Appello europeo a Rossi: «Non chiudere l’Ocse»

La lettera è indirizzata al presidente Rossi e per conoscenza all’ambasciatore Gabriele Checchia e porta la data del 10 novembre, lunedì. Più che una lettera è un autentico appello che il gruppo di deputati italiani del Pd (da Alessandra Moretti a Cecile Kyenge, da Flavio Zanonato a Isabella De Monte, da Elly Schlein fino a Patrizia Toia e Gianni Pittella) rivolge, appunto, al presidente della Provincia Ugo Rossi: «Non chiudere il Centro Ocse di Trento».
"Trentino", 13 novembre 2014



Il Centro è infatti oggetto della scure della Provincia che ha manifestato l’intenzione di non rinnovare più i finanziamenti per la struttura con sede in vicolo San Marco. La giunta provinciale è intenzionata a "staccare la spina" all'Ocse: cioè a sospendere i finanziamenti che fin qui hanno consentito all'organizzazione internazionale (i paesi membri sono 34) di mettere radici a Trento e sviluppare la propria attività.
Passaggi definitivi ancora non ce ne sono, ma già il Trentino nel riportare l’indiscrezione nei mesi scorsi spiegava che la stessa assenza di un provvedimento che fissi i prossimi impegni finanziari di Piazza Dante nei confronti dell'Ocse è un segnale tangibile della volontà di chiudere i rubinetti. Tanto che in vicolo San Marco (e soprattutto a Parigi, sede centrale dell'Ocse) già si starebbe pensando a bussare ad altre porte: ad esempio la Regione Friuli-Venezia Giulia, che avrebbe già dato segnali confortanti. «Ciò che il governo italiano ha ottenuto nel 2003, e dunque l’apertura sul suolo nazionale dell’unica struttura operativa dell’Organizzazione per la Cooperazione e per lo Sviluppo Economico al di fuori della sede di Parigi è un’acquisizione niente a fatto scontata e difficilmente ripetibile» - scrivono i deputati Pd. Un traguardo raggiunto grazie a un fondamentale e ormai ultra decennale impegno economico e politico della Provincia ma il cui beneficio ricade, di riflesso, sull’intero Paese».
La lettera dei deputati del Pd prosegue ricordando gli effetti importanti che il lavoro svolto nella sede di Trento ha prodotto in questi anni. La conclusione è quasi un monito: «Rinunciare ai rapporti privilegiati con l’Ocse dati dall’esistenza del Centro di Trento e abdicare al contempo ad ospitare la loro unica sede operativa distaccata, comporterebbe una perdita significativa d’operatività e di prestigio, per l’Italia e per la Provincia di Trento».
L'ultima delibera della Provincia per finanziare l’Ocse porta la data del 7 dicembre 2012, presidente era ancora Lorenzo Dellai: sulla base del Memorandum sottoscritto nel 2003 dal governo e dall'Ocse, che prevedeva appunto la costituzione a Trento di un centro, e della successiva convenzione tra Provincia e governo che vi dava attuazione la giunta stanziava 3 milioni di euro complessivi, la cui erogazione era così stabilita: 1 milione per il 2011, 600 mila per il 2012, 470 mila per il 2013 e 465 mila sia per il 2014 che per il 2015. Ma dopo quella data fine delle trasmissioni.
Per il mantenimento dei finanziamenti alla sede di Trento si era schierata nelle settimane scorse anche la Cgil del Trentino, ma nei giorni scorsi era intervenuto pure il consigliere provinciale del Partito Democratico Mattia Civico.