Manica: «Ho sempre sostenuto l'insufficienza del Pd attuale, che è troppo schiacciato sulle dinamiche nazionali e dunque poco legato al territorio. In questo senso, dobbiamo creare un partito più calato sulle valli». Robol: «Smettiamola con questa discussione che sembra un gioco di forza esagerato tra partiti che, anziché confrontarsi sui contenuti e sui problemi della gente, perdono tempo in alchimie».
D. Battistel, "L'Adige", 5 dicembre 2014
Partendo da questa premessa il capogruppo provinciale democratico Alessio Manica guarda con interesse alle mosse di Lorenzo Dellai per il superamento di Pd e Upt verso un nuovo partito popolare democratico del Trentino.
«Naturalmente - continua Manica - ora non so dire se i fermenti di questi giorni porteranno effettivamente alla nascita di nuovi contenitori. Mi pare comunque interessante che si cominci a lavorare per costruire questo scenario».
Dalla segretaria del Pd Giulia Robol un monito a «smetterla con queste discussione che sembra un gioco di forza esagerato tra partiti che, anziché confrontarsi sui contenuti e sui problemi della gente, perdono tempo in alchimie».
Robol dice di capire il ragionamento di Dellai che ora punta a «sfondare a sinistra» e a ricompattare in un nuovo soggetto l'area democratica e quella popolare, ma avverte che «se questi obiettivi si basano sulla frammentazione dei partiti attuali in non ci sono». Curiosamente alleata a Donatella Conzatti, segretaria Upt a voler mantenere lo «status quo».
«Con me nessuno ha affrontato ragionamenti di questo tipo. So dell'iniziativa di Dellai per dare un contributo al rilancio dell'autonomia, ma per quanto riguarda il desiderio di fare altri progetti non so nulla, se non in termini di concetti generali tipo "visione di rafforzamento" comune».
Ma che ne pensa di un eventuale nuovo partito la segretaria del Pd? «Sono contraria a qualsiasi progetto di divisione del Pd e guardo con molta preoccupazione a tutti i tentativi di frammentazione. Il Pd ha natura di partito nazionale ed è giusto che sia così: abbiamo un premier che ha in sé il tentativo di rinnovare il Paese e la politica, declinando in modo diverso il concetto di essere di sinistra. Vorrei che fosse la stessa cosa anche qui in Trentino».
«Io - conclude - guardo con molto rispetto, un po' di curiosità ma anche con preoccupazione a quello che sta succedendo dentro l'Upt. Spero non sia l'ennesima spaccatura».
Per Luca Zeni, il delfino che Dellai voleva crearsi ai tempi della Margherita, il panorama va allargato rispetto al dualismo tra governatore ed ex che occupa le cronache di questi giorni.
«A livello nazionale c'è da un lato un Pd che vuole allargarsi coinvolgendo anime popolari e locali, dall'altra una Lega che si è messa a guida del centrodestra. La stessa cosa sta avvenendo anche qui: dobbiamo essere consapevoli che se vogliamo fare il bene del Trentino è anacronistico, ancora più che in passato, chiuderci in noi stessi».
«Pensare ad un partito di raccolta è senza prospettive e futuro: anche la Svp si sta interrogando su questo».
Da parte sua il presidente della Provincia Ugo Rossi ieri mattina in Consiglio: «Con Lorenzo ho parlato una settimana fa ma non so cosa ha in testa». «Ma di sicuro - aggiunge anticipando la domanda - non abbiamo paura di alcuna nuova iniziativa politica. Ho sempre detto e pensato che ritengo utile per il Trentino un grande partito territoriale accanto ad uno di respiro nazionale ma radicato nelle valli». Nelle mente di Rossi Patt e Pd.
«Inoltre - afferma - ho sempre teorizzato il superamento di Upt e Patt. Poi mi spiegarono che i partiti non nascono da benedizioni personali...».
Timori per la tenuta della giunta in caso di un'Upt che si spacca? «Stiamo a vedere. Per ora non è così»