INTERVISTA AD ANDREA MIORANDI Non passerà senza colpo ferire l'addio di Cristiana Collu al Mart che ha aperto un vaso di Pandora da cui potrebbe uscire di tutto. Il sindaco Andrea Miorandi prova grande amarezza per l'addio di Collu, di cui ha grande stima, ma ora pianta paletti e vuole risposte dalla Provincia e in particolare dall'assessore provinciale alla Cultura, Tiziano Mellarini, sul futuro della struttura. E qualche risposta arriverà già in settimana con un Cda che si annuncia difficile per la presidente Vescovi. "L'Adige", 17 novembre 2014
Sindaco, ce l'ha con Mellarini per questa ferita? Prima di mettere qualcuno sul banco degli imputati farei un ragionamento complessivo, perché vorrei capire e vorrei chiamare tutti alle loro responsabilità. Il Mart è una istituzione estremamente delicata. In 15 anni si è fatto una immagine internazionale come museo, ma per competere bisogna avere qualità. Se vogliamo trasformare il Mart in qualcosa d'altro la Provincia lo deve dire. Le avvisaglie che arrivano è che si voglia fare un centro commerciale dell'arte. C'è l'ossessione dei «numeri»... Sì, magari chiamiando Marco Goldin a ripetere le grandi mostre di Treviso. Ma così il Mart diventa altro. Basta un bel capannone industriale in una grande città e sarebbe anche molto più competitivo che a Rovereto, ma per quello servono soldi. Invece lei a che cosa pensa? Non servono soldi, ma autorevolezza. Se il Mart è autorevole, se può permettersi lo scambio di opere con altri musei internazionali è perché ha conquistato fiducia con il suo prestigio. Il Mart è un museo del mondo che ha fatto grande l'immagine della città. Rovereto è conosciuta per il Mart: ha ricerca, didattica, è qualcosa di più di un spazio espositivo. Non possiamo rifare una Disneyland come in altri musei. Ma c'è chi si lamenta che il Mart non riesce a riempire le pizzerie, che i turisti in città sono pochi... È una polemica sciocca. Il visitatore medio del Mart, dai dati dell'Osservatorio provinciale del turismo, sta due ore e mezza nel museo, poi il 30 per cento fa una visita in città e il 70 per cento se ne va. Sfruttiamo queste presenze. Abbiamo sbagliato a pensare di stare fuori dal Mart con il cappello in mano davanti ai turisti: siamo noi che dobbiamo entrare dentro e con la Collu c'era questa possibilità. Nulla da rimproverarle dunque? Ha dato qualcosa di più di Gabriella Belli. Collu è venuta ad abitare a Rovereto: non è una banalità, pur avendo la Belli fatto un fondamentale lavoro di internazionalizzazione del museo. Tenterà di trattenere la Collu? La vedo molto critica, anche se farò di tutto. Ma lo faccio per il Mart. Mi interessa capire quale è il progetto. Io ho contribuito a mettere insieme altri tasselli della cultura roveretana: palazzo Alberti, lo Zandonai, e adesso mi si azzoppa questo ente e rischiamo di restare fermi altri venti anni. Non posso stare a guardare Rovereto che rischia di non essere più la città del Mart. No, non esiste. Noi siamo conosciuti in Europa per il Mart. È come se a Parigi dicessero "togliamo il Louvre". Dobbiamo invece difendere il Mart. Perché, secondo lei con l'addio della Collu si è chiusa una stagione? Questo è il pericolo, dobbiamo mantenere l'abbinata Mart. In 10 anni abbiamo visto anche mostre che hanno fatto numeri: gli Impressionisti, Antonello da Messina, il rapporto con il museo d'Orsay... Non è vero che non ha fatto numeri. Se il Mart diventa come fu già Treviso con le grandi mostre, siamo morti. Siamo stati fino ad adesso un posto unico, una città piccola con un grande museo internazionale. Ilaria Vescovi ha dichiarato che voleva fare una selezione per il nuovo direttore. Le risulta? Per quello che sappiamo noi il Cda del Mart non ha deliberato questo. Per ora mi fermo qui. Di certo è che è avvilente. Ha sentito Carlo Feltrinelli, voluto da lei nel Cda? Sì. Mi ha chiamato. E con lui ci siamo chiesti: che stiamo lì a fare? Se ci riduciamo a essere una piccola operazione, che ci sta lì a fare Carlo Feltrinelli? Che cosa farà ora con la Provincia? Voglio chiamare tutti a un confronto a livello ufficiale con la giunta e con i partiti. Voglio anche che questo sfoci in un confronto pubblico nella città di Rovereto. E ho la necessità di chiamare tutti e di confrontarmi con gli ex sindaci, Michelini, Monti e Ballardini, a porte chiuse nei prossimi giorni. Non sono qui a difendere la roveteranità, ma alla Provincia chiedo: dimmi il futuro del Mart. Non c'è la sensazione che la Provincia voglia il passo indietro del Mart, magari integrandolo con il Muse? Non credo all'integrazione tra Muse e Mart, sono due realtà completamente diverse. Tuttalpiù penserei solo a una integrazione dei servizi di supporto. Però è vero che la Provincia ha più attenzione al Muse... Questo me lo dovrà dire la Provincia. Io so solo che il Muse sottrae molte risorse al budget provinciale. E mentre il Muse non lo vedo come il migliore museo di scienze del mondo, il Mart è già posizionato ai blocchi di partenza tra i migliori. Lei è furente, ma non dà giudizi su Mellarini... No. Però gli chiedo quale sia la sua visione del Mart. Per adesso non voglio fare nessun processo, eventualmente lo faremo dopo. Pongo però una domanda e attendo una risposta. Il Mart non permette passi falsi e improvvisati, rischiamo di perdere la credibilità.LEGGI ANCHE:Miorandi: situazione intollerabile. La Provincia dovrà risponderne, "Corriere del Trentino", 17 novembre 2014
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