trentino e della sua economia, sottolineando la necessità di ripensare le funzioni ed il ruolo delle politiche del lavoro.
Scarica il RAPPORTO: http://bit.ly/occupTN
Alessandro Olivi, 5 dicembre 2014
I dati del 29° Rapporto sull’occupazione in Trentino sono incoraggianti ma per superare l’attuale crisi strutturale dell’economiaserve una nuova stagione di politiche mirate alla crescita del territorio. Questo perché la disoccupazione giovanile e femminile rimangono elevate e l’uscita dalla crisi economica ed occupazionale non appare vicina. Per il Trentino rimangono centrali l’impresa e il lavoro.Le priorità dovranno essere queste: un nuovo modello di politica economica, lavori socialmente utili e fondo di solidarietà territoriale, oltre alla riforma del “Progettone”.
Nuovo modello di politica economia e del lavoro.
Ho evidenziato la necessità di ripensare le funzioni ed il ruolo delle politiche del lavoro. Con l’attuazione della delega in materia di ammortizzatori sociali, il Trentino si colloca in un modello di “flexsecurity” che ha pochi confronti in Italia, grazie anche all’attività svolta da Agenzia del lavoro.
Il cambiamento di rotta deve passare attraverso quattro punti: 1) occupabilità, intesa come competenze, alle azioni dirette a far crescere l’occupazione; 2) favorire la mobilità, non solo geografica, così da rispondere alle esigenze di un mercato del lavoro più dinamico; 3) interventi più selettivi verso professioni e realtà produttive in grado di favorire effettivamente lo sviluppo e la crescita; 4) qualità del lavoro che va migliorata e coniugata con la produttività e la competitività.
E’ evidente che questa svolta comporta un’integrazione tra le politiche industriali, sociali e dell’istruzione e quelle del lavoro.
Disoccupati, lavori socialmente utili e fondo di solidarietà territoriale.
L’attenzione rimane alta per le persone espulse dal mondo del lavoro. La Provincia intende continuare a coniugare politiche passive ed attive, a partire dal Reddito di qualificazione a cui deve affiancarsi una forte spinta all’occupazione.
Per i lavoratori in cassa integrazione e in mobilità va promosso maggiormente l’utilizzo dei Lavori socialmente utili statali: i disoccupati potranno così essere utilizzati – ad esempio – in interventi nel settore del recupero dei beni culturali ed ambientali. Inoltre, vanno rafforzati gli elementi di collegamento tra politiche attive e passive, tra azioni di accompagnamento al lavoro e sostegno al reddito dei disoccupati. I lavoratori sospesi possono contare sul reddito di continuità che si dovrà alimentare attraverso l’istituzione di un fondo unico, territoriale e intercategoriale. Una seconda linea di intervento riguarda la copertura contributiva volontaria dei periodi di godimento del Reddito di attivazione a favore dei disoccupati. Infine, sempre per i disoccupati, va incentivata la formazione collegata all’accompagnamento al lavoro e prevedendo che quest’ultimo, venga rimborsato solo se ha portato ad un’occupazione.
Giovani e donne, le priorità.
Maggiore attenzione va riservata al sostengo al lavoro e ai lavoratori, vero capitale strategico dell’impresa trentina. Uno dei dati maggiormente negativi del Rapporto sull’occupazione 2014 riguarda i giovani e la loro disoccupazione crescente. In questo ambito, prossimamente troveranno spazio interventi incisivi per i giovani privi delle competenze minime per accedere alla “Garanzia giovani” (fino a 29 anni), che deve affiancare gli interventi per la fascia di età tra i 30/34 anni a sostegno della continuità del rapporto di lavoro. A ciò si deve aggiungere la semplificazione del sistema di apprendistato professionalizzante e il miglioramento qualitativo della formazione, dedicando una sezione ai giovani nel Piano di politica del lavoro.
Altro tema rilevante sono gli interventi a sostegno dell’occupazione femminile che devono contrastare i fenomeni persistenti di “segregazione” professionale anticipata. Le donne rappresentano il capitale umano strategico dell’impresa che va sostenuto con una diversa organizzazione del lavoro, l’introduzione di strumenti innovativi di welfare aziendale e azioni premiali per le aziende orientate all’armonizzazione tra lavoro e famiglia. Così come per i giovani, anche le donne avranno una sezione dedicata nel Piano di politica del lavoro.
Strumenti a supporto della strategia per la crescita e il lavoro.
La formula proposta garantisce il sostegno della Provincia autonoma di Trento nei confronti delle imprese e del mondo imprenditoriale. Le linee guida appoggiano la contrattazione decentrata e tendono a migliorare l’accesso e la valorizzazione dei servizi alle imprese offerti dai Centri per l’impiego. Gli obiettivi saranno raggiunti anche grazie all’azione concertata tra Dipartimento sviluppo economico, Agenzia del lavoro e Trentino sviluppo. Intendiamo introdurre nuovi strumenti, ad esempio la ‘borsa dei mestieri’ per i posti vacanti, così come intendiamo armonizzazione gli incentivi alle assunzioni, la formazione continua e l’avvio del reddito di continuità. Così come crediamo fortemente in forme di contratto innovative, quali i contratti di rete.
Over 55 e la riforma del Progettone.
Il Trentino ha trovato nel “Progettone” uno strumento prezioso per le politiche del lavoro. Tale strumento va adeguato ai tempi e ai nuovi obiettivi delle politiche del lavoro. La riforma del “Progettone” porterà a privilegiare soluzioni orientate alla ricollocazione sul mercato degli esuberi e non all’estensione di occupazione protetta”.
Andranno quindi ridefiniti i requisiti delle persone ammesse al Progettone che dovrebbero essere davvero vicine alla pensione, limitando anche la durata dei rapporti di lavoro e prevedendo che i lavoratori soggetti a procedure di licenziamento collettivo possano essere presi in carico tempestivamente, e comunque 6/12 mesi prima della fine della mobilità, per essere affidati alla rete dei servizi per un intervento di placement.
Servizi per l’impiego.
Anche per il Trentino, pur essendo portatore di buone prassi nei servizi per l’impiego, si pone il problema del loro adeguamento. Occorre rendere più efficace l’attività dei Centri per l’Impiego e l’impegno profuso dai loro addetti. Vanno per questo migliorati gli strumenti informativi e qualificata ancor più l’intermediazione tra domanda e offerta, così come vanno migliorate le condizioni di lavoro: soprattutto in questo momento va ampliata la capacità di offerta di servizi anche alle imprese, oltre che ai lavoratori.