Si riaprono i giochi sulla introduzione dei nuovi ticket sulle prestazioni specialistiche e i farmaci, sotto la pressione del Partito democratico e dei sindacati, che chiedono alla giunta di verificare ancora la possibilità di trovare alternative per evitare l'introduzione di ticket sanitari che fino ad ora il Trentino era riuscito a evitare.
L. Patruno, "L'Adige", 13 novembre 2014
Oggi ci sarà una riunione di maggioranza sulla legge finanziaria e la questione sarà al centro del confronto tra le forze politiche del centrosinistra autonomista e il presidente Ugo Rossi e la sua giunta.
L'assessora alla salute Donata Borgonovo Re dichiara: «In giunta è stata presa la decisione all'unanimità, come punto di equilibrio che abbiamo ritenuto più adeguato a fronte di una serie di ipotesi che abbiamo considerato e non abbiamo ragione di ripensarci. Naturalmente - aggiunge però l'assessora - la discussione politica è aperta e tutti i contributi e le riflessioni sono ben accette per trovare una soluzione la più condivisa possibile».
Ieri la segretaria provinciale del Pd, Giulia Robol, si è confrontata con l'assessora visto che nel gruppo provinciale del partito Luca Zeni e Mattia Civico hanno ribadito la posizione di contrarietà ai ticket che era stata espressa già nel primo incontro di maggioranza dove sia Rossi che l'assessora erano stati sollecitati a trovare una soluzione alternativa all'introduzione dei ticket, puntando a recuperare risorse da una migliore organizzazione dei servizi o eliminando spese superflue, prima di procedere con la decisione di chiedere soldi ai cittadini. «Per evitare i ticket - commenta aspro Zeni - basterebbe rinunciare a qualche consulenza data alla Deloitte - e avanzerebbero anche dei soldi».
«Penso - commenta la segretaria del Pd - che le sollecitazioni venute dai consiglieri del gruppo vadano considerate per verificare se in giunta ci sono margini per trovare soluzioni diverse. L'assessora sta cercando di capire se sia possibile superare la questione, almeno per il 2015, attingendo agli accantonamenti. Questa potrebbe essere una strada da valutare». La somma che infatti la Provincia conta di incassare dai ticket nel 2015 è di 3,6 milioni di euro, una cifra non esorbitante, che dunque non si comprende perché la giunta Rossi sia determinata a chiedere ai contribuenti e soprattutto ai soliti, ovvero lavoratori dipendenti e pensionati, visto che sono in base al reddito, invece di recuperare i soldi che servono riducendo le spese senza sacrificare la qualità dei servizi.
Il capogruppo provinciale del Pd, Alessio Manica, avanza anche delle proposte di possibili modifiche: «Il gruppo del Pd ha solo iniziato la discussione sui ticket. Non vi è una posizione di rifiuto aprioristico di questo strumento ma la volontà di approfondire la ratio ed eventualmente proporre correttivi che ne migliorino l'equità (come le soglie di reddito, l'uso dell'Icef o altri strumenti che meglio fotografano la condizione economica. Quanto licenziato anche dai nostri assessori - continua il capogruppo del Pd - è solo un punto di partenza di un ragionamento. L'intervento va contestualizzato in un quadro complessivo che comporta sacrifici più o meno grandi a diverse componenti della società».
Nei giorni scorsi l'assessora Borgonovo Re aveva cercato di resistere alla richiesta del presidente Rossi di introdurre i ticket a tutti i costi. Alla fine, rispetto alla ipotesi iniziale di ticket per un gettito di 10 milioni di euro sono stati ridotti a 3,6 milioni di euro. Ma visto che l'incasso è così limitato non si capisce perché si vogliono introdurre a tutti i costi.