«Noi "l'opzione zero" proprio non l'avevamo valutata. E di sicuro non la accettiamo. Sulla questione del collegamento Loppio-Busa, che avrebbe dovuto risolvere gli eterni problemi di viabilità, abbiamo digerito di tutto. Non digeriremo lo stop all'appalto». È la sintesi di Salvador Valandro, presidente della Comunità di Valle Alto Garda e Ledro. È la sintesi del malessere degli amministratori locali, sindaci in primis, che ieri sera si sono riuniti per stabilire il da farsi.
"L'Adige", 31 ottobre 2014
«Da almeno 5 anni siamo compatti sulla necessità di realizzare il collegamento viabilistico e ora siamo compatti nel chiedere alla Provincia di tornare sui propri passi. Il governatore Rossi e l'assessore Gilmozzi devono venire nella Busa a parlare con noi e con gli imprenditori gardesani. Se dicono che l'opera non si fa perché mancano i soldi, devono venire a dircelo guardandoci negli occhi».
Al dispiacere da amministratore, per il rinvio a data da destinarsi della realizzazione dell'opera, si somma il dispiacere politico, perché Valandro (Pd) evidenzia le divisioni all'interno della giunta fatta da Pd, Upt e Patt, che è lo specchio della coalizione di cui fa parte pure lui: «L'assessore Gilmozzi aveva rassicurato circa la realizzabilità del progetto ed è stato smentito nel giro di poche ore dal suo presidente Rossi. C'è qualcosa che non va»
Si fa portavoce dell'arrabbiatura generalizzata. Il cantiere Loppio-Busa si sarebbe dovuto aprire nel 2016. Ma con la manovra di bilancio provinciale 2015-2017 il disegno dell'asse viario è scomparso. Si parla di un appalto da 263 milioni di euro (più 1,9 per espropri e occupazioni temporanee). Il bando, con la formula del project financing, ha visto la manifestazione di interesse di otto soggetti tra imprese e associazioni di imprese. Tutto azzerato, anzi «refrigerato». La data del disgelo del cantiere, mai partito, è da definire: un grande punto di domanda. La spending review imposta da Roma si traduce in contrazioni di spesa a livello trentino. Insomma la disponibilità di denaro è limitata.
E si è scelto di sacrificare pro tempore l'alto Garda. «Solo che noi di sacrifici ne abbiamo fatti fin troppi - dice Valandro - Gli 800 milioni per il Not (Nuovo ospedale Trentino) li hanno trovati. Ora li trovino anche per la Loppio-Busa, che è prioritaria. Qui, tra turismo e polo industriale, si produce un terzo del Pil della nostra provincia. Le ore che i dipendenti delle aziende perdono in coda tra Loppio e il Garda si traducono in denaro perso: un danno su cui la Provincia deve riflettere».
Ieri sera in Comunità di Valle si è parlato della necessità di aprire un tavolo di confronto e di alzare la voce, in modo che sia sentita forte e chiara nel palazzo della Provincia, perché gli amministratori si sono visti strappare il tappeto da sotto i piedi e la cosa non va giù: il contratto di concessione era previsto entro il 2015, l'approvazione del progetto esecutivo e l'inizio dei lavori per il 2016. In un «mondo perfetto» si sarebbe arrivati alla seconda metà del 2016. Ma la perfezione non c'è neanche nella terra baciata dall'autonomia. Che siamo ben lontani dalla perfezione lo evidenzia il consigliere provinciale leghista Claudio Civettini che, con un'interrogazione, affonda il dito nella piaga del capitolo trasporti della Provincia ricordando le «spese inutili per Metroland e metropolitane di superficie varie».
Quanto alla Loppio-Busa, l'assessore Mauro Gilmozzi, che pure pochi giorni fa aveva annunciato l'avvio del cantiere nel 2016, commenta: «Era difficile fare diversamente. In questo momento le dinamiche del nostro bilancio ci impongono di valutare bene le cose, prendendo atto della situazione attuale. Vogliamo mettere al sicuro il nostro bilancio». A chi gli fa notare che cittadini, imprenditori e amministratori gardesani temono che quello annunciato sia di fatto un addio definitivo al progetto, risponde così: «Qui lo scenario cambia ogni due giorni. Penso che sia "saggio" aspettare un attimo e fare delle riflessioni. Come ho detto recentemente, dobbiamo lavorare sulla crescita, sullo sviluppo. Questo non è un progetto cancellato. È stato rimandato. Se l'appalto non sarà pronto per il 2016 lo potrà essere nel 2017. Io ci conto. Certe cose noi le possiamo rimodulare. Il dramma che stiamo vivendo è quello di questo maledetto patto di stabilità, che ci costringe a determinate scelte». Lui, che ora deve spiegare ai sindaci perché prima il collegamento si poteva fare e adesso, a distanza di pochi giorni, no, dice che per il bilancio 2014 «si immaginavano prospettive diverse. Ci sono cantieri per i quali i soldi non basterebbero. Quindi non li possiamo aprire, non a breve. Contiamo di farlo in futuro».
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