Ticket, Borgonovo Re frena: "Prima va tentata la strada della riorganizzazione"

Ci sarà o no un aumento dei ticket nella prossima finanziaria provinciale? Di fronte agli avvisi del presidente Rossi ecco la frenata dell’assessora Donata Borgonovo Re che ha puntualizzato: «Con un lavoro di riorganizzazione delle risorse può darsi che riusciremo a evitare di mettere mano ai ticket» ha detto anche ieri mattina al termine della conferenza stampa della giunta proviciale.
Trentino, 4 novembre 2014



«Solo se questo lavoro non darà i risultati di cui abbiamo bisogno allora potrà essere necessario ritoccare i ticket, ma sempre tenendo conto di tutti i parametri necessari per far sì che il ticket lo paghi solamente chi può permettersi di farlo, cioè le fasce di reddito più alte». Donata Borgonovo Re ha inoltre confermato il lavoro di studio in corso in vista della nuova gara d’appalto per il nuovo ospedale del Trentino, fermata da un ricorso al Tar accolto dai giudici amministrativi che hanno “bocciato” la composizione della commissione di gara. Si ripartirà dall’invito delle quattro cordate di imprese in corsa per la grande opera.

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È in atto un braccio di ferro in giunta provinciale anche sulla introduzione dei ticket sanitari provinciali tra l'assessora alla salute, Donata Borgonovo Re e il presidente Ugo Rossi.L'assessora preferirebbe ridurre i costi riorganizzando i servizi inefficienti, come i punti nascita degli ospedali di valle che non rispettano gli standard di sicurezza, ed evitare così di introdurre i ticket, mentre il governatore vuole tenere aperti i punti nascita e dunque è disposto a introdurre i ticket - prima volta in Trentino - sulle prestazioni specialistiche e forse anche sui farmaci, meno probabile invece che vengano toccati i ticket che già ci sono seppure bassi sul pronto soccorso.

La soluzione che si starebbe profilando per evitare lo scontro è quella di inserire nella manovra finanziaria 2015 un articolo che prevede l'istituzione dei ticket ma senza però fissare in legge quali e a carico di chi. L'eventuale adozione concreta dei ticket verrebbe dunque rimandata a una delibera di giunta. Sta di fatto, comunque, che per fare quadrare il bilancio 2015 avendo previsto circa 8-10 milioni di entrate dai ticket, queste cifre andranno pur trovare se non chiedendo questa ulteriore «tassa» ai cittadini con altre risorse a bilancio o con maggiori risparmi sulle voci di spesa della sanità. «Stiamo rifacendo un po' i conti - ha insistito ieri l'assessora Borgonovo Re - e ritengo che possiamo ancora permetterci di evitare di introdurre i ticket, lasciando questa ipotesi come estrema ratio. Non abbiamo ancora deciso in giunta, ma questo sarà quello che proporrò ai colleghi, che per altro è quanto ci stanno chiedendo anche i sindacati, convinta che ci siano ancora margini per recuperare risorse dalla riorganizzazione».

Ieri pomeriggio, però, nell'incontro con le parti sociali il governatore Ugo Rossi, rivolgendosi in particolare a Cgil, Cisl e Uil, ha fatto capire chiaramente che non è sua intenzione chiudere i punti nascita o intervenire con soluzioni così decise nella riorganizzazione della rete ospedaliera o di altri servizi sanitari, sostenendo che: «Risparmiamo di più con il taglio del 40% del premio di produzione dei dirigenti dell'Azienda sanitaria, compresi i medici, che non altri interventi di razionalizzazione». Rossi è comunque più disposto ad escludere nuovi ticket per il pronto soccorso ma non a rinunciare all'introduzione del ticket di 10 euro (massimo come stabilito a livello nazionale) sulle prestazioni specialistiche, modulato in base al reddito a cominciare probabilmente dai 70 mila euro. Confermato invece l'aumento delle rette delle case di riposo con l'introduzione del calcolo Icef.

Domani è previsto, comunque, anche un nuovo incontro fra il presidente, gli assessori e le forze politiche di maggioranza ed è probabile che il Pd insisterà, a supporto della sua assessora e sensibile alle richieste dei sindacati, perché si trovi una soluzione alternativa ai ticket. Nell'incontro con i sindacati questi ultimi hanno insistito perché la generosa riduzione dell'Irap a favore delle imprese sia condizionata all'adesione delle categorie al fondo Sanifonds e al fondo di solidarietà per i nuovi ammortizzatori sociali.