Il piano di riorganizzazione della rete ospedaliera trentina, che l'assessora alla salute, Donata Borgonovo Re, ha presentato in giunta e agli amministratori del Pd qualche settimana fa, ma che il presidente Ugo Rossi ha «congelato» subito, viste le proteste e le divisioni interne alla maggioranza, è perfettamente in linea con i piani di razionalizzazione richiesti anche ad altre regioni - per ridurre i costi e migliorare l'efficienza dei servizi - ed è molto simile a quello che la vicina Provincia di Bolzano sta cercando di realizzare con ben altra determinazione, nonostante le analoghe forti resistenze.
L. Patruno, "L'Adige", 23 ottobre 2014
Anche l'assessora provinciale alla sanità sudtirolese, Martha Stocker, ha presentato un piano di razionalizzazione della rete degli ospedali di valle (vedi tabella), che prevede di chiudere alcuni punti nascita sottoutilizzati, quelli di Vipiteno e San Candido, ospedali che perderanno anche il pronto soccorso. Mentre conserverà questi servizi solo l'ospedale di Silandro. In Alto Adige come in Trentino ci sono 7 ospedali, cinque dei quali si trovano nelle valli laterali e due sull'asse del Brennero (Bolzano e Bressanone). L'assessora Stocker ha incontrato la popolazione locale ricevendo insulti e fischi, ma ha deciso di portare comunque avanti il progetto, pur avendo fatto il tentativo di chiedere al ministero della sanità una deroga per questi micro punti nascita di montagna. E il governatore Arno Kompatscher ha dichiarato che la giunta: «Va avanti». In Alto Adige si punta su un ospedale, quello di Bolzano come struttura sanitaria principale, dove rimarranno tutti i reparti con un servizio garantito sulle 24 ore e nel quale saranno concentrate le prestazioni ad alta specializzazione.
In Trentino invece si punta su due strutture di riferimento, l'ospedale S. Chiara di Trento e quello di Rovereto , con la presenza di tutti i reparti e l'alta specializzazione.
Anche per il futuro degli ospedali di valle la filosofia è simile. Sia in Trentino che in Alto Adige ci si concentra sulla medicina territoriale con i medici di base in servizio sulle 24 ore, servizi di analisi e radiologia in tutti gli ospedali, ambulatori specialistici, e uno reparto «area di medicina» con assistenza h24. Anche per chirurgia, ortopedia, ginecologia e ostetricia e altre discipline chirugiche i piccoli ospedali saranno organizzati con un unico reparto e gli interventi verranno fatti solo di giorno (h12) e nei giorni feriali ( day-week surgery ), basta interventi di notte o il sabato e la domenica, salvo che nell'ospedale di Cles, che dovrebbe mantenere la chirurgia sulle 24 ore. Il piano di riorganizzazione della rete ospedaliera trentina prevede però che all'«area funzionale omogenea chirurgica» sia affidato almeno «un mandato di eccellenza in ambito provinciale». Questo significa che anche i piccoli ospedali di valle potranno diventare punto di riferimento provinciale per alcuni tipi di interventi, quindi si specializzeranno in quelli e i pazienti saranno indirizzati a quell'ospedale da tutto il Trentino. L'individuazione di queste specializzazioni, sia nel campo della chirurgia che dell'ortopedia, sarà compito dei primari. In Trentino, inoltre, viene mantenuto il servizio di pronto soccorso, mentre in Alto Adige saranno i medici di medicina generale che svolgeranno a turno il servizio di primo intervento in ospedale.Sia in provincia di Bolzano che in Trentino, infine, si pensa a potenziare, nell'ambito della medicina, l'assistenza dei post-acuti, per le riabilitazioni negli ospedali periferici, le cure geriatriche e delle malattie croniche.