Tonini: «È una discussione isterica»

«Si devono usare parole di verità con chi vive nelle valli, questo vuol dire avere rispetto, non tenere aperto un servizio per il quale non c'è domanda, solo per far piacere ai sindaci. La mia proposta è che però ogni risparmio che si farà tagliando qualcosa negli ospedali di valle venga poi reinvestito con il potenziamento di altri servizi sanitari su quello stesso territorio».
L. Patruno, "L'Adige", 12 ottobre 2014



Il senatore del Pd, Giorgio Tonini, eletto nel collegio della Valsugana-Fiemme-Fassa e Primiero, è esterrefatto per lo scontro in giunta che si è innescato sulla riorganizzazione della rete ospedaliera proposta dall'assessora alla salute Donata Borgonovo Re. E parla di «Discussione isterica di una classe politica di governo che ha paura della sua ombra e non è capace di fare con trasparenza un discorso pacato ai cittadini che tutti possono capire». 

Senatore Tonini, come spesso accade, anche sulla questione punti nascita il Pd passa per essere il partito della città, insensibile alle esigenze delle valli, che invece Patt e Upt difendono. È così? Questa vicenda sta diventando paradigmatica del rapporto fra asta dell'Adige e vallate. Io sono quello nel Pd che da sempre dice che noi dobbiamo avere a cuore le vallate. Guai a ridurci a essere il partito delle città. Un Trentino senza vallate non è il Trentino. E il limite del Pd è non avere avuto capacità di presenza forte nelle valli e i nostri alleati sono speculari. Noi abbiamo costruito una coalizione che si basa su un patto politico che è anche sociale e territoriale. 

Cosa significa parlando di sanità? Io non penso che sia rispettare le valli tenere aperto un servizio che non ha in effetti una domanda. Quello è un modo per sprecare soldi e far passare per sciocchi gli abitanti delle valli che sanno molto bene quali sono le esigenze vere e quali no. Noi abbiamo bisogno di un sistema sanitario fortemente basato sulla medicina territoriale. Il modello italiano migliore è quello di portare il più vicino a casa di tutti la medicina preventiva e per malattie croniche e concentrare in poche situazioni ad altissima specializzazione l'acuto sul presupposto che dovrebbe succedere raramente nella vita di averne bisogno.  

I punti nascita sono tra questi ultimi? Sui punti nascita si dovrebbe avere a cuore la qualità della prestazione non il campanile. Che disagio rappresenta per una donna una volta nella vita andare a partorire a 50 km da casa? Posto che oggi la media di figli a donna è 1 virgola qualcosa. Non stiamo parlando di qualcosa che si deve fare tutte le settimane. Mia moglie, che ne ha fatti parecchi di figli, ha avuto i primi due figli a Trento, mentre noi abitavamo a Roma. Voglio dire che si va a partorire un po' dove si vuole. Il tema della distanza mi sembra abbastanza modesto. Infatti già molte donne delle valli scelgono oggi di andare dove sono più tranquille e sicure. Non parliamo poi della mammografia. 

È giusto accentrare lo screening a Trento e Rovereto? Certo. La polemica è stato un clamoroso autogol mediatico della giunta provinciale. La notizia doveva essere: abbiamo portato in Trentino la macchina più all'avanguardia del mondo per dare alle donne trentine il servizio al top. Compri due macchine a Trento e Rovereto e le sfrutti a pieno. Quante volte una donna deve fare la mammografia? Una volta ogni due anni dopo una certa età. Il caso è chiuso. È matura una comunità e una classe dirigente che apre una discussione sulla mammografia sottocasa? È una cosa da ridere. A Milano ci metti più tempo ad andare al Niguarda dall'altra parte della città che non dalle valli a Trento. 

Ma in giunta si temono le raccolte di firme e le proteste. Se si spiegano le cose con pacatezza i cittadini capiscono. Io mi ricordo che proprio durante la mia campagna elettorale per il Senato in Valsugana esplose la questione della chirurgia solo diurna all'ospedale di Borgo, decisione dell'allora assessore Ugo Rossi. Ricordo che gli chiesi: ma proprio ora dobbiamo fare questa cosa? Lui mi risposte che interventi di chirurgia notturna negli ultimi due anni ne erano stati fatti 5. Ha senso tenere aperto il servizio notturno? Gli amministratori e i cittadini allora lo capirono. 

Ma a Borgo ora raccolgono le firme per difendere l'ospedale. Il problema dicevano allora e dicono anche oggi gli amministratori è che: da noi tolgono solo e non arriva mai nulla. Io imposterei così la discussione: cosa si può potenziare nelle valli? Si chieda cosa ha senso avere in più non si difenda ciò che non ha senso.