A 24 ore dalla presentazione alle parti sociali il bilancio 2015 della Provincia è ancora un cantiere aperto. Quello che si sa è che sarà un anno difficile, che i tagli colpiranno un po' tutti i settori e che verranno chiesto sacrifici ai cittadini, ad esempio introducendo i ticket sanitari come annunciato nei giorni scorsi dal governatore Rossi.
F. Gottardi, "L'Adige" 26 ottobre 2014
Colpa di nodi che vengono al pettine, dei pesanti oboli a sostegno delle disastrate finanze nazionali richiesti da Roma e indubbiamente anche di una crescita zero che anche in Trentino rende il quadro più fosco.
«Dobbiamo dare un segno inequivocabile della volontà di invertire la tendenza» dice a questo proposito Alessandro Olivi. Il vice presidente della giunta provinciale e assessore allo sviluppo economico è convinto che in Trentino l'economia abbia rallentato più di quanto avrebbe dovuto per le potenzialità del sistema territoriale e per gli investimenti fatti in passato nella scuola e nella ricerca.
Forse anche a causa di un sistema che ha viziato le imprese. «Ma il quadro è mutato e occorre cambiare rotta» annuncia.
Come? Con una politica economica più selettiva, con meno contributi a pioggia e più incentivi fiscali, con meno burocrazia. L'assessore conferma a questo proposito l'importanza della delega sul credito d'imposta ottenuta con l'accordo di Roma, che consentirà di sostenere le imprese alleggerendole dai vincoli delle carte bollate. L'Irap sarà più bassa rispetto al resto d'Italia, per abbattere il costo del lavoro, ma a questo si aggiungerà l'uso della leva fiscale per premiare di più le imprese che investono e fanno crescere l'occupazione.Grande importanza verrà data alle facilitazioni nell'accesso al credito, agendo su fondi di rotazione e anticipi nei pagamenti.
Olivi segnala soprattutto la grande scommessa da 200 milioni di euro del fondo strategico territoriale, alimentato dalle due Province autonome e da Laborfonds.
Quanto ai contributi, spariranno quelli del passato ma rimarranno gli incentivi mirati, tipo quelli per la ricerca industriale e l'export. «Ma solo dopo attenta valutazione caso per caso» avverte l'assessore, che per il resto si affida come detto al credito d'imposta.Se nel bilancio in costruzione la maggior parte dei fondi assegnata ai vari assessorati sarà falcidiata da tagli dolorosi, Olivi assicura che rimarranno intatte le cifre destinate alla promozione del lavoro: ammortizzatori sociali, reddito di attivazione e sostegno all'occupazione. Anche perché nei prossimi mesi si lavorerà a diverse modifiche al sistema. A partire dall'area dei lavori socialmente utili. «Il Progettone - sottolinea - è un grande ammortizzatore sociale concepito negli anni Ottanta per far fronte alla crisi industriale ma oggi così com'è rischia di diventare un alibi e in prospettiva, in una fase di crisi generale, non può dare risposte a tutti». Dovrà perciò cambiare pelle, coinvolgere lavoratori con una storia alle spalle ma ancora attivi, assumere funzioni di formazione e riqualificazione; il tutto con la compartecipazione delle imprese.Infine l'assessore ribadisce l'intenzione di riformare l'Agenzia del lavoro. Avrà un ufficio dedicato alle relazioni sindacali e industriali per quanto riguarda la contrattazione di secondo livello e per cercare di gestire al meglio la fase dell'intermediazione tra domanda e offerta di lavoro dovrà creare una rete coinvolgendo enti scolastici, sindacati e tutti i soggetti che possono avere un ruolo attivo.