Rinascimento industriale per la città del futuro

ROVERETO - Olivi spiega la sua ricetta: lavoro, ricerca e università. Di fronte a un Urban Center gremito il vicepresidente della Provincia ha snocciolato numeri e strategie del bilancio 2015. 
M. Pfaender, "Corriere del Trentino", 31 ottobre 2014

Polo della meccatronica blindato, grazie ai 54 milioni del fondo europeo per lo sviluppo regionale, e con un rinnovato impegno politico per portare l'università del post de Pretis in via Zeni, sull'onda anche della prossima apertura di un laboratorio di microsensoristica di Fbk; avanti anche con Manifattura domani, che nel 2015 vedrà l'avvio dell'edificazione del «corpo B», una partita da 48 milioni (l'ultima tranche dei fondi statali Fas) ma con obiettivi di lungo termine rinnovati: non più solo un polo per la filiera delle costruzioni «green», ma un'integrazione degli spazi produttivi con ambienti destinati ad accogliere studi e sedi per società di liberi professionisti, consorzi di imprese, aule di formazione e gli uffici dell'Agenzia per il lavoro.
«Dobbiamo prendere atto degli effetti della moria dell'edilizia, l'obiettivo del 2005 per il centro di Borgo Sacco deve essere ritarato. Quindi penso ad un luogo dove incrociare finalmente in chiave funzionale la ricerca e la domanda di lavoro. Una sorta di "bic dei professionisti". O, se vogliamo ragionare per titoli, una "fabbrica dei lavori"». 

Non è mancata la carne al fuoco ieri sera all'Urban Center, dove il vicepresidente della Provincia Alessandro Olivi ha illustrato ad una platea gremita le strategie di Piazza Dante per «promuovere lo sviluppo economico e l'occupazione». Un obiettivo tanto ambizioso quanto difficile. Perché le basi di partenza sono quelle che sono: «Un bilancio che per il 2015 si contrae ancora, meno 120 milioni, da 4,51 miliardi a 4,39. Un bilancio su cui pesano sì le richieste dello Stato, ma anche, e forse soprattutto, un Trentino che non cresce. Un territorio che ha tenuto meglio di altri di fronte alla crisi, grazie anche a massicci interventi di spesa pubblica, ma che oggi sconta un immobilismo industriale ed economico». 

Una stasi che si cercherà di combattere, ha sottolineato Olivi, cercando di attrarre imprese da fuori e favorendo lo sviluppo di nuove, valorizzando soprattutto quelle con ricadute occupazionali. In quest'ottica la leva sull'aliquota Irap (160 milioni stanziati): 1,6% in meno per tutte le imprese dalla base di partenza statale del 3,9%, 1,8% in meno per chi mantiene invariati i livelli occupazionali ed Irap azzerata per chi incrementa i livelli occupazionali del 5% o per le nuove imprese. «È il passaggio da una politica industriale "distributiva" ad una di contesto. Un provvedimento che fa il paio con l'introduzione, per la prima volta, del credito d'imposta: al posto dei contributi, tassabili, diamo gli stessi benefici di sostegno all'investimento scontando le tasse».

Contro la crisi di liquidità delle imprese, «in Italia troppo legate al circuito bancario privato per i finanziamenti», una manovra sul credito con il fondo di rotazione dal valore di 200 milioni. Sulla stessa linea l'istituzione di una Sgr (società di gestione del risparmio) con un plafond di 300 milioni (75 a carico di Trento, 17 di Bolzano e 50 di laborfond) per il credito alle imprese. Sul fronte della ricerca la conferma delle grandi partite di Meccatronica e Manifattura, con il rinnovato pressing sull'università. «Saranno le due colonne del "rinascimento industriale" del Trentino. E l'investimento provinciale di 140 milioni tra Borgo Sacco e San Giorgio certifica quanto il Basso Trentino sia fondamentale».Prospettive di medio lungo termine di sviluppo, ma anche difesa delle fasce deboli. «Abbiamo stanziato 28 milioni per il "reddito di attivazione", uno sostegno al reddito per chi ha terminato tutti gli ammortizzatori sociali statali legato al principio di condizionalità: per quattro mesi ti aiuto finanziariamente se partecipi a programmi di formazione e di riorientamento professionale». Confermati, con 60 milioni, i fondi per il Progettone. «Ma amplieremo la platea dei soggetti beneficiati riducendo parzialmente le singole erogazioni. Perché il Progettone non può essere, come a volte capita, l'obiettivo finale delle persone».  Ma.Pf.