Giulia Robol sulle ultime mosse di Patt e Upt: "Il tema dell'Autonomia è di tutti. Va affrontato insieme, il vero test è il lavoro per la amministrative". Una chiamata a raccolta, a breve distanza uno dall’altro, da parte del governatore Rossi e da parte dell’ex governatore Dellai di supporter e menti pensanti, per definire dove va l’Autonomia, alla luce degli sviluppi futuri nel rapporto con Roma. S. Mattei, "Trentino", 1 dicembre 2014
Il pensiero va alla Leopolda, nell’impostazione data in particolare all’annuncio di Dellai, che via Twitter ha convocato una convention per «una riflessione non scontata, e men che meno appiattita sulla guerriglia di reciproco logoramento o immiserita nella corsa alla campagna acquisti» sul futuro del Trentino, con interventi al massimo di tre minuti. La convocazione di Dellai, per il 6 dicembre, sembra una risposta a quella programmata da Rossi per il 4 dicembre, alla quale sono invitati amministratori e esponenti della società civile che l’hanno sostenuto nelle primarie. E il Pd, in questo fermento e riposizionamento di Patt e Upt cosa fa? Lo abbiamo chiesto alla segretaria, Giulia Robol. Dellai sembra deciso a tornare in scena, e convoca una convention stile Leopolda a due giorni da quella di Rossi. Scopo, la riflessione sul futuro dell’autonomia in questi tempi difficili per la crisi e per la disaffezione della politica. Voi del Pd state a guardare? Mi verrebbe da commentare “molto rumore per nulla”. Se il tema è sempre quello dell’autonomia e della sua identità, si dovrebbe cercare di fare una riflessione confrontandosi con la società civile e con le forze della coalizione di governo del Trentino. Ma se il dibattito si trasforma in un rapporto muscolare tra due persone, non ne vedo la ragione. Il tema dell’autonomia riguarda tutti e va al di là del tentativo di far crescere i propri partiti. Però le convocazioni per dicembre di Rossi e Dellai, per ragionare con amministratori e sostenitori sul futuro del Trentino, va nel senso di confrontarsi con la società civile, no? Ma oltre al protagonismo di persone che rivendicano di aver costruito un pezzo di storia trentina, si dovrebbe fare un investimento sulla futura classe politica, al di là della singola identità di ogni partito. L’ho già detto, le aperture che fa il Patt a persone che sono state fino a poco fa del centro destra ci preoccupano. Il Patt però in passato ha anche guardato al centrodestra, si è sempre considerata blockfrei. Mi riesce più difficile capire il senso dell’operazione di Dellai, perché se il ritorno sulla scena politica trentina è come rappresentante di partito, deve chiarire da che parte vuol stare, deve sciogliere il nodo a livello nazionale. Tra il Pd e l’Upt si sono fatti patti chiari e positivi e spero che Dellai faccia un ragionamento in questo solco già tracciato. Passiamo alla questione vitalizi: anche a questo proposito il Pd non ne esce molto bene, con le ultime defezioni di Margherita Cogo e di Alberto Rella, schierati con i consiglieri che hanno fatto ricorso. Per un partito che ha puntato sulla questione morale, non è una bella pagina. La pagina dei vitalizi non è bella per nessuno, visto che i ricorrenti alla legge per la loro restituzione sono di tutte le forze politiche. È vero che noi siamo più selettivi, perciò agli occhi dei nostri elettori, risulta ancora più difficile capire questi comportamenti. La campagna acquisti del Patt e le manovre di Dellai dimostrano l’esigenza di un rinnovamento nei due partiti, che non si avverte nel Pd. Se ne facciamo una questione anagrafica, anche noi abbiamo giovani in consiglio, come Luca Zeni e Sara Ferrari, e il nostro rinnovamento è iniziato prima. Ma io penso che il test vero della coalizione siano le elezioni amministrative e che il rafforzamento della coalizione non si fa a tavolino, ma deve partire con un lavoro dal basso. Nessuno ha la ricetta per il futuro dell’autonomia, che va costruita condividendo i valori, con una lavoro paziente e costante, in una visione di coesione sociale.
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