SANITA' - Il Pd stoppa già Rossi: «I ticket non servono»

Civico e Zeni compatti: «Gettito irrisorio, piuttosto aggrediamo altre voci». I sindacati: «Via il limite dei 30 mila euro, non garantisce equità». Una goccia nel mare dei risparmi, quella dei ticket. Una piccola, irrisoria voce nei tanti capitoli di risparmi e tagli previsti dalla manovra finanziaria 2015. Eppure una scelta che mette già in fibrillazione la maggioranza, con il Pd che già chiede il ritiro della norma sul ticket di 1euro per ogni ricetta e soprattutto di quello di 10 euro per le visite specialistiche.
"Trentino", 12 novembre 2014



Mattia Civico e Luca Zeni, i due membri Pd della Prima Commissione in seno alla quale si incardinerà presto il percorso della manovra finanziaria, già chiariscono che quella parte di manovra non va.

«Le riserve sono molte - ammette Zeni - soprattutto perché trovo poco sensato introdurre un’altra “tassa” in un ambito, quello sanitario, dove è in corso una ampia riorganizzazione. Stiamo parlando di cifre irrisorie, dai 2,5 ai 3,6 milioni di euro: possibile che questo gettito non si possa trovare altrove nel bilancio della Provincia? Il fatto è che questa previsione penalizza ancora una volta la classe media, la più tartassata».

Ragionamento simile lo offre Mattia Civico: «Il ticket non deve diventare un tabù, visto che in Italia esiste quasi ovunque sulle prestazioni specialistiche. Tuttavia, poiché sia i ticket sanitari che gli aumenti alle rette delle Rsa vanno a incidere su persone in stato di particolare fragilità è fondamentale che diventino una extrema ratio. Non mi pare che ciò accada nella manovra finanziaria provinciale. Credo che si possa tranquillamente eliminare la norma sui ticket o quantomeno modificare sensibilmente la soglia dei 30 mila euro per l’esenzione». Critiche alla manovra arrivano anche dai sindacati che ieri si sono espressi in modo unitario: «Se le imprese hanno visto accolte dalla Giunta provinciale molte delle richieste sulla riduzione della pressione fiscale - hanno scritto Cgil, Cisl e Uil - lo stesso non vale per quanto riguarda le proposte avanzate dalle organizzazioni sindacali».

In particolare i sindacati ribadiscono la richiesta affinché venga data rapida e concreta attuazione ai contenuti del protocollo d'intesa su sviluppo e lavoro sottoscritto da Provincia e parti economiche e sociali il 12 aprile di quest'anno. «Il presidente Rossi - incalzano Burli, Pomini e Alotti - non può limitarsi ad auspicare il confronto tra le parti. In particolare, chiediamo che si garantisca piena operatività a Sanifonds con impegni precisi da parte delle categorie economiche».

Sul fronte ticket sanitari Cgil Cisl Uil chiedono chiarezza e trasparenza. «Prima di introdurre nuovi meccanismi di compartecipazione bisogna verificare lo stato di avanzamento del piano di miglioramento dell'Azienda sanitaria. Garantire risparmi e qualità nella sanità trentina è possibile, ma vanno fatte delle scelte di razionalizzazione dei servizi sul territorio che oggi la politica non ha il coraggio di fare. Sembra più facile chiedere denari ai cittadini, ma se lo si fa per mantenere una sanità che in periferia non garantisce più gli standard di qualità necessari, la cosa diventa davvero assurda». Resta inteso che, una volta fatte le dovute verifiche, per Cgil Cisl Uil serve parametrare la compartecipazione alle condizioni economiche delle famiglie, abbandonando l'utilizzo di soglie di reddito che non riproducono le reali capacità di spesa dei diversi nuclei».