Alcool vietato nei parchi, PD stoppa il modello Pavia

«Calma con il modello Pavia. Per ora andiamo avanti con l'ordine del giorno già approvato in Consiglio comunale». Il Pd stoppa sul nascere i sogni in grande stile del presidente della Commissione Statuto Andrea Merler (Forza Italia) che voleva importare anche a Trento il modello «tolleranza (e alcol) zero» implementato nel capoluogo pavese dall'ex sindaco di centrodestra.
"L'Adige", 17 ottobre 2014


«Abbiamo deciso di procedere con due delibere distinte - sintetizza Merler: da una parte un atto per stabilire il divieto di consumo e detenzione di alcol nei tre parchi cittadini (Dante, Venezia, Santa Chiara) e nelle aree attrezzate con giochi per bambini e attività sportive stabilendo che per gli altri parchi la zona "alcol free" è stabilita in 20 metri dalle aree attrezzate; dall'altra parte si seguirà un percorso parallelo su prostituzione e alcol per strada».
Quello che a Merler preme sottolineare è che, da un lato anche tutti i piccoli parchi (superficie inferiore a 800 metri quadrati) saranno «liberi dall'alcol», ma che, dall'altro, non si verificheranno situazioni bizzarre di massaie fermate e multate perché, uscendo dal negozio con una bottiglia di vino per cucinare, attraversano un'area giochi. Caso tipico quello del supermercato di piazza Lodron. «La polizia municipale - spiega Merler - è composta di persone intelligenti e che, quindi, applicano i regolamenti interpretandoli: se una persona non trasgredisce una norma non va sanzionata».
A fermare l'entusiasmo di Merler ci pensa per Elisabetta Bozzarelli, segretaria del Pd e proponente l'ordine del giorno contro il consumo di alcol nei prezzi dei giochi dei bambini. «La mia proposta non voleva risolvere in generale il problema del decoro della città, bensì rendere i luoghi frequentati dai bambini sicuri e solo per loro. Io sono favorevole ad un accordo bipartisan per un pacchetto di misure per la convivenza e la sicurezza della città, ma su alcune proposte di Merler non c'è ancora l'intesa» mette bene in chiaro. «In piazza Venezia, ad esempio, la domenica vedo tante badanti che fanno pic nic. Non sono mica lì per ubriacarsi, ma per un momento di familiarità e di socializzazione. Che facciamo? Le multiamo se si bevono mezzo bicchiere di vino? Io non vorrei arrivare ad una città del proibizionismo».
Sul fronte del centrodestra arrivano altre reazioni alla proposta del sindaco Andreatta di vietare la vendita di vino per strada dalle 22 alle 7. «Bene che il sindaco faccia questi annunci da sceriffo» afferma  Antonio Coradello  (Pdl). Ricordo, per altro, che si tratta di una proposta, come quella delle telecamere e dei controlli nei parchi, che avevamo fatto noi e che la maggioranza a suo tempo aveva bocciato. Bisognerebbe che il centrosinistra avesse l'umiltà di riconoscere quando qualcun altro ha idee migliori e adottarle subito. Ora spero che a questi annunci seguano provvedimenti concreti». Paolo Dal Rì  (Pdl), intanto, esorta il Consiglio comunale «ad affrontare una volta per tutte il problema degli spacciatori e delle prostitute sulle strade. Abbiamo l'obbligo morale di dotare i vigili urbani degli strumenti adatti per affrontare efficacemente il degrado che ormai ha invaso alcune zone della città: non è solo una questione di decoro e di pulizia, ma anche di civiltà.Per  Manfred de Eccher  (Fdl), invece, «l'iniziativa del sindaco è totalmente insensata ed inutile, in quanto, nonostante forse questa amministrazione non se ne sia accorta, chi bivacca nelle piazze, nei parchi e  nelle pubbliche vie di certo non consuma spumante Trento doc, ma al massimo si servono degli alcolici da 1,99 del discount, comperati nel pomeriggio».