Riforma delle Comunità, primo ok

Soglia per l'obbligo delle gestioni associate di 5.000 abitanti minimi derogabile a 3.000, ma solo se i Comuni dimostrano di dare servizi a costi analoghi. Premi alle fusioni tra i Comuni, anche se sotto i 2.000 abitanti, in modo da non bloccare le amministrazioni che si sono già attivate in questo senso. Aumentano, poi, le funzioni che vanno obbligatoriamente gestite assieme dai Comuni.
A. Conte, "L'Adige", 14 ottobre 2014


Resta fermo, invece, per ora il sistema di elezione e l'incompatibilità tra la carica di presidente di Comunità e la funzione di sindaco. Sono questi alcuni degli elementi di fondo con cui la riforma delle Comunità di valle, votata ieri dalla Commissione provinciale che l'ha emendata in alcuni aspetti, approderà in Consiglio provinciale i prossimi 4 e 5 novembre. 
La giornata relativa alla discussione dell'articolato approvato dalla giunta provinciale è iniziata con una riunione di prima mattina interna ai componenti di maggioranza della Commissione provinciale. Dei 49 emendamenti presentati durante i lavori, quelli più importanti hanno riguardato il premio alle mini-fusioni e la modifica dei servizi e delle funzioni (si aggiungono commercio e urbanistica) che devono essere gestite in maniera associata in via obbligatoria. 
Le novità inserite ieri 
Gli emendamenti approvati dalla Commissione hanno lasciato intatto l'impianto della norma, che prevede la cancellazione delle elezioni dirette per le Comunità di valle, le cui assemblee saranno nominate in maniera indiretta dai rappresentanti dei Comuni tramite un meccanismo di grandi elettori (vedi grafico in pagina). Il cambiamento del disegno di legge è frutto di emendamenti proposti dalla giunta, in accordo con la maggioranza, di proposte della minoranza.  

Piccole fusioni salve 
L'emendamento di Daldoss che modifica la norma nella parte relativa agli obblighi dei piccoli Comuni riguarda i criteri da rispettare per evitare di essere sottoposti a trovare altri municipi cui collegarsi per raggiungere i 5.000 abitanti per le gestioni associate obbligatorie. Se prima era necessario raggiungere almeno i 2.000 abitanti, ora i piccoli Comuni possono evitare l'obiettivo delle gestioni associate. In due modi diversi a seconda dei tempi entro cui le scelte verranno eseguite. Chi approverà le delibere di fusione entro il maggio 2015 - anche due Comuni piccoli indipendentemente dal numero di abitanti spiega Daldoss - sarà esonerato dalle gestioni associate. Dopo il maggio del prossimo anno, invece, servirà raggiungere i 2.000 abitanti o essere almeno tre Comuni che si fondono per evitare l'obbligo di gestioni associate. 

Gestioni associate derogabili 
L'altra novità del disegno di legge deriva dalla convergenza della maggioranza sulla proposta di Walter Viola (Pt) - che ha visto passare anche la reversibilità dell'ambito delle gestioni associate dopo tre anni per il Comune che lo chieda - rispetto al limite di abitanti da raggiungere per le gestioni associate. L'emendamento votato ieri permette di derogare ai 5.000 abitanti minimi e di scendere a 3.000 abitanti minimi a patto che, spiega Daldoss, il o i Comuni coinvolti, dimostrino di avere la stessa efficienza. L'iter in Consiglio La legge ora va in Consiglio il 4 e 5 novembre con ancora qualche margine di modifica, anche se limitato. Spero «che possa essere approvata nella due giorni - conclude Daldoss - Alcune variazioni possono esserci, come l'allargamento della base dei grandi elettori. Devo dire che anche in Commissione si è fatto un buon lavoro e c'è stato un dialogo con la minoranza».