Il Gruppo consiliare provinciale del PD Trentino sul ricorso presentato da ex consiglieri contro la riforma dei vitalizi

Il Gruppo consiliare del Partito Democratico del Trentino apprende con dispiacere del ricorso presentato da un numero così ampio di  ex consiglieri che per anni hanno servito le istituzioni e gestito la cosa pubblica. Non aver accettato il taglio - peraltro sostenibile e limitato - dei soldi a loro destinati, è un segno di distanza tra loro e la comunità che per anni hanno contribuito a guidare.
Leggere in quella lista il nome di Margherita Cogo, che in passato ha svolto nelle fila del nostro partito incarichi di grande rilievo politico ed istituzionale, lascia nel Gruppo rammarico e delusione. La scelta di alti ex consiglieri di non ricorrere e di accettare gli effetti della norma dimostra che una riflessione ed una scelta diversa erano possibili.


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Il gruppo: «Delusione, politici distanti dalla comunità» La segretaria: «Le avremmo chiesto di lasciare il Pd»

 

Margherita Cogo, tre legislature in consiglio provinciale, ex assessora alla cultura, ex presidente della Regione, ha restituito nei giorni scorsi la tessera del Pd, comunicandolo al suo segretario di circolo e alla segreteria provinciale. Un gesto che ha preceduto di poche ore la notifica del suo ricorso contro la legge regionale che riduce gli anticipi d’oro dei vitalizi, una legge su cui il suo (ex) partito ha fatto nei mesi scorsi una battaglia politica.
E tra i Democratici l’imbarazzo della presenza del nome di Cogo tra i 50 ricorrenti (altri 16 sono gli atti di citazione in arrivo) ieri era palpabile. Il comunicato del gruppo consiliare arriva a metà pomeriggio, dopo una discussione interna con qualche resistenza (i rumors dicono che l’assessora Sara Ferrari, vicina all’ex consigliera, abbia provato ad evitare prese di posizione, ndr). Poche righe, per esprimere «rammarico e delusione»: «Il gruppo consiliare del Partito Democratico del Trentino apprende con dispiacere del ricorso presentato da un numero così ampio di ex consiglieri che per anni hanno servito le istituzioni e gestito la cosa pubblica. Non aver accettato il taglio - peraltro sostenibile e limitato - dei soldi a loro destinati, è un segno di distanza tra loro e la comunità che per anni hanno contribuito a guidare. Leggere in quella lista il nome di Margherita Cogo, che in passato ha svolto nelle fila del nostro partito incarichi di grande rilievo politico ed istituzionale, lascia nel gruppo rammarico e delusione. La scelta di alti ex consiglieri di non ricorrere e di accettare gli effetti della norma dimostra che una riflessione ed una scelta diversa erano possibili».
«Non sono più del Pd», si limita a dire Cogo.
La segretaria provinciale del partito, Giulia Robol, che ha avuto l’ex assessora tra i suoi sostenitori big per la segreteria, commenta così: «Dispiace anche a me. Sarebbe stato opportuno che nessuno facesse ricorso, il Pd lo ha detto dall’inizio. Margherita Cogo ha restituito la tessera sapendo che, di fronte al suo ricorso, le sarebbe stato chiesto di lasciare il partito.
Questo era lo scenario più che probabile». Voci di corridoio dicono che alla fine Cogo non sarà l’unica ex Pd a presentare ricorso. «Non lo so - dice Robol - a parte Pinter, che ha già dichiarato che non avrebbe fatto ricorso, altri ex non sono più iscritti al partito da un po’».
Per l’Upt la segretaria Donatella Conzatti parla di «ennesima delusione nell'apprendere dei molti ricorsi presentati dagli ex per garantirsi il vitalizio, che segna un ulteriore spartiacque tra coloro che si dedicano ad una politica che si occupa degli interessi di tutti e chi invece della politica ha fatto un mestiere». «Avevamo già stigmatizzato come la riforma approvata nel luglio scorso fosse incompleta perché continuava a garantire alcuni privilegi per la classe politica. Infatti, se per gli attuali e futuri consiglieri il vitalizio è scomparso e sostituito dal semplice pagamento dei contributi alla previdenza integrativa, per i vecchi consiglieri, anche per quelli che non ne avevano maturato il diritto, il vitalizio restava. «Tra i ricorrenti non c’è nessun iscritto all’Upt e questo ci conferma che i nostri ex stanno mantenendo la parola data. Il monito è di mantenere fede a questo impegno».
Profonda indignazione esprime Sel del Trentino «per l'atteggiamento arrogante di chi ha deciso di tenersi quanto ottenuto legalmente, certo, ma grazie a una legge iniqua e strumentale». «Ad aggravare la nostra indignazione è la constatazione che chi avrebbe dovuto rappresentare la popolazione non riesce a rinunciare al proprio interesse personale, nemmeno davanti a situazioni crescenti di povertà e di difficoltà per l'amministrazione a mantenere standard adeguati dello stato sociale».
La Lega Nord con il segretario Maurizio Fugatti denuncia «l’ostilità di qualche ex consigliere di non voler restituire quanto percepito attraverso una legge ingiusta. Crediamo alquanto fuori luogo voler presentare un ricorso contro la restituzione del vitalizio visto che oggi vi sono migliaia di famiglie trentine e imprese che vivono in difficoltà, giovani disoccupati e anziani con misere pensioni dopo anni di lavoro e sacrifici».