È stato sottoscritto ieri a Roma l’accordo che disciplinerà, per i prossimi anni, i rapporti finanziari tra la Provincia autonoma di Trento e lo Stato. Quello raggiunto è un punto d’intesa non scontato, il cui contenuto è frutto di una lunga e complicata mediazione che ha coinvolto diversi attori sul piano politico e a livello istituzionale.
Trento, 16 ottobre 2014
L’accordo, che permette di chiarire e stabilizzare il quadro dell’autonomia finanziaria del Trentino in un contesto di persistente crisi economica per il Paese, comprende infatti alcuni elementi di assoluto valore per quelle che sono le prerogative del nostro Statuto d’autonomia.
Delinea innanzitutto un perimetro certo e codificato ai rapporti finanziari tra Stato e Provincia, rafforzando il principio secondo il quale le scelte economiche che coinvolgono questi due attori si debbano basare su accordi bilaterali, e non prestarsi ad incursioni unilaterali dello stato, seppur finalizzate a legittimi propositi di risanamento.
Consente poi alle Province autonome di Trento e Bolzano di sfilarsi dall’obbligo di assorbimento delle misure previste dalla legge di stabilità, manovre ancora una volta tese, con logica accentratrice e verticale, a depotenziare le risorse a disposizione delle Regioni.
Fornirà infine alla Provincia autonoma di Trento, grazie alla competenza sul credito d’imposta, una nuova leva fiscale che si aggiunge alle politiche di autonomia economica delle quali già disponiamo. Oggi più che mai, attraverso ad esempio una politica di defiscalizzazione degli investimenti in materia di ricerca e innovazione, potremo utilizzare un simile strumento per stimolare crescita delle imprese e produzione economica.
In un contesto di sostanziale soddisfazione, destano ancora una certa preoccupazione i margini d’intervento diretto sulle riserve all’erario che il Governo si è voluto garantire, seppur in situazioni straordinarie. Così come riteniamo siano ancora aperti, e dunque da esplorare, alcuni spazi politici per ottenere ulteriori interventi di implementazione del patto di stabilità.
Ora, a differenza delle altre Regioni, il nostro futuro dipenderà da noi e da ciò che riusciremo a produrre.
Questo ci permetterà di programmare i prossimi anni in modo da dare nuovo impulso alla nostra Autonomia, ponendo le condizioni per cambiare passo e procedere verso quelle riforme di cui anche il Trentino ha bisogno.
Il Presidente Rossi e il Vicepresidente OLIVI sono stati impegnati in primo piano in questa partita di mediazione, con l’incontro tra quest’ultimo e il vicesegretario nazionale del Partito Democratico Lorenzo GUERINI, che ha anticipato quello istituzionale e contribuito a creare le basi per la sigla dell’accordo.
Il percorso portato a compimento dimostra – una volta di più – come senso di responsabilità e metodo negoziale siano strumenti imprescindibili per il raggiungimento di un equilibrio positivo tra forze centraliste spinte indipendentiste.
Con questa firma il Trentino dimostra ancora una volta di non voler far mancare il proprio contributo al risanamento dei conti pubblici del Paese, ma si assicura lo spazio per poterlo fare a fronte di un quadro di certezza normativa, stabilità e programmabilità.